Autore Topic: La fine del darwinismo,è anche quella della logica consequenziale  (Letto 1215 volte)

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

Offline Salar de Uyuni

  • WikiQM
  • Veterano
  • ***
  • Post: 2927
  • Sesso: Maschio
  • RUMMELSNUFF
Così un darwinista ha seppellito DARWIN

Secolo d’Italia10 Marzo 2012


Stampa

E-mail

   Text size
 «La disfatta evoluzionista», un libro di Maurizio Blondet
 
Nel corso dei decenni – coerentemente con le sue premesse ideologiche – l’evoluzionismo stesso «si è evoluto». Molte delle concezioni originarie di Darwin sono state riviste e in certi casi tacitamente abbandonate dai suoi sostenitori. Il darwinismo ottocentesco tuttavia continua a vivere nelle trasmissioni di Piero Angela, che a sua volta attinge dagli affascinanti documentari della BBC. L’idea che tanti piccoli ominidi si mettano in fila e che l’ultimo della fila sia l’Homo Sapiens Sapiens; l’idea che il Neanderthal sia un vecchio nonno defunto (un «caro estinto» verrebbe da dire) continuano ad essere divulgate al popolo dei telespettatori e anche agli studenti. Quando si supera l’ambito della divulgazione le cose si fanno più complesse. La fila evolutiva degli ominidi si sparpaglia come una fila di studenti discoli in gita sco-lastica; si scopre che il Neanderthal non è un nostro progenitore e che in passato sono esistiti tanti diversi modi di umanità.
 
L’Homo Sapiens Sapiens si è affermato perché meno «specializzato», meno adattato a una singola nicchia biologica. Il Sapiens Sapiens non ha sviluppato armi naturali, ma fin dall’inizio ha posseduto la prodigiosa capacità di produrre cose nuove, riflesso di una intelligenza singolare. Eppure egli è indifeso: nella corsa, nello scontro corpo a corpo con i predatori difficilmente compete. I suoi stessi tratti somatici conservano qualcosa di infantile (è ciò che gli etologi chiamano «neotenia»), al contrario lo scimpanzé e i gorilla ci appaiono come esseri «senili», caduti in una misteriosa vecchiaia biologica.
 
Tra i darwinisti, uno dei più importanti dell’ultima generazione, Stephen J. Gould ha introdotto delle riforme significative rispetto alla teoria originale. Gould ha affrontato con chiarezza uno dei problemi più drammatici della dottrina: la mancanza di anelli di congiunzione. Il celacanto che si supponeva essere il trait d’union tra pesci e anfibi si è rivelato essere un pesce… delle profondità marine. L’Archeopterix che doveva portare i rettili in cielo, così come l’Uomo di Piltdown si sono rivelati astuti prodotti di manifattura (vale a dire frodi scientifiche). Nel repertorio di fossili più vicini alla nostra famiglia, alcuni appaiono «umani, troppo umani» sia pur selvaggi e primitivi; altri ricadono ineluttabilmente nel pianeta delle scimmie. Gould ne prende atto ed elabora la teoria degli «equilibri punteggiati»: a lunghi periodi di «ordine» in cui le specie rimangono immutate e in equilibrio tra di loro, seguono fasi di tumultuosa trasformazione. All’ordine statico succede la rivoluzione ed esplodono forme nuove.

 Ma possono piccole mutazioni graduali sedimentarsi e produrre alla cieca forme completamente diverse? La questione del darwinismo è tutta qui. Ed è una questione ancora aperta. Maurizio Blondet nel suo saggio La Disfatta dell’Evoluzionismo, pubblicato da pochi giorni dalla casa editrice Effedieffe, ritiene che Gould nel corso della sua esistenza di ricercatore (conclusasi nel 2002 con la morte) sia giunto al punto di massima revisione del darwinismo: è stato così neo-darwiniano da risultare alla fine «post-darwiniano». «Il Gorbaciov del darwinismo» lo definisce Blondet. Come Gorbaciov voleva solo revisionare il motore del socialismo realizzato e invece produsse il crollo finale dell’Unione Sovietica, così Gould pensava di poter pun-tellare l’edificio ottocentesco della teoria darwiniana e forse ha posto le premesse di un cambio di paradigma scientifico.
 
