Autore Topic: Conosci tua moglie?Cabala,sesso,emisferi e peccato originale  (Letto 2927 volte)

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Conosci tua moglie?Cabala,sesso,emisferi e peccato originale
« il: Marzo 28, 2012, 01:18:42 am »


Osservando che la mia tesi,pur proposta più volte,ha trovato questa volta un certo seguito in questo topic,colgo la palla al balzo (anche se in ritardo),per riavviare la discussione sul sentiero in cui avevo cercato di instradarla.
Qui non è questione,di uomini più o meno femminilizzati,ma DI UN BLOCCO FRA LE 2 PARTI COSTITUTIVE DELL'ESSERE UMANO,CHE IO HO MATERIALMENTE CHIAMATO CERVELLO DESTRO E CERVELLO SINISTRO,PARTE MASCHILE E PARTE FEMMINILE.
Non è questione di essere più o meno educati,o più o meno muscolosi,è questione di come funziona il tuo cervello.
Premettendo che la psicanalisi,di cervello,capisce poco o nulla,se si vuole capire qualcosa,bisogna retrocedere di qualche millennio,e vedere quello che dicono le tradizioni iniziatiche,almeno quello che RIMANE di loro.
Il Tao si sa è vecchio,come e più di Lao Tsu,esprime una saggezza arcaica,ma qui voglio introdurre un'altra tradizione ulteriore,con la quale il Tao,sembra non aver a che fare,o forse non ha nulla a che fare:quella della Cabala ebraica.
Il primo ad avere dei dubbi sulla mia tesi era e sono io stesso,senonchè sono incappato in questo passaggio di ''introduzione alla Cabala'' di Naadav Crivelli,in cui spiegava così le interazioni emisferiche:
(Avevo già proposto questo brano,ma era caduto nel vuoto,eppure contiene alcune frasi che sono parecchie significative,anche se poi l'autore non le approfondisce,e ci lascia con la sensazione di essere davanti QUALCHE COSA DI IMPORTANTE,DI ENORME SIGNIFICATO PER LA RAZZA UMANA,SENZA PERO' POTERVI PENETRARE ALL'INTERNO)
Attenzione alle parti sottolineate.
''Il Cervello Umano
I due emisferi cerebrali dell'essere umano non solo soltanto due parti di un medesimo organo, ma le sedi di due ben distinti modi di pensare, capaci di interpretare la realtà secondo modelli quasi opposti. Tale fatto, scoperto dalla neurologia soltanto qualche decina di anni fa', era ben noto ai Saggi dello Zohar e degli altri testi di mistica ebraica. Non a caso essi chiamano il cervello col nome "mochin", lett. "i cervelli", quindi più di uno. Nella terminologia della Cabalà si tratta di Chokhmà (Sapienza) e Binà (Intelligenza). La prima ha sede nell'emisfero destro, ed è la capacità di concepire idee complesse ed elevate, racchiuse in un singolo lampo di genio, in un piccolo punto di intuizione. Si tratta di una facoltà al di sopra della logica, una facoltà per la quale il simbolo, il mito, il paradosso, l'enigma, il lato artistico e romantico di una data situazione, sono pane quotidiano. La seconda facoltà, Binà, risiede a sinistra, e costituisce la capacità di afferrare il lampo di Chokhmà (che altrimenti lascerebbe rapidamente la consapevolezza) e di dargli forma e concretezza, spiegandolo ed analizzandolo secondo concetti logici. Grazie a Binà, le rivelazioni di Chokhmà vengono assimilate dall'intelletto, trasmesse e comunicate, trasformate in progetti pratici e concreti. Binà è raziocinio, linguaggio, rigorosità e senso pratico. Per quanto il Creatore ci abbia fatto in modo tale da poter usarle entrambe, ogni essere umano è più incline ad utilizzare una o l'altra delle due facoltà descritte. Inoltre, l'intera società moderna occidentale ha una spiccata preferenza per le funzioni tipiche dell'emisfero sinistro.

