Il corpo in Occidente- Umberto Galimberti
Verso il minuto quaranta secondo me inizia a fare errori logici dovuti al suo meccanicismo post-cristiano.
1- Non è vero che l'essere umano non vuole riconoscersi come semplice corpo per paura della morte, se anche venisse scoperta l'immortalità l'essere umano sarebbe ugualmente inorridito a riconoscersi come senz'anima.
Questo perchè l'anima o la psiche non garantiscono l'immortalità, ma garantiscono la sottomissione ad un qualcosa di superiore.
Il motivo per cui l'essere umano ha un bisogno ossessivo di qualcosa a lui superiore, non è altro che il frutto della pulsione più profonda che lo governa, la paura, che diventa deresponsabilizzazione in uno stato fetale di ricerca continua di un ritorno all'utero materno.
2- Infatti subito dopo continua in questo errore logico e lo smaschera affermando che l'essere umano è un rappresentante della specie e che la pulsione erotica
serve per riprodursi, mentre quella violenta
serve per proteggere la prole. Il tutto quindi in una deresponsabilizzazione umana, in cui l'umano stesso diventa un ingranaggio di un volere superiore.
La realtà più logica e scientifica invece è ovviamente che l'uomo si riproduce grazie all'instinto sessuale che, come l'istinto violento, si è generato spontaneamente nelle prime forme di vita e
ed è arrivato fino ad oggi per una semplice questione di efficenza.
Secondo me non c'è nessuno scopo, solo l'umano nudo, un umano che nemmeno il professor Galimberti nella sua dissertazione contro l'anima, ha il coraggio di cogliere.
Ha iniziato col tentativo di valorizzare l'uomo ed ha finito per riproporre sempre la solita solfa, in questo caso dobbiamo essere degni rappresentanti della specie, e questo vago concetto di natura cerca di prendere il posto di un Dio che è morto.
In sintesi ancora una volta tra l'essere e il dovere, Galimberti sceglie il dovere.
3- Alla fine arriva persino a fare una distinzione tra il corpo vero (poco spiegato e comunque indicativamente inclusivo di spirito divino) e il corpo medicalizzabile.
Prima o poi l'occidente riuscirà a superare il lutto della morte di Dio e a capire che non c'è veramente alcuna differenza tra l'uomo e gli oggetti, tra lo spirito e il corpo.
Quando l'Occidente supererà questo lutto, ci sarà finalmente una nuova era di splendore.