Cambio topic per un attimo e poi continuo (per quel che posso) a rispondere alle vostre domande e alle vostre sollecitazioni.
Non voglio intervenire su topic "vostri" perché questa è casa vostra e io non sono qui per accomodarmi e spalmarmi e produrvi disagio. so qual è il mio posto, quello dove mi avete fatto accomodare, mi avete offerto un caffè, mi avete sorriso, stretto la mano, e come tutti gli ospiti devono fare non ho intenzione di restare a lungo perché la mia non è una conversione.
però leggo che tra voi c'è chi non vuole parlare con me, c'è chi scalpita e io non sono il tipo che esige una schermatura a barriera da moderatori che devono cazziare alcuni (in casa loro, poi) per evitare che mi dicano cose sgradevoli. C'è chi risorge per dirvi che io non sono il nemico ma con questa non-nemica non bisogna fraternizzare, non bisogna provare empatia, parla di motivi che certamente vi riguardano e di tette. E pensare che non ero neppure venuta in topless.
Vi farà piacere sapere che dall'altra parte c'è chi considera il mondo come diviso in trincee e che queste mie mosse non sono per così dire gradite. C'è chi toglie il saluto, chi tiene, giustamente, a dire che sono cazzi miei, chi prova a rispiegarmi i mille e uno motivi per cui dovrei restare dietro la trincea a sparare colpi a bruciapelo e poi abbassare la testa per schivare le reazioni, chi mi dice "abbassati, scema, non puoi camminare a testa alta sul campo di battaglia" perché questo impedisce ad altre di sparare perché in mezzo ci sono io che potrei essere colpita e cadere. E certamente non voglio fare lo scudo umano.
Parrebbe così semplice da dire che le guerre sono una stronzata e che io ne ho le ovaie (scusate il linguaggio femministese) piene, ma da sempre, di vivere i luoghi come chiese, le idee come dogmi e gli amici come branchi. Non è da me. Io non sono così. Se mi si costringe a fare qualcosa io rispondo picche, se mi fai sentire stretta pure a casa mia io vado a farmi un'altra casa, se si dice che io devo limitare le mie letture solo ai testi sacri della mia religione io vado a procurarmi quelli di quell'altra e l'altra ancora perché io ho la mia idea ma non sono prigioniera della mia idea e non intendo essere ostaggio di niente e di nessuno. Con rispetto per chi ci ha già provato, per chi non ha voglia, per chi ha già maturato sue certezze e ha le sue priorità, per chi scambia un esercizio di libera intelligenza per una disponibilità di mammelle, con rispetto per tutti/e se questa mia "intrusione" diventa un problema per voi e per me, se le chiacchiere a bordo campo incutono timore a chi discute e indicano toni più eccitanti da usare per meglio soddisfare la voglia di chi produce tifo per una delle presenze dentro il ring, se il confronto invece che una chiacchierata diventa un match, allora io tolgo i guantoni perchè non li ho mai indossati, perché non è quello che voglio fare, perché evidentemente è venuto il momento di cercare un altro posto, un posto neutro, né mio, né vostro, dove continuare serenamente a ragionare lasciando a chi lo vuole la libertà di continuare a fare guerre. Allora faccio una proposta, la faccio a chi ha voglia di continuare a ragionare, un altro blog, dove io e un'altra persona, qualcuno di voi, a gestione condivisa, possiamo dire del mondo ciò che ciascuno vuole, in toni altrettanto civili, e dove si possano approfondire le cose senza idee preconcette.
Lo so che mi conoscete, e ha ragione il vostro vecchio amico a dire che la nemica non sono io, e le nemiche non sono neppure le altre per quello che ne so. Il punto è un altro e ve lo sottopongo. Io sono testarda, determinata. Sapete che è così. Se Milo mi dice che la violenza delle donne è pari a quella degli uomini voglio andare a fondo, non so quanto tempo ci vorrà e in che modo ma lo scoprirò ed è un dato che farò emergere. Se Jason mi dice che è in atto il male-bashing farò critica della comunicazione anche in quel senso e studierò per capire dove e come e in che modo e perchè. Se mi si dice che la giustizia prende una piega autoritaria io non mi farò scudo delle vittime di violenza sulle donne per dire che va bene perché l'autoritarismo, in tutte le sue forme, fa schifo pure a me. Così come griderò forte che le donne devono poter lavorare e non farsi mantenere da nessuno, che i figli devono essere gestiti da entrambi i genitori, che tanto dolore non può essere ignorato, perché, che ci crediate o no, io non vedo il mondo diviso in trincee ma vedo tanti esseri umani, persone, e se le persone soffrono a me, che pure non sono madre teresa di calcutta, importa. Mi importa per davvero.
E in quanto alla ricerca di approvazione, vorrei dire, al vostro amico, che non sono io che vado in giro ad elargirne ma - non so se lui è al corrente - è da anni che ricevo puntualmente suggestioni, sollecitazioni e inviti, talvolta, diciamolo, fatti rudemente, ma comunque richieste di interesse, arrabbiate, sofferte, togliamo di mezzo gli eufemismi, incazzate, talvolta feroci. Da anni ricevo richieste di "approvazione", non solo io certamente ché non credo mi abbiano scambiato per una santa, ma ero e sono visibile e giudicata di volta in volta responsabile, complice, fiancheggiatrice, artefice, non so, di mille complotti e piani di sterminio ai danni degli uomini. Invece io sono solo io e - sorpresa - ho un cervello e un cuore e se dopo tanto bussare, a volte con teste d'ariete offerte in gruppo, mi si dice che non c'è ricerca di un confronto, di un dialogo, di approvazione allora devo arguire che era solo un fare a botte tra trincee e che il piano fosse l'invasione delle linee nemiche per sconfiggerle, eliminarle e fine così.
Parliamo da persona a persona: potete continuare a consolarvi all'idea che io sia una cattivissima donna che sogghigna mentre un uomo viene portato in carcere ingiustamente, che prepara pozioni magiche per fare apparire gli uomini come bestie feroci, potete addebitarmi comodamente tutta una serie di cose che vi lasciano qui saldi a fare la vostra guerra, tutti uniti, compatti, a rispondere all'invito di serrare i ranghi, o - ed è importante il fatto di sapere che si ha nella vita un'altra opzione - senza voler minimamente banalizzare e sminuire e semplificare i vostri motivi - e chi sono io per farlo, nessuno - potete, chi tra voi lo vuole, immaginare il mondo, almeno il mio, come qualcosa di più complesso, dove la semplificazione è solo impedimento per una crescita reciproca, dove tutti sono, siamo, solo espressione di parzialità, dove si può arrivare, forse, con quello che io chiamo il metodo del consenso, ad una verità che non è A, non è neppure B, ma forse è una C espressione di una reciproca contaminazione e se anche non si trova una cavolo di teoria di base da sposare (due palle, 'ste teorie!), ché non mi reputo esecutrice di missioni sacre, brandendo nel campo di battaglia il testo sacro della de beauvoir, allora semplicemente si parlerà la lingua dei sogni, dei bisogni, delle necessità comuni, della convivenza civile e del buon senso.
Ditemi che ne pensate, se volete, e nel frattempo che si decide io tenterò ancora di rispondere alle vostre domande, fino a quando non direte basta e io, cordialmente, vi saluterò.