La stessa Torà possiede una struttura duplice, simile a quella descritta prima. Ed è questo uno dei motivi per cui viene data su due tavolette, una a destra e l'altra a sinistra. Nel campo della Torà le due funzioni precedenti operano come segue. Chi possiede più Binà è attratto soprattutto dalla parte rivelata della Torà, il niglè, gli insegnamenti dell'Halakhà, le discussioni della Ghemarà, le riflessioni sulla filosofia ebraica. Viceversa, chi è incline più verso Chokhmà si rivolge in particolare alle haggadot e ai midrashim, agli insegnamenti misteriosi della Cabalà (nistar), a volte così apparentemente contraddittori, alle vette superne del Chasidut. "Torat Ha-Shem temimà", dice il Salmo, "meshivat nafesh". "La Torà di Ha-Shem è completa, fa rivivere l'anima". Spiegano i Maestri del Chasidut che soltanto quanto la Torà è completa di entrambi gli aspetti citati è in grado di "far ritornare l'anima", di farci rivivere, di farci fare una teshuvà completa.

Abbiamo così parlato dei due cervelli noti nel corpo fisico come "emisfero destro ed emisfero sinistro", e della necessità di sviluppare ed utilizzare entrambe le funzioni che vi hanno sede. Si tratta però di un compito alquanto difficile, per effettuare il quale è indispensabile l'opera riconciliatrice di un terzo "cervello", posto a metà strada tra i due. La consapevolezza che vi risiede ha il compito di mostrare come i loro due modi di percepire il mondo non siano affatto contradditori e mutuamente esclusivi, ma complementari e reciprocamente necessari. La scienza non è ancora in grado di identificare un organo fisico, posto nella parte mediana del cervello, in grado di svolgere un ruolo del genere. La Cabalà invece già da lungo tempo ci parla di un terzo cervello, chiamato Da'at, o Conoscenza unificante. Si tratta della sede di un'intensa attività spirituale, che rimane però misteriosa ed elusiva se espressa nei termini della consapevolezza quotidiana. È la percezione del sottile legame che unifica le varie situazioni ed eventi della vita, è la capacità di sentirsi un tutt'uno con quanto capiamo e conosciamo con la mente. A livello psicologico, Da'at è quella potenza dell'anima grazie alla quale è possibile unificare pensiero ed emozione, cuore e cervello.

Tra tutte le facoltà dell'intelletto, Da'at è quella che ha subito la menomazione più grave come risultato del peccato di Adam, dell'essersi cibato dell'albero della conoscenza (etz ha-da'at), un "peccato" che ripetiamo ogni qualvolta preferiamo l'intelligenza umana e naturale alla sapienza della Torà, che è chiamata etz ha-chaim, l'Albero della Vita. Un atteggiamento particolarmente utile per riportare Da'at alla sua integrità primaria è quello di dare la massima priorità al Shalom Bait, all'armonia famigliare, cioè al portare un maggior senso di unione tra marito e moglie, in tutti i campi e in tutti i momenti possibili. Ecco il senso del versetto;

"ve-Adam yad'a et Chava ishto",

"e Adamo conobbe Eva sua moglie",
intepretato dal Chasidut come il momento in cui Adamo fece teshuvà dal peccato dell'albero. A livello di società e di storia, la rettificazione finale di Da'at verrà operata dal Mashiach, come dice il verso:

"va-imale ha-aretz de'a et Ha-Shem",

"e la terra si riempirà

della conoscenza di Dio".[/u]


