Autore Topic: L'odio nella coppia  (Letto 2587 volte)

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Offline Lucia

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L'odio nella coppia
« il: Dicembre 16, 2012, 19:16:31 pm »

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Offline COSMOS1

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Re:L'odio nella coppia
« Risposta #1 il: Dicembre 16, 2012, 20:37:29 pm »
quanto dura?
al momento nn riesco ad ascoltarlo tutto, c'è mio figlio che deve fare inglese e musica  ;)

ad ogni modo nei primi minuti qualcosa di interessante l'ho colto: la differenza tra odio e collera, e che l'odio viene dal risentimento ...

tu, Lucia, che ci hai trovato di stimolante?
Dio cè
MA NON SEI TU
Rilassati

Offline Lucia

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Re:L'odio nella coppia
« Risposta #2 il: Dicembre 17, 2012, 16:52:29 pm »

E di 19 minuti.


Ho provato tradurlo

L’odio in una copia è una situazione paradossale perché si pensa che se due persone si odiano insomma non perché mai stanno assieme.
L’odio a differenza della rabbia momentanea è un sentimento stabile,  e sembra legare i due partner  in una maniera molto forte, molto più resistente in tempo, molto più difficile da distruggere di quanto lo sia l’amore.
Quando una persona arriva con un problema simile all’analista non si rammenta di soffrire d’odio ma parla di risentimento, si lamenta, eventualmente accusa  l’altro, ma anche come l’accusa verso tutti altri partner possibili. In nessun  si mette  il problema di lasciarsi o di non mettersi assieme,
In seguito prenderò in considerazione tre aspetti dell’odio in copia:
- L’odio nato dall’amore, per esempio nel caso della gelosia
- L’amore che si manifesta attraverso l’odio (per rivendicare l’amato perso n.t..)
- Quando il godimento si manifesta in forma di odio

Prima di addentarmi nella questione faccio un breve riassunto teorico. Secondo Freud l’odio è precedente all’ amore. Nasce nel bebè quando sente che il mondo esterno lo disturba, nel senso che si rende conto che il mondo è esterno a lui , gli disturba il suo sentimento di onnipotenza autarchica.  Quindi odiare sarebbe in un certo senso nato dal desiderio di mantenere questa onnipotenza autosufficiente.
E questo sentimento riappare nell’ adulto, sentimento che mina la distruzione dell’altro. Questa situazione è collegata a una incapacità originaria di entrare in rapporto con l’altro senza arrivare a fondersi nell’altro. L’incapacità di trovare la distanza ottimale per instaurare il rapporto con l’altro  crea se non l’odio un rigetto fobico, desiderio di fuggire, o al contrario si esprime attraverso una sollecitudine eccessiva nei confronti dell’altro, cosi che alla fine l’altro sentirà il bisogno di fuggire. Infatti la considero piuttosto rigetto che odio.
La caratteristica dell’odio è infatti l’impossibilità di fuggirne.
L’odio in modo paradossale rimprovera all’altro di commettere degli errori, nello stesso tempo che  l’altro è considerato come indispensabile. 
Nella gelosia patologica l’odio è generato dell’amore. Il geloso rimprovera all’altro di rompere il contratto d’unicità della loro coppia. L’altro aggredisce la loro unità narcisistica  possibile  solo attraverso la coppia. Ognuno dei membri della coppia si auto definisce attraverso questa totalità narcisistica della coppia.  La gelosia è normale in certi limiti, ciò che non è normale è aggrapparsi all’altro rivendicare il possesso dell’altro. E ha ragione di rivendicarlo perché in maniera fantasmatica  lui è Uno con l’altro. Questa identificazione con l’altro lo fa soffrire e questo lo rende felice.  Il geloso, la gelosa s’immagina di occupare tutti i ruoli nella vita dell’altro.. Il geloso, la gelosa vorrà conoscere tutto sull’altro, sarà in caccia degli indizi, darà sensi nascosti alle parole. Vuole controllare l’altro.
Nel caso della gelosia patologica l’altro crede in maniera naif che basta rassicurare il geloso , evitare le conversazioni con sconosciuti, vestirsi in maniera più neutra possibile. Ma tutto ciò non serve a nulla.. Quando ci sono dei bambini, vengono utilizzati come intermediari per sorvegliare l’altro, eventualmente interrogati, ma in ogni caso farli diventare alleati., e nello stesso tempo li si sospetta di essere complici dell’altro. Nelle situazioni più estremi, la loro credibilità è messa in discussione potendosi arrivare al delitto, in quanto vengono considerati i testimoni della tradimento del  coniuge.
Il geloso si identifica completamente a quello o a quella che considera infedele, e considera l’altro/l’altra cosi seducente, cosi attraente per altri perché è osi tanto identificata con lui/lei che  presta al suo charme il proprio narcisismo.  Il coniuge più banale diventa affascinate. La copia più banale diventa personaggio di un romanzo. 

