A quanto pare sono diventato, mio malgrado, la pietra di scandalo di questo gruppo.
Sono già molti gli utenti che mal mi sopportano. Se ce ne fossero soltanto uno o due mi sentirei autorizzato a trovare altre giustificazioni ma sono qualcuno in più e allora, ci deve essere per forza del vero. Non posso che prenderne atto. Si vede che sto invecchiando...
Ora... se la mia insofferenza urtasse soltanto i frequentatori, non sarebbe certo un dramma. Basterebbe ignorarmi, come dice Animus e, nel giro di poche settimane, probabilmente mi stuferei e abbandonerei il campo. Funziona quasi sempre, tranne che con le persone davvero disturbate.
Ma qui il problema sembra essere di immagine del gruppo.
In tempi diversi, quello dell'immagine poteva essere l'ultimo dei problemi ma questo è il secolo della TV, del cinema, della vanità e, naturalmente, del femminismo.
Quando "comandavano" gli uomini, ci si concentrava sull'essenziale, oggi, che comandano le donne, l'effimero acquista un valore essenziale e l'apparire è diventato più importante dell'essere.
Ora... però non mi si venga a dire che un vecchio rincoglionito possa nuocere all'immagine del gruppo più di quanto non possano farlo persone che, imprudentemente, sembrano voler dare l'impressione di inneggiare al nazismo e, addirittura, a giustificare lo sterminio.
E questo per amor di democrazia e per offrire l' "immagine" (ancora...) di gruppo rispettoso della pluralità d'opinione e del confronto democratico.
Ora... pur cogliendo l'assurdità di questo diverso atteggiamento e, naturalmente, non condividendola affatto, non intervengo per parlare di questo, anzi, lascio a persone più virtuose l’onere di deliberare in tal senso. Scrivo, invece, per condividere un pensiero.
Perché, secondo voi, esiste una sottocultura che dà più credito al revisionismo che alla storia?
E' strano che li si ritrovi qui, in mezzo agli antifemministi? Ci sono aree comuni tra chi prende coscienza di una questione maschile e chi ritiene che la storia abbia maltrattato il nazismo oltremisura?
Indubbiamente sì.
Non condivido l'approccio ma è evidente che questo esista.
Abbiamo ascoltato per anni le maestre che a scuola ci raccontavano la triste storiella di quelle povere operaie chiuse a chiave nella fabbrica da un padrone stronzo e maschilista che decise di dar loro fuoco con tutta la fabbrica.
La maestra, ai tempi, quella che raccontava cazzate di motu proprio, era la stessa coi controcoglioni che insegnava *tutto* il programma di storia fino all'ultima pagina, con tanto di educazione civica. Magari anche invitando qualche vecchio partigiano o qualche ex deportato a dare testimonianza.
Eh…sì. Quando “comandavano” gli uomini, le cose si facevano ancora sul serio…
Sono grato alla mia maestra, per questo. Meno, per la continua frantumazione degli, allora, inerti ciglioni sulle fabbriche incendiate.
E già mi domandavo se fosse possibile che un uomo comprasse una fabbrica e poi non avesse di meglio da fare che darle fuoco. Con tanto di macchine, materie prime e dipendenti scioperanti.
E tutto questo perché la produzione era ferma? Distruggere tutto sarebbe stata la soluzione?
Solo un idiota…
Poi… uno ci fa l’abitudine e… si sa… i più grandi segreti sono custoditi sotto gli occhi di tutti. Poi arriva un certo Messori, ci scrive un articoletto di venti righe, più che altro volto a deridere chi, a ragione, lo definisce femmineo baciapile, ma tant’è…. dimostra, documenti alla mano, che sono tutte balle.
Poi si parla di violenza domestica, subisci la campagna denigratoria antimaschile, arrivi a convincerti che la quasi totalità dei mariti torna a casa ubriaca a picchiare la moglie ma leggi, per caso, uno studio americano fatto da Sam & Bunny Sewell che s’intitola proprio “Dati sulla violenza domestica *non diffusi dai media*”, che presenta una situazione completamente ribaltata e tuttavia molto più verosimile.
Ti *inventano* parole nuove, come il femminicidio e poi… vieni a scoprire che ISTAT considera violenza anche il mancato apprezzamento per la pastasciutta preparata per cena (per giunta senz’aglio).
Del resto, tra soli parenti e conoscenti, non riesci più a contare quanti divorziati ci sono, tutti con le storie simili: uomini, senza più figli, senza più casa, senza più soldi e senza più dignità.
Sia che fossero loro i cazzoni che andavano a mignotte, sia che la mignotta fosse la moglie.
Di femminicidi, invece… di stupri… non se ne sa nulla… o quasi.
Giusto sui giornali,… O sui siti di parte…
Eh… ma allora…
E allora sei costretto a leggere, a cercare in quei posti dove, sebbene siano sotto gli occhi di tutti, nessuno guarda mai ed è…. il revisionismo.
Anzi… Un contro revisionismo.
Ci hanno raccontato cazzate per anni, ce le siamo bevute, e poi scopriamo che erano tutte balle.
Ti chiedi perché, chi è stato, che poi è sempre quello che ci guadagna, ti fai due conti e capisci che, con buone probabilità, sei stato preso in giro per anni soltanto a causa dell’avidità di qualcuno.
Che poi… il femminismo è ancora il male minore…
Come dai torto allora ad uno che pensa che il nazismo poteva non essere come ce lo raccontano?
Specie se ormai i partigiani sono morti tutti e non c’è più nessuno che possa raccontare che razza di gioventù ha vissuto?
Non ci crederanno mai! Io… quei vecchietti tremanti che raccontavano le loro storie tristi, li ho visti.
Avevo mio nonno che mi aveva fatto qualche accenno… ai rastrellamenti, alla fame…
Lui mangiava pane e formaggio…. e alla fine raccoglieva le briciole con la mano e mangiava anche quelle. Perché il pane era sacro… quando hai patito la fame, le briciole diventano importanti.
Quando c’è una guerra la prima a morire è la verità. La storia è la versione della verità di chi ha vinto. Ma… parliamoci chiaro… l’Italia mica ha vinto…. Anche su questo, se ci trovassimo nel posto giusto, ce ne sarebbe da dire….
Concludo.
Questo atteggiamento di tolleranza verso il nazifascismo molto probabilmente non è che un’altra conseguenza del femminismo.