Ecco,se noi ribaltiamo l'ultima osservazione,ovvero ''per ripristinare Daat,ovvero l'integrazione fra i 2 cervelli,bisogna rispettare l'armonia familiare tra uomo e donna'',in ''se manca Daat,l'integrazione fra i 2 cervelli,il rapporto fra uomo e donna diventa disarmonico'',otteniamo qualcosa di molto simile alla tesi poc'anzi presentata,con il pregio che questa volta esce fuori da una tradizione iniziatica come la Cabala.
''E Adamo conobbe sua moglie''
non mi è chiaro il significato di questo passo,ma è significativo che il Crivelli metta in relazione la sessualità vera e propria,con la comunicazione inter-emisferica.
E a questo punto arriviamo al punto che avevo domandato retoricamente la volta scorsa:
''L'uomo moderno,conosce sua moglie?''
A giudicare da come siamo messi,non tanto.
Urge ripristinare lo strumento di questa conoscenza.
Qui ovviamente ci troviamo davanti qualcosa di misterioso,però,la tesi rimane inalterata,rifiutando il razionalismo,il rapporto fra i 2 cervelli potrebbe migliorare,e forse chi lo sa,anche quello fra i 2 sessi?
« Ultima modifica: Marzo 28, 2012, 02:12:28 am da Salar de Uyuni »
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Re: Conosci tua moglie?Cabala,sesso,emisferi e peccato originale
« Risposta #1 il: Marzo 28, 2012, 01:21:43 am »
"e Adamo conobbe Eva sua moglie",intepretato dal Chasidut come il momento in cui Adamo fece teshuvà dal peccato dell'albero.

Teshuvà significa pentimento,ritorno a Dio,e quindi il sesso,è una forma di cancellazione di pentimento dal peccato originale...
Non certo il peccato originale,come qualcuno può avere maldestramente pensato credendo che il peccato consumato fra Adamo ed Eva fosse il sesso.
No il sesso,è una parziale ''rettificazione'',del peccato originale.
Evidentemente senza peccato originale,NON ERA NECESSARIO.
(Non chiedetemi che cos'è perchè non lo so)
E poi,comunque,io parlo di ''sesso'',ma noi moderni,da questo punto di vista,siamo degli ignoranti,perchè abbiamo un unico termine per designare qualcosa che in ebraico antico veniva designato con tante sfumature diverse,di cui ''conoscere'',era una delle tante espressioni.
Ce ne sono mi pare una decina in tutta la Bibbia,e ognuna ha una sua sfumatura diversa.
E questo ripeto,la dice lunga,su come ''conosciamo'' le nostre donne (e viceversa).
« Ultima modifica: Marzo 28, 2012, 02:14:00 am da Salar de Uyuni »
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Re: Conosci tua moglie?Cabala,sesso ed emisferi
« Risposta #2 il: Marzo 28, 2012, 01:52:08 am »


Dirò di più,Teshuvà,non significa semplicemente pentimento,teshuvà,è:

''Ricordiamo brevemente cosa sia la teshuvà. Si è tentato di tradurre questo termine con: "conversione", "pentimento", "ritorno", ecc. ma nessuna di queste parole trasmette l'intera gamma di ciò che "teshuvà" contiene. Pur provenendo della radice "lashuv", "ritornare", la teshuvà è più una "metanoia", un mutamento radicale del modo di pensare, di sentire, di essere, a seguito di un'esperienza trascendente. E l'esperienza trascendente, in questo caso, è l'amore. Si può ritornare ad un luogo oa d uno stato di coscienza dove ci si era già trovati, ma la teshuvà ti porta in uno spazio-tempo totalmente nuovo e rinnovato.
Certo, la teshuvà è preceduta dalla chiara sensazione di stare sbagliando, di avere sbagliato. Ci si è allontanati troppo dalla vera parte di se stessi, dai traguardi che volevamo raggiungere, dal luogo dove desideravamo dimorare, da Dio. È il profondo bisogno di ritornare a casa, da figliol prodigo.
Secondo la Cabalà, teshuvà è "tashuv Hey", "torni la Hey!" Un imperativo, la richiesta che torni l'ultima Hey del Nome di Dio; una preghiera: "Possa la Shekhinà tornare dal suo esilio". Un modo di comprendere ciò è di vedere nella Shekhinà la parte più alta, nobile, della nostra consapevolezza, la Neshamà, che si rende inaccessibile, staccata dal resto delle facoltà umane, quando la persona "pecca".

