per me più chiaro di cosi non poteva essere che a volte Dio chiede il sacrificio dei figli. Per chi crede in lui certo.
Cosi perché si è parlato del ristianesimo e sacrificio e io ho detto non cristianesimo ma tutti i monoteismi sono cosi crudeli.
I monoteismi che hai citato sono tutte derivazioni del ceppo ebraico.
Ebraismo, Cristianesimo, Islamismo e, in ultimo, Bahài.
Il Dio è lo stesso, anche se i cristiani considerando Gesù, figlio di Dio e Dio, per far quadrare i conti hanno pensato alla Trinità. Che non ho mai capito come funziona ma... a dempo debito, mi diranno...
;-)
Il racconto biblico di Abramo e Isacco (Ismaele per i musulmani) serve a porre l'accento sulla rinuncia ad ogni idolatria.
Idolatria è mettere qualsiasi altra cosa al di sopra di Dio.
In questo senso, c'è chi vede nella crocefissione il saldo del debito che Dio aveva contratto con gli uomini ai tempi di Abramo.
Dio che aveva risparmiato Isacco non risparmia suo Figlio.
I racconti biblici vanno letti in molti diversi modi.
In generale, per coglierne il più possibile il significato, andrebbero letti nel contesto storico al quale appartengono, considerate le espressioni e i simboli.
Infine vanno letti considerando una vita che non finisce con la morte, la parte terrena della quale è brevissima.
La richiesta del sacrificio di Isacco, bloccata appena compreso che Abramo e isacco sarebbero stati pronti ad obbedire, sancisce anche la regola che i sacrifici umani sono banditi dall'ebraismo (e di conseguenza dalle religioni che ne derivano).
Gesù è stato ucciso materialmente dai romani.
I romani erano l'esercito straniero che occupava ai tempi la Palestina, come i tedeschi occuparono l'Italia nella seconda guerra mondiale. Ci sono diverse possibili cause della morte di Gesù.
Tra gli apostoli di Gesù, c'erano degli zeloti, che erano i partigiani ebrei. La casta sacerdotale, pur sotto il dominio romano, godeva di alcuni privilegi che, secondo il rivoluzionario messaggio cristiano, rischiava di perdere.
L'accusa di deicidio rivolta agli ebrei è un mito sviluppatosi dopo il 70 D.C. ossia con la distruzione di Gerusalemme in seguito all'ennesima rivolta antiromana. I cristiani (tra cui ancora molti ebrei) presenti nell'impero romano dovettero prendere le distanze dai rivoltosi per poter sopravvivere.