Lo sviluppo della scienza ha radicalmente cancellato l’idea che la vita microscopica sia una vita «semplice», elementare. Anche il più piccolo batterio è più complesso di un’astronave. La sua complessità è irriducibile: tutte le proteine di un batterio devono essere perfettamente disposte fin dall’origine se il batterio vuole vivere, sopravvivere e riprodursi. Il Dna d’altra parte non è una catena di perline che si infilano una alla volta, ma è un sistema: paragonabile al software informatico. Esso peraltro contiene in sé un programma di autocorrezione che elimina nel giro di qualche generazione gli «errori di trascrizione».
 
Darwin conserverà sempre un posto importante nella storia delle idee, insieme a Marx, a Freud, testimoniando il livello di coscienza di un epoca, la mentalità che ha segnato la civilizzazione occidentale in un momento cruciale della sua storia. Ma se la scienza del Duemila si allontana da molti presupposti darwiniani, quale è l’alternativa? I creazionisti dell’Alabama?

Quelli che non aggiungono un giorno ai sette della Genesi? Anche qui Blondet attesta una «evoluzione» ideologica. Alla vecchia schiera dei creazionisti è succeduta una giovane generazione di scienziati che padroneggiano la fisica, il calcolo delle probabilità, l’informatica oltre che la biolo-gia. Sono i teorici dell’ «intelligent design»: scorgono negli organismi viventi l’impronta di un «progetto». Non dicono che lo ha creato il Dio della Genesi, in sette giorni. Ma fanno notare che tale «design» è espressione di una «irriducibile complessità». E contro gli adoratori del Caso fanno appello a una delle certezze fondamentali della Fisica contemporanea: il secondo Principio della Termodinamica, quello per cui in natura ogni cambiamento casuale evolve verso l’entropia e il massimo disordine. E più aumenta il tempo a disposizione, più il disordine aumenta.
 
Prendete un’opera. Il Don Chisciotte di Cervantes. Cervantes scriveva con la penna d’oca. Poi l’opera è stata stampata e si è mantenuta intatta nei secoli. Ma oggi viviamo nell’epoca dei programmi word e il don Chisciotte può diventare il file di un computer. Mettiamo una scimmia alla tastiera di quel computer e lasciamole battere a caso i tasti del computer. Dopo un’ora il Don Chisciotte sarà migliorato? Avrà un finale diverso? No, sicuramente sarà stato deturpato da errori senza senso: le mutazioni indotte dalla scimmia. Diamo più tempo alla scimmia, moltiplichiamo anche le scimmie. Gli errori frutto delle casuali digitazioni aumenteranno. Fondare l’edificio della vita sulle sabbie mobili della mutazione e del caso, dopo due secoli di tentativi, non è una impresa di facile realizzazione.
 
Alfonso Piscitelli
 
« Ultima modifica: Marzo 28, 2012, 13:49:20 pm da Salar de Uyuni »
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

Offline Salar de Uyuni

  • WikiQM
  • Veterano
  • ***
  • Post: 2927
  • Sesso: Maschio
  • RUMMELSNUFF
Re: Così un darwinista ha seppellito Darwin
« Risposta #1 il: Marzo 28, 2012, 13:47:22 pm »
Io non credo nell'evoluzionismo.
Ma la risposta all'evoluzionismo,è il creazionismo?
Io dico,tra le 2 vie,ce n'è una terza:''l'originazione dipendente''.

La disfatta dell'evoluzionismo,è la disfatta,di un ordine logico consequenziale,oltre che di un tentativo maldestro di mettere la metafisica fuori dai giochi.
Nasce prima l'uovo o la gallina?recita il quesito storico,che rappresenta l'assurdità del pensiero logico consequenziale,potremmo definirlo,il koan dell'occidente razionale.