Ecco la Teshuvà fra Adamo e Eva è amore,disperato tentativo di cercare il perdono,per qualcosa che abbiamo commesso con la caduta,forse non è poi così strano che l'uomo si senta in colpa,questo ha dei tratti metafisici,un pò più strano,è che Eva si senta chiamata fuori dalla colpa,e dunque dall'amore.
Sarà che essa continua essere attratta dal serpente,più di quanto lo sia da Adamo e dal suo creatore?
Sempre una tradizione cabalistica,sostiene CHE IL SERPENTE VOLEVA CHE ADAMO MANGIASSE IL FRUTTO DELL'ALBERO DELLA CONOSCENZA,AFFINCHE' ADAMO MORISSE E LUI POTESSE SPOSARLA.
Proviamo a fare un gioco,e facciamo finta,che questo mito antico non parli di un'evento accaduto al principio dei tempi,ma di un'avvenimento,che noi descriviamo tutti i giorni,e che sta accadendo adesso,con degli attori ben identificati.
SE AL POSTO DI ALBERO DELLA CONOSCENZA,NOI SOSTITUIAMO ,POTERE DELLA SCIENZA,CI SOVVIENE UNA NOVELLA FAMILIARE,CHE QUI SI NARRA SPESSO.
L'ELIMINAZIONE DI ADAMO(L'UOMO MASCHIO),DA PARTE DEL SERPENTE (IL POTERE,SATANA,L'INGANNATORE),TRAMITE IL  DELIRIO DI ONNIPOTENZA SCIENTIFICO,(SE MANGERAI DELL'ALBERO DELLA CONOSCENZA,SARAI SIMILE A DIO).
Alla fine,ebbro delle nuove conoscenze,Adamo avrebbe dovuto autoeliminarsi (fine della necessità riproduttiva maschile),e il Serpente,(il potere),si sarebbe sposato con Eva e l'avrebbe tenuta per sè.
Un progetto diabolico...
fallito,perchè furono buttati fuori tutti e tre dal Principale
Ma alcuni,specialmente gli uomini,più che le donne,ne provano nostalgia...
Come tutti i miti,non un evento storico,ma più eventi storici,qualcosa che è destinato a ripetersi,che contiene in sè,il germe del crollo di ogni civiltà,di ogni periodo aureo della razza umana.

Amore e colpa.
Amore e pentimento.
Amore e perdono.
Sembrano i tre vertici di uno stesso triangolo...
E' il peccato originale questo triangolo?
Elimina uno di questi 3 elementi ed elimini anche gli altri.
Si sa,la religione ebraica è imperniata sul senso della colpa.
Ma non fate l'errore di distaccarvi da ''quella tradizione primitiva'',perchè in verità essi erano raffinati psicologi,molto più di noi.
« Ultima modifica: Marzo 28, 2012, 02:28:11 am da Salar de Uyuni »
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Re: Conosci tua moglie?Cabala,sesso ed emisferi
« Risposta #3 il: Marzo 28, 2012, 01:57:10 am »
Quest'interpretazione è un pò eretica,ma non è forse vero,che il mito,a differenza di come viene scritto un libro storico,contiene le chiavi per interpretare un pò tutte le situazioni?
Ovviamente neanch'io in fondo,penso che sia questa l'Interpretazione con la I maiuscola,però,curiosamente,ha un suo senso,una sua allegoria,e fa combaciare 2 mondi apparentemente lontani,come quello mitologico-biblico,e la modernità ''nuova''...
Ma l'Ecclesiaste avverte:niente di nuovo sotto il sole...
« Ultima modifica: Marzo 28, 2012, 02:34:06 am da Salar de Uyuni »
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

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Re: Conosci tua moglie?Cabala,sesso ed emisferi
« Risposta #4 il: Marzo 28, 2012, 01:58:43 am »
Eva ti amerà,e ti preferirà al potere,solo quando,avrà nostalgia del paradiso perduto.

« Ultima modifica: Marzo 28, 2012, 02:16:53 am da Salar de Uyuni »
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Re: Conosci tua moglie?Cabala,sesso,emisferi e peccato originale
« Risposta #5 il: Marzo 28, 2012, 11:43:42 am »
Diversi modi di nominare l'atto sessuale nella Bibbia

http://cabala.org/articoli/atto_amore1.htm


LEHITALES.

