Già...Se gli uomini in massa tirassero i remi in barca le conseguenze su tutta la società sarebbero devastanti l'uomo non è uomo solo perché si sacrifica, ma anche e sopratutto perché "FA".......L'uomo.
E quasi sempre "FA", a vantaggio di qualcuno o di qualcosa, solitamente a vantaggio di questa o quella donna..... Non ci vuole molto per rendersi conto che la rinuncia al fare in ogni senso significa anche la rinuncia alla quasi totalità dei problemi e dei casini che gli uomini si trovano costretti ad affrontare e risolvere nel corso della vita...
Riguardo alla convenienza del fare poi, inizio ad avere seri dubbi...... C'è mai stato un periodo storico in cui fare ed essere il "vero uomo" è mai stato conveniente?
Ti rispondo io, caro Vaccaro: NON è mai stato conveniente, nel senso che dal punto di vista
meramente contabile, il gioco non è mai valso la candela. Tra l'altro un aspetto del sistema
patriarcale che quelle scimunite di femministe si sono sempre BEN guardate dall'evidenziare
è la deresponsibilizzazione che il sistema offriva alla donna: il vantaggio psicologico di poter
contestare gli eventuali insuccessi maschili senza rischiarne di propri. Nella bieca famiglia
patriarcale la donna, qualsiasi donna, poteva dire al marito: "Vai avanti tu e combatti pure
le tue battaglie: se tu vinci, io mi impadronirò dei tuoi successi, li farò miei, me ne vanterò
di fronte agli altri come fossero i miei e dirò che sei diventato l'uomo che sei anche grazie
ai miei consigli e quindi per merito mio. Se invece perdi, il fallimento sarà soltanto tuo!"
Questo è il vantaggio che oggi guarda caso le donne cercano di recuperare e di far rivivere
appellandosi al maschilismo imperante e alla violenza maschile contro le donne come alibi per
le loro difficoltà e per le loro sconfitte. Ma almeno, le donne una volta davano ed erano tenute
a dare quei servizi, quella cura, quelle capacità culinarie, quella disponibilità sessuale che ora
si vantano di non dare e di non voler dare più. Pretendendo però ovviamente di ricevere dall'
uomo le stesse protezioni e le stesse attenzioni, si capisce. Inoltre, c'era l'apprezzamento
che la società in genere manifestava per la figura e il ruolo maschile. Quindi, se nulli erano
anche allora i vantaggi materiali, esistevano per lo meno quelli psicologici e domestici. Ora
l'uomo è continuamente sbeffeggiato e deriso, il suo ruolo è svilito, le sue ragioni calpestate
nelle cause di divorzio e di separazione, viene continuamente dipinto come un babbeo e un
coglione; quando serve la sua virilità viene invocata e quando non serve più ridicolizzata. In
queste condizioni, caro Vaccaro, occorre una buona volta accantonare non solo la cavalleria
ma anche la tradizionale "virilità" e trasformarci in calcolatori ed opportunisti. E' questa ormai
l'unica strada percorribile: alle stronze si deve rispondere in un solo modo. Con la stronzaggine.