Quando l’amore si esprime attraverso l’ odio non parliamo di semplice ambivalenza ma di una cosa un po più complessa. L’odio è preso come un indicatore di un amore che non riesce sparire.
 Per esempio nella situazione quando un rivale, che viene a occupare il posto legittimo di chi non è più amato. Il rivale ha fatto una cosa terribile, trasformando l’infedele in una persona irriconoscibile Il coniuge diventa il doppio di se stesso, un nuovo personaggio sconosciuto Ma per  il vecchio altro  l’amore è ancora molto forte.
Il tradito in tutta l’innocenza e buona intenzione prova convincere il traditore dell’errore che sta facendo , arrivando a usare anche la violenza per questa. Allora l’odio ha preso posto dell’amore, e prolunga in maniera indeterminata l’amore in misura nella quale lo scopo è la restaurazione della situazione iniziale. Il coniuge odiato è diventato necessario, la separazione è impossibile, bisogna conservarla e distruggere la parte marcia che è in lui/lei.  La presenza del terzo in una copia non è indispensabile.
Vorrei allargare questo aspetto verso tutti i rapporti che si costruiscono su una maniera idealizzante che porta in maniera irrimediabile alla delusione, quando si scoprono i difetti, le debolezze dell’altro.  La copia incarna questo odio nel quale il soggetto si riconosce. Ma in quanto per la copia servono due persone e quando una va via l’altro resta giù.  Per esempio nel rapporto madre - bambino  La madre rimprovera al bambino di non essere l’oggetto ideale  e complementare di una volta, ma la possiamo ritrovare nella relazione di lavoro , come nel caso che ho descritto una volta di un assassinio tra due medici che formavano una coppia molto passionale e che non sono riusciti a staccarsi uno dall’altro malgrado l’odio che gli legava.
Questo rapporto è caratterizzato dall’incapacità di separarsi in quanto  l’unità narcisistica verrebbe distrutta.
L’odio in questo caso non è legato dal desiderio ma dell’identità

Nel’ odio sado- masochistico la situazione è diversa..
In questo caso l’odio non è prodotto dalla pulsione di autoconservazione come l’avevo ricordato all’inizio. Non si ritrova nella situazione primaria di rottura narcisistica vissuta del bebe. Non è neanche un prolungamento narcisistico di identificazione con l’altro., o la paura di confondersi e perdere l’identità attraverso l’altro membro della copia,.
Si tratta in effetti di un odio sadico che trova piacere, godimento nel far soffrire l’altro. Anche qui ambedue membri della copia definiscono se stessi  partendo dalla loro copia e ognuno prova distruggere nell’altro ciò che infatti rimprovera a se stesso..
In questa situazione non viene rimproverato all’altro di fare degli errori, ma al contrario gli si ribatte il fatto di essere troppo presente, invadente,  di essere cattivo. In questo caso il coniuge raccoglie tutte le  proiezioni dell’odio di se stessi
Vi invito a vedere per approfondire il film
Le chat con Jean Gabin e Simon Signoret
che racconta l’odio distruttivo in una copia di alcolisti
 E un altro film che s’intitola   Ho ucciso mia moglie   di Sacha Guitry

In ambedue casi  il coniuge è indispensabile perché diventa ricettacolo di tutti i rimproveri fatti a se stesso, di tutte le  proprie proiezioni negative. L’annientamento dell’altro avviene in maniera sistematica ma l’altro può far ben poco perché il desiderio di distruggere l’altro è infatti il desiderio di distruggere un suo proprio oggetto interno, una propria immagine di se negativa. .