La radice di questa parola è Ain - Lamed - Samekh, una radice usata molto di rado, solo tre volte in tutto il Tanakh.



Essa descrive la celebrazione dell’unione sessuale quando arriva ai vertici del piacere per entrambi i partecipanti. Il piacere deve avere la sua base nel fisico, infatti la radice inizia con la lettera Ain, la lettera del "profondo" (Amoq), la lettera della fisicalità, nel suo aspetto freddo ed inerte (non a caso il Libro della Formazione connette questa lettera al Capricorno, un segno ritenuto sessualmente "freddo"). Occorre dunque che la celebrazione coinvolga la parte fisica, si appoggi su di essa, scaldandola e sciogliendone i grumi.

Poi nella radice c’è Lamed, la lettera dell’altezza, dell’elevazione. Dalla profondità all’elevazione, ecco l’effetto del "lehitales". La Lamed, sempre secondo il Libro della Formazione, governa il senso del Tashmish (rapporto sessuale).

Infine, la radice termina con la Samekh, la lettera della circolarità. Occorre dunque che questo passaggio dal basso all’alto sia circolare, cioè si ripeta, come una ruota. Oppure, l’azione combinata del piacere esperimentato sui centri bassi (Ain è l’iniziale di "oneg", "orgasmo"), insieme a quello provato dai centri alti, Lamed, mette in moto la ruota della consapevolezza, la Samekh, in un continuo girare felice, che porta gli amanti da una condizione all’altra di piacere sublime.

Il luogo esotericamente più importante nel quale compare la radice Ain - Lamed – Samekh è in Giobbe 39, 13:

"L’ala degli struzzi batte festante" "kanaf rennanim ne’elsah"

Delle tre sole volte in cui questa radice compare, due sono nel libro di Giobbe, già un segno della loro qualità di unicità. Infatti, Giobbe è una quintessenza di tutto il progetto esoterico della Bibbia. In breve, tale progetto consiste nel dare all’essere umano gli strumenti per liberarsi dal veleno ipnotico dell’albero della conoscenza, e scegliere una volta per tutte la medicina riconciliante dell’Albero della Vita .

Non a caso, è proprio alla fine del libro di Giobbe che compare la lista delle Cinquanta domande che sono le chiavi d’accesso alle Cinquanta Porte dell’Intelligenza, la totalità del Sapere che libera dall’illusione dualistica. Non solo, ma la frase:

"L’ala degli struzzi batte festante"

pur non essendo una domanda, viene inserita dai Maestri nella lista delle Cinquanta, proprio al quarantacinquesimo posto (tra poco diremo qualcosa del 45 in Cabalà). È più che lecito a questo punto chiedersi cosa c’entrino gli struzzi con la gioia della sessualità ai suoi massimi livelli. La risposta sta nel loro nome: rannenim, dalla radice RINA (Resh Nun Hey), uno dei termini indicanti "felicità", specie quella del matrimonio. Parafrasando il verso precedente:

"la danza amorevole dei due amanti genera la 45° Porta dell’Intelligenza"

45 è il numero di Zeir Anpin, del "Volto in Miniatura", della Luce Nuova, con la quale il mondo viene rettificato. È Adam, l’essere umano del mondo della rettificazione, che viene generato dagli intensi campi di piacere dei "rannenim", dagli amanti gioiosi. Ogni generazione è il risultato di un’unione sessuale. Ciò non è vero al solo livello biologico, ma anche a quello psicologico e spirituale. Ogni unione, specie quando arriva ad essere sessuale, e specie quando questa viene vissuta ai picchi del lehitales, genera dei sottili campi di positività, che vanno a nutrire l’Adam, il progetto Uomo – Donna del mondo della rettificazione.

 

LADA’AT - CONOSCERE

Questo bellissimo termine costituisce un riferimento tutto a se stante. È forse il più profondo e significativo dei verbi indicante l’unione sessuale uomo-donna. Il suo mistero ruota intorno all’esperienza archetipa di Adamo ed Eva nel giardino dell’Eden, e in seguito. Infatti è proprio la loro scelta di cibarsi dell’albero della conoscenza (etz ha-da’at) a condizionare il loro futuro individuale, come pure quello della qualità della loro unione.

