Ecco il "prode" femminista maschiopentito Questo Uomo (?) No Gasparrini aizzare le "masse"... Ridicolo come sempre, stavolta il Superman Femminista crea "scompiglio" con le sue teorie
http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/07/03/il-sessismo-delle-donne-nel-movimento-femminista/Scusa Fede, una domanda:
“Le parole delle categorie discriminate dovrebbero valere di più dei quelle del discriminante.”
Bene Fede, se la metti così c’è un problema: io come antisessista sono pesantemente discriminato dalla maggior parte degli uomini. Che ti assicuro, non sono teneri con chi non rispetta quello che la Terragni definì il “patto di genere”. Evito accuratamente – per quanto possibile nella sfera delle mie possibilità – di usufruire dei vantaggi di una cultura maschilista. Secondo te, per questo motivo le mie parole dovrebbero di per sé valere di più di quelle di un altro uomo, quando io parlo di antisessisimo? Perché sono un discriminato?
Non credo proprio.
E nota bene, come ho detto nel mio post precedente, che nei miei post antisessisti io parlo agli uomini. E non mi sono mai permesso di definirmi femminista, ma sempre e solo antisessista: per i maschilisti è molto più difficile da digerire, soprattutto se invece di usare nickname metto nome, cognome e faccia veri.
Se valgono qualcosa, le mie parole valgono per una verità che disvelano, per una critica che non tacciono, per una posizione che prendono, per una ipocrisia che smascherano, per una pratica che propongono – sempre se e quando ci riescono. Mi assumo anche la responsabilità della loro incomprensibilità, o del loro fallimento: non valgono perché sono le parole di un discriminato.
Il sessimo è trasversale ai generi e alle appartenenze politiche – e il linguaggio ordinario è pieno di violenza sessista. Che lo usi un discriminato, purtroppo, non garantisce proprio nulla. Soprattutto il discriminato deve imparare un linguaggio diverso, o continuerà ad essere violento e/o manipolato, alimentando le abitudini culturali e sociali che lo hanno reso tale. Per questo qui in Femminismo a Sud ci teniamo molto a cambiare il linguaggio. Se ripeti le parole del sessista, veicoli il sessismo.
Un esempio? Le parole di nadir, nel mio ultimo post:
“si gasparrini, l’abbiamo capito che tu NO, che solo tu capisci le femmine meglio delle femmine stesse, non fai che ripetercelo e ogni volta che lo ripeti sembri un po’ più compiaciuto”
A parte le inesattezze che contiene, io questo lo trovo un commento sessista. Non so – e non mi interessa – se nadir sia sessista, ma queste parole sono sessiste; io me la sono presa, nel post su Gramellini, con un uomo che pensa di sapere “cosa vogliono le donne”, e lo fa rendendo anche me prigioniero della favoletta del cavaliere magnanimo. Invece nadir ha creduto che il cavaliere volessi farlo io; io non uso la parola “femmine” nel senso che ha usato nadir, men che mai mi sogno di sapere o dire cosa vogliono le donne, e una pratica come quel “ripertercelo” non l’ho mai messa in atto. E queste cose le ho pure scritte chiaramente, nel post.
Io non sono un cavaliere magnanimo e ipocrita. Sono un antisessista, e parecchio stronzo e antipatico, soprattutto virtualmente. Il mio dialogo – ho imparato questo, sulla mia pelle – lo concedo a chi ne fa un buon uso. Chi parte con parole simili a quelle di nadir, con me non ci parla. Uomo, donna, o di qualunque altro genere sia.
A fare le scuse dopo sono capaci tutti. A dare una bella ripulita al proprio linguaggio prima di parlare, un po’ meno.