L’odio nella copia corrisponde a diverse configurazioni psichiche:
-la paura di confondersi col altro
-l’incapacità di immaginarsi l’al di fuori della copia
- può avere anche la forma perversa dietro la quale si nasconde un vissuto depressivo autopunitivo.

La copia dei coniugi è solo un’ esempio tra le altre. E la caratteristica essenziale dell'dio è l’impossibilità della coppia di separarsi psichicamente malgrado il fatto che la copia gli porta solo dispiaceri.


Cosa ho trovato stimolante? Il fatto che non banalizza questi rapporti, rivelando sempre aspetti interessanti che non avrei mai pensato

Offline Lucia

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Cruauté au femminin
« Risposta #3 il: Maggio 17, 2013, 18:23:36 pm »
Questo è un suo libro (la mia prof parigina che parla sopra dell'odio in copia). Purtroppo il libro non si trova piu nel commercio o solo a prezzi esorbitanti.
Pensate che è OffTopic?




La jouissance du macabre dans ses diverses formes de représentation n'est pas un fait nouveau et constitue pour lecteurs et spectateurs jamais blasés une manière de vivre les émotions cruelles et primitives, recouvertes par la civilisation. Mais la multiplication des " reines du crime " dans la littérature de série ouvre une interrogation nouvelle. Sommes-nous face à un phénomène qui dessinerait une image du féminin avec une cruauté spécifique, différente de cette " pulsion de cruauté " classiquement liée par Freud à la sexualité masculine dans sa conquête amoureuse ? Que nous apprennent à cet égard d'autres romancières, Colette en particulier, ou des hommes lorsqu'ils parlent de leurs mères comme Louis Guilloux et bien d'autres. Quels sont les échos étranges que renvoient les cultes encore actuels de la " Vierge cruelle " andalouse ? Les femmes, auteurs de ce livre, ont réuni leurs compétences respectives en psychanalyse, littérature et anthropologie, pour tenter de dégager une image originale et spécifique de la cruauté. De ces pages émerge le fantasme d'une déesse mère archaïque, omnipotente et indifférente, face cachée de ce continent noir vis-à-vis duquel l'aberration suprême serait d'imaginer qu'il puisse vouloir autre chose que les objets de sa propre complétude.

Offline vnd

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Re:Cruauté au femminin
« Risposta #4 il: Maggio 17, 2013, 18:31:26 pm »
Questo è un suo libro (la mia prof parigina che parla sopra dell'odio in copia). Purtroppo il libro non si trova piu nel commercio o solo a prezzi esorbitanti.
Pensate ceh è OffTopic?


Non mi pare.
Anche se leggendo la breve recensione mi sembra che indaghi soltanto su un tipo di crudeltà femminile. Quella della finzione dei romanzi e del cinema.

La crudeltà, ossia violenza senza pietà, è strettamente legata alla viltà.

I carnefici dei lager nazisti invocarono la pietà che loro non avevano saputo avere quando finirono nei campi di prigionia sovietici.
E così le carnefici.

Perché la violenza di genere non esiste.

E' crudele anche la donna che rovina l'uomo dal quale si è separata.

La vera parità si raggiungerà quando anche le donne riconosceranno in questo un sopruso invece che un diritto.

L'uomo violento e spietato che picchia senza ragione una donna lo fa abusando della maggior forza fisica della quale dispone agrazie al suo essere maschio.
Ma, spesso, è questione di rabbia... ed è l'atto di un istante.

La donna violenta e spietata che umilia l'uomo lo fa abusando dei privilegi di cui gode in quanto donna.
Al contrario, si tratta spesso di calcolo, di metodo... Vendette che si trasdcinano per anni, senza alcuna condanna sociale. Nondimeno, attuate con l'aiuto dello Stato e con gente assoldata appositamente per  attuare questa vendetta: gli avvocati.

Ossessione collettiva.



Vnd [nick collettivo].