Secondo La Cabalà. ci sono due modi principali tramite i quali opera la conoscenza: unione e separazione. Adamo ed Eva scelgono di fare da prima l’esperienza della separazione, e poi quella dell’unione. Lo stesso cammino viene seguito fedelmente dal resto dell’umanità, sia come singoli, che come collettività di svariate generazioni.

"Conoscenza", Da’at, è anche il nome di una misteriosa Sefirà dell’Albero della Vita, a metà strada tra le prime tre e le ultime sette. Se osserviamo il Pilastro del Mezzo, vedremo come la sua misteriosità sta nel fatto che, se posta sull’Albero, porta il totale delle Sefirot ad 11, contrariamente a quanto affermato in modo categorico dal Libro della Formazione: "Dieci e non nove, dieci e non undici" (parlando delle Sefirot).

Tuttavia La Cabalà. è unanime nel parlare dell’esistenza di questo stato della consapevolezza, e nel citarlo come una vera e propria Sefirà. Di solito il problema viene risolto facendo notare come Da’at sia soltanto una manifestazione di Keter, un pochino più in basso. Se nell’Albero viene inserita Da’at, non viene più contata Keter, e viceversa.

Come osservato in precedenza, Adamo ed Eva, dopo essere stati creati, non possedevano ancora un tipo di intesa quale La Cabalà. chiama: "panim le panim", faccia a faccia, cioè totale, profonda, oggettiva. Con l’albero della conoscenza (separativa) se ne rendono conto, cadono le false illusioni, ed essi misurano la vera distanza che li separa l’uno dall’altro. Il Midrash narra che Adamo rimase separato da Eva per 130 anni, dopo la cacciata dal giardino. Fu questo il tempo necessario ad elaborare i perché della loro diversità. Infine, ritornati insieme, la Bibbia dice: "E Adamo conobbe Eva sua moglie…"

Questa volta la conoscenza era unificante. Infatti, dal loro nuovo rapporto, nacque Shet, dal verbo indicante "porre", che rimpiazza Caino ed Abele come vero e durevole capostipite dell’umanità.

"Conoscere", utilizzato per descrivere l’unione sessuale, esprime una grande completezza. Come prima cosa, sembra escludere esperienze motivate dalla sola attrazione sensuale, dalle sole pulsioni fisiche. Per conoscersi occorre frequentarsi, parlare, interrogarsi. Conoscere significa confrontare i propri punti di vista sulle principali questioni che riguardano la vita. Non si pensi a soli dialoghi filosofici, ma anche all’aspetto individuale, di problemi o tematiche che ciascuno dei due sta vivendo, e che vuole condividere con l’altra persona. Conoscersi significa, infine, prendere consapevolezza della parte misteriosa ed inconoscibile che ciascuno possiede, parte essenziale dello spazio vitale della relazione. È il segreto che ciascuno porta dentro, rispettando ed avvicinandosi al quale si realizza la vera intimità.

Dal punto di vista cabalistico, dopo la caduta di Adamo ed Eva, inizia una lunga e lenta opera di rettificazione delle scintille cadute. È come se l’intero edificio del quale è fatta l’umanità, e ciascuno di noi, dovesse venire ristrutturato e ripristinato. Questo edificio è nella forma di un l’Albero della Vita , dotato quindi di dieci Sefirot. Ed è come se, in ogni periodo della storia umana, fossimo tenuti ad operare di più su di una o sull’altra di queste componenti. C’è stata l’età della Forza, quella dell’Amore, quella dell’Intelligenza, quella dello Splendore, quella del Regno, ecc. Ovviamente, la divisione non è così netta, e per via del principio dell’interinclusione, in ogni età troverete le altre. Tuttavia ci sono delle enfasi ben precise, alla stregua di quanto avviene nel ciclo religioso dell’anno. Pessach è molto diversa da Shavuot o da Rosh Ha Shannà. E i rituali religiosi adatti all’uno non sono adatti all’altra, e viceversa.