L'evoluzionismo è l'estensione di quel quesito.
Come si può generare,evolutivamente parlando,la catena della coagulazione,se fino all'ultimo ammininoacido,dell'ultima proteina,quella catena proteica è evolutivamente inutile?
La disfatta dell'evoluzionismo,è la disfatta del razionalismo,ma anche,è bene ammetterlo della ragione consequenziale stessa.
Le specie si originano ''improvvisamente'',(perchè mancano sti benedetti anelli di congiunzione)come si originano,da dove nascono,come fanno a nascere,se il primo organismo,quello mutato,si deve accoppiarne con un altro della stessa specie,altrimenti la mutazione diventa sterile,perchè non si può riprodurre?
Bisogna riconoscere,che al di fuori del mondo dei batteri,la natura,è oggi,come prima della scienza,avvolta da uno spesso mistero insondabile.
Altrochè,''trovatemi un fenomeno paranormale e vi do 1 milione di dollari'',come dicono i razionalisti del csicop (il cicap americano),trovami tu,una spiegazione logica-consequenziale di questa roba e te le do io il milione di dollari.
Trovamelo 'sto cazzo di anello di congiunzione e te lo do io il milione di dollari...
Ma il punto,è che,non necessariamente bisogna far tornare il Grande Vecchio,sulla terra,tirandolo per la barba.
Ancora una volta c'è una spiegazione ''orientale'':quella dell'originazione dipendente.

Cito da un libro che ho sottomano di Hee-Kin-Jim:
''la filosofia tradizionale della scuola Hua-yen estendeva la sua ontologia nei termini dei 'principi dei dieci misteri''''jugemmon''.Il primo e nono principio sono di importanza cruciale per la nostra indagine sul problema del tempo.Il primo era il ''principio del completamento e coesistenza simultanei''(doji-gusoku-soo-mon) e il nono era il ''principio delle diverse formazioni degli eventi distinti dei dieci periodi''(jisse-kiakuho-ijo-mon).
Il primo è di solito considerato come il principiogenerale,perchè era alla base di tutti gli altri:''Tutte le cose e tutti gli eventi dell'universo si originavano,coesistevano e si integravano simultaneamente;erano correlati non solo in termini spaziali,ma anche temporali.
Da qui l'idea fondamentale della simultaneità (doji).
Fondamentalmente contraddittorio e incompatibile-come uno e molti,o non-differenziazione e differenziazione-il primo non veniva dopo il secondo,e viceversa.Al contrario,queste coppie di antitesi esistevano simultaneamente.
(...)il principio della reciproca identità e della reciproca penetrazione era applicato più specificamente al tempo nel nono principio delle diverse formazioni degli eventi distinti dei dieci periodi.''Dieci periodi'' significava qui il passato,il presente e il futuro;ciascuno conteneva i tre periodi in virtù del principio della reciproca identità e della reciproca penetrazione.Il passato,il presente e il futuro comprendevano così nove periodi in tutto,che a loro volta formavano un periodo-per un totale di dieci periodi.Ognuno di questi dieci periodi era realizzato nel momento presente di un singolo pensiero.
« Ultima modifica: Marzo 28, 2012, 14:00:05 pm da Salar de Uyuni »
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

Offline Salar de Uyuni

  • WikiQM
  • Veterano
  • ***
  • Post: 2927
  • Sesso: Maschio
  • RUMMELSNUFF
Re: La fine del darwinismo,è anche quella della logica consequenziale
« Risposta #2 il: Marzo 28, 2012, 13:59:17 pm »
Meditate su questo per un momento:''qualche esistenza,qualche mondo è forse escluso da questo momento presente?(Dogen)
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

Offline TheDarkSider

  • WikiQM
  • Veterano
  • ***
  • Post: 2151
Re: Così un darwinista ha seppellito Darwin
« Risposta #3 il: Marzo 29, 2012, 09:42:15 am »
Io non credo nell'evoluzionismo.
Con tutto il rispetto, la micro-evoluzione è un fatto accertato ( si usa da tempo in diversi processi produttivi ), la macro-evoluzione è più controversa ma almeno è una teoria scientifica che ad oggi è più confermata che smentita.

Certo problemi quali l'origine ultima della vita non sono affrontati né risolti dall'evoluzionismo.
Ma io eviterei i libri di Blondet per chiarirmi le idee ;)
"Le donne occidentali sono più buone e tolleranti con gli immigrati islamici che le stuprano che con i loro mariti."
Una donna marocchina