http://www.nadirpress.net/assoltodevincenzi.html LITE CON MOGLIE, ASSOLTO GIUDICE DE VINCENZI LECCO
Era finito davanti alla disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura con l’accusa di aver “leso la propria immagine di magistrato” a seguito di un episodio di ‘lesioni personali’ alla moglie. Un’accusa pesante dalla quale proprio stasera è stato assolto il Giudice del Tribunale di Lecco Gian Marco Fausto De Vincenzi. A pronunciare la sentenza a suo favore è stato il ‘Tribunale delle Toghe’, vale a dire il Csm, per “essere rimasti esclusi gli addebiti a suo carico”. Anche il Procuratore generale di Cassazione, Vincenzo Geraci, aveva sollecitato l’assoluzione di sottolineando che “si è trattato di un fatto disdicevole ma privato e non c’è stata lesione dell’immagine del magistrato”. I fatti in questione erano stati anche al centro di un’indagine penale, conclusasi con l’archiviazione per insussistenza dei fatti e, per quanto riguardava il reato di lesioni, con la remissione della querela da parte della moglie del magistrato. “Contro di me non c’era nulla né di fatto, né sotto il profilo professionale” ha commentato De Vincenzi dopo la sentenza della disciplinare, oggi presieduta dal vicepresidente Michele Vietti. I grattacapi del Giudice lecchese iniziarono il 5 dicembre 2009 quando ebbe una vivace discussione con la moglie, Donatella Gianfa, di professione avvocatessa, che il tre marzo successivo attraverso l’avvocatessa presentò in Procura una querela di parte accusandolo di violenza privata, maltrattamenti famigliari e lesioni personali dolose. Il 9 marzo la moglie ritira la denuncia- querela.
Il giorno prima aveva trovato un’intesa sulla separazione dal marito e soprattutto sugli alimenti. Il procedimento è destinato a morire, e così sarà: proscioglimento da due accuse, estinzione del reato per la terza grazie alla remissione della querela. Nel frattempo però il fascicolo giudiziario è arrivato al Ministero della Giustizia che ha promosso l’azione disciplinare davanti al Csm. La procura generale della Cassazione sostiene che non c’è materia, essendo intervenuta la remissione della querela. La commissione disciplinare è di diverso avviso, perché quella lite familiare può avere leso il prestigio della magistratura. Il capo di imputazione davanti al Csm è sostiene che il Giudice avrebbe “ripetutamente percosso” la consorte e che in un’occasione l’avrebbe “sbattuta contro il muro e a terra”, causandole lesioni giudicate guaribili in due settimane impednedole anche di recarsi al Pronto soccorso “sottraendole e distruggendole le chiavi della sua auto” e costringendola a “sedersi sul letto accanto a lui per tutta la notte mentre le tratteneva i polsi”, dicendole “sei una donna inutile, fai schifo”. Accuse estratte dalla querela poi ritirata ma approdate il 15 giugno scorso alla disciplinare del Csm. Dove il diretto interessato si è difeso quasi considerandosi vittima e negando qualsiasi impatto sulla propria funzione di magistrato, perché nessuno avrebbe conosciuto la vicenda che senza quella querela (trapelata chissà come) è invece finita invece su molti giornali locali e nazionali.
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mi sono sempre chiesto : ma avvocati e magistrati, così lesti a infierire sugli uomini, sono pronti ad essere altrettanto sanguinari tra di loro ?
Come pensavo...pare di no.
come quelli dell'ONU , che quando sono loro i molestatori, ahimè, NON sono soggetti alla giustizia ordinaria, nè tantomeno a quella straordinaria