Per molti motivi, ci sono dei segni chiarissimi che l’umanità è arrivata al compito di rettificare la Conoscenza, senza la quale anche l’Intelligenza non potrà funzionare correttamente. Ed ecco che i vari significati del verbo "conoscere" si stanno rivelando, e con essi la vasta gamma delle esperienze che li incarnano.

L’ambiguità, uno dei problemi di Da’at.

Dice il Libro della Formazione: "omeq tov, omeq ra", "profondità del bene, profondità del male". Si tratta di una delle migliori possibili definizioni di Da’at. La stessa facoltà che porta l’essere umano ai vertici del sentirsi unito, dell’esperienza di quell’inebriante piacere beatifico proveniente dal superamento di ogni solitudine esistenziale, è anche quella che lo fa di colpo sprofondare nell’abisso dell’incertezza, del dubbio, dell’instabilità minacciosa che rimette in discussione legami, affetti, amicizie, progetti.

Ci si ricordi come, nella lista dei Sette Re di Edom, si primo si chiami Bela, che significa "ingoiare". È lo sprofondare, lo scomparire improvviso dei valori sui quali avevamo basato il rapporto, delle caratteristiche positive, amichevoli, della persona che credevamo di "conoscere". "Non sei più la persona che conoscevo"!! viene quasi spontaneamente da osservare. Invece, questo è l’altro aspetto della stessa persona, e anche questo aspetto va "conosciuto", per quanto doloroso o sorprendente possa essere.

 

LIV’OL

Viene da una radice che è la stessa di "baal", "padrone". Indica un senso di possesso, di dominio. Come tale non è certo il migliore dei modi per fare l’amore, "possedere qualcuna"! Si riferisce ad un rapporto sessuale imposto, non proprio uno stupro, ma un atto che la donna non desidera e non ricerca, e al quale è costretta a prendere parte, forse perché il compagno è il marito, che vuole a tutti i costi scaricare i suoi istinti, o forse perché è stata pagata per farlo.

Anche in questo verbo troviamo la stessa radice del nome del primo dei sette re di Edom, Bela (Beit – Lamed – Ain), ma permutata (Beit – Ain - Lamed)

SHAGAL

Espressione oltremodo elegante, compare una mezza dozzina di volte, con significati contrastanti. In Deuteronomio 28, 30 significa "coricarsi con lei", in modo neutro, anche se Rashi fa osservare che il termine è connesso con pileghesh, "concubina", la cui radice, Lamed – Ghimel – Shin, è una permutazione di Shagal. In Isaia 13,16 significa invece "stuprare", come pure in Zaccaria 14,2. Anche il Geremia 3,2 ha una connotazione negativa, "fornicare". Il senso viene invece completamente ribaltato nel Salmo 45, 10:

"benot melakhim be-yikrotekha,
nitzva sheghel le yemineikha be-ketem ofir"

"figlie di re si trovano tra le tue cortigiane, alla tua destra sta la regina SHEGAL (rivestita) dell’oro di Ofir".

Sono espressioni di promesse messianiche. Il Messia viene ad inaugurare il Regno di Dio in terra. Shegal vuol dire "regina", la regalità messianica.

Questo shegal è il culmine dei livelli di positività ai quali arriva il termine. Il fatto che significhi "regina", è una conferma di quanto detto in apertura di questa sezione, e cioè di come l’arte dell’amore, della parte sessuale e sensuale dell’amore, fosse riservata alla sola casta regale. Nel Talmud compare un’opinione minoritaria secondo la quale shegal vorrebbe dire "cagna", peggio, una cagna riservata a degli scopi immorali (bestialità). Tuttavia viene affermato con enfasi: le olam shegal malkheta hi, Shegal significa sempre "regina".

Dal punto di vista simbolico, le tre lettere che compongono la radice



 sono in una successione molto interessante: Shin 300, Ghimel 3, Lamed 30. 333, la triplicità nei sui tre livelli base: unità, decine e centinaia. Parafrasata, shaghal diventerebbe: "Gal Shin", "l’onda della Shin". Un’altra permutazione di questa radice: galash, significa: "scivolare sulle onde".

