http://www3.lastampa.it/i-tuoi-diritti/sezioni/famiglia-successioni/news/articolo/lstp/420420/16/09/2011 - LA SENTENZA DOPO UNA BATTAGLIA DI ANNII giudici: "Il coniuge tradito
ha diritto al risarcimento"
La sentenza potrebbe dare il via a molti ricorsi analoghi
La Cassazione dà ragione a una moglie di Savona: danni alla salute
CLAUDIO VIMERCATI
SAVONA
Aveva fatto causa al marito, chiedendogli un miliardo di vecchie lire di risarcimento per il tradimento subito. Prima il tribunale di Savona e poi la corte di Appello di Genova, le avevano dato torto, sostenendo che i danni «da corna» non sono di per sè risarcibili. Ma M.G., una donna savonese, non si è data per vinta, ha continuato la sua battaglia, e ieri la corte di Cassazione le ha dato ragione, con una sentenza (la numero 18853 della prima sezione civile) destinata a mettere in agitazione mariti (e anche mogli) infedeli: il coniuge tradito platealmente e con modalità particolarmente offensive può infatti chiedere di essere risarcito in un giudizio civile, al di fuori e a prescindere dal procedimento di separazione e dall’addebito.
La coppia protagonista di questa vicenda aveva iniziato a convivere alla fine degli Anni 80 e dopo otto anni di vita in comune era convolata a nozze. Ma l’idillio era naufragato dopo tre anni di matrimonio, quando lei aveva scoperto che il marito aveva una storia extraconiugale. Per la donna era stato il classico fulmine a ciel sereno. Era caduta in depressione e in una prostrazione anche fisica. M.G. aveva deciso di separarsi: prima aveva intrapreso la strada sella separazione giudiziale con richiesta di addebito, ma in un secondo momento aveva preferito la consensuale. Aveva però citato in giudizio il marito, ritenendolo responsabile di aver gravemente violato i doveri nascenti dal matrimonio, in particolare quello della fedeltà. Da qui la richiesta di risarcimento di tutti i danni derivanti dal comportamento del marito, in particolare un danno biologico valutato in un miliardo di lire. La donna, infatti, sostiene di aver subito un trauma psichico, poi degenerato in una lesione permanente alla salute, in quanto colpita da profonda depressione nonchè di aver patito un danno esistenziale.
Ieri la sentenza della corte di Cassazione (prima sezione civile) che ha ribaltato i primi due verdetti. Prima di tutto, dice Piazza Cavour in motivazione, la richiesta di risarcimento per la relazione extraconiugale è assolutamente indipendente dalla causa di divorzio. La si può chiedere con un giudizio civile, sempreché venga provato il disagio effettivamente sofferto. In secondo luogo gli Ermellini hanno precisato che la fedeltà non è un diritto costituzionalmente garantito e quindi, in generale, non si potrebbe richiedere il risarcimento del danno tout court. Se, invece, il tradimento è stato particolarmente frustrante e ha compromesso un interesse garantito dalla nostra Carta fondamentale, come la salute psicofisica, allora si che si può ottenere il ristoro. «E’ un principio di diritto importante - ha commentato l’avvocato Maria Gemma che ha seguito la vicenda della signora savonese - su cui la dottrina aveva già aperto degli spazi, per i risarcimenti al di fuori del giudizio di separazione».
La Castrazione ha colpito ancora; ribaltate due sentenze dei gradi precedenti.
"....sempreché venga provato il disagio effettivamente sofferto."
Chi stabilisce se il disagio è "effettivamente sofferto"? Semplicissimo; la discrezionalità del Giudice in base a chi ha davanti a chiedere il risarcimento.
Insomma se la donna tradisce lo fa perchè è trascurata ed ha tutte le ragioni; se tradisce l'uomo deve pagare tanto per cambiare. Guarda caso certi "principi" vengono riesumati sempre e comunque quando è la femmina a chiedere.