In definitiva, questo termine si riferisce ad un vasto insieme di significati, dai più barbari e volgari, fino ai più nobili, fino al piacere sottile del scivolare sulle onde del piacere risvegliato. La chiave di volta è probabilmente la permutazione sheleg, "neve", da sempre un simbolo di purezza nella Bibbia. La purezza nell’intenzione dell’atto è ciò che definisce il livello al quale esso si colloca.

 

SHAKHAV

  
Letteralmente significa "coricarsi". Viene usato centinaia di volte, è forse il termine più frequente. A parità di altre lingue, significa anche "coricarsi per dormire", oppure, "morire". La sua connotazione sessuale diventa ancora più evidente in "shikhvat zera", un’emissione di sperma. Quando una radice compare così frequentemente, bisogna accontentarsi di studiarla prendendo alcuni dei suoi aspetti più particolari. Di solito essa denota l’atto sessuale compiuto in modo normale, da "coricati", senza particolari pretese od intenzioni di raggiungere suo tramite chissà quali estasi o esperienze. È un "coricarsi", un abbassamento della coscienza. Ciò non va inteso in senso negativo, in quanto la consapevolezza deve sovente scendere nelle zone inconsce della personalità per arricchirsi.

In un’occasione, Rachele dice: lakhen yishkav imakh ha laila, "quindi egli (Giacobbe) dormirà con te stanotte". Si fa notare che yishkav è come Yesh Kaf Beit, "ci sono i 22", sottintendendo le 22 lettere della Torà. È quindi un atto dove sono raccolte tutte le potenzialità creative, ma ancora in uno stato indifferenziato. Anche qui molto dipende dalla purezza dell’intenzione. Infatti una delle permutazioni di shakhav è keves, "pecora", un altro dei simboli della purezza e dell’amore nella Bibbia.

(nel libro le spiegazioni vengono espanse e completate, con altri sei termini diversi, che esprimono la totalità della costellazione dell'atto dell'amore maritale)
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Re: Conosci tua moglie?Cabala,sesso,emisferi e peccato originale
« Risposta #6 il: Marzo 28, 2012, 20:01:46 pm »
Secondo alcune tradizioni l'albero del bene e del male,è l'albero della vita (quello sephirotico,presentato nel primo post),senza la colonna centrale,ovvero privato di quegli elementi che conciliano maschile e femminile,positivo e negativo.
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Re: Conosci tua moglie?Cabala,sesso,emisferi e peccato originale
« Risposta #7 il: Marzo 29, 2012, 13:05:03 pm »
Probabilmente l'interpretazione da me presentata dell'episodio del genesi è da riformulare secondo le indicazioni delle tradizioni cabalistiche.
Provo a riformularla.
Secondo queste tradizioni appunto,l'albero della vita,e quello del bene e del male,si distinguono perchè a quello del bene e del male manca la colonna centrale.
L'albero della vita,secondo la cabala l'ho già postato,è questo:





La colonna destra è detta colonna della severità,ed è maschile.
La colonna sinistra è detta colonna della misericordia,ed è femminile.
La colonna centrale è quella della temperanza,ed è detta DI EQUILIBRIO.

Se manca la colonna centrale,l'albero della vita,diventa l'albero della conoscenza del bene e del male.

Questo cosa vuol dire?
Probabilmente vuol dire che sì,l'universo si declina in opposti,MA IL PECCATO CONSISTE,PROBABILMENTE,PROPRIO NEL VOLER DARE UN'ACCEZIONE MORALE A QUESTI OPPOSTI.
Ovvero dare un'accezione positiva,al femminile,piuttosto che al maschile,al giorno,piuttosto che alla notte,alla sinistra piuttosto che alla destra.
In questo senso,sì,io penso che IL GENESI SIA ESTREMAMENTE MODERNO.
Ovvero,la prima a subire la tentazione di ritenersi superiore,e di dare un valore morale agli opposti,è la donna.
Ma la colonna sinistra,quella femminile non porta a Dio.
Ma neanche quella destra.
Solo quella centrale porta a Dio.

Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''