Autore Topic: La grande lacerazione  (Letto 2375 volte)

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La grande lacerazione
« il: Gennaio 19, 2013, 13:14:00 pm »
Non c’è gioia nella ragione,
non c’è felicità nel suo incedere ordinato,
nel suo andamento tranquillo.

Non c’è serenità nel simbolo,
non c’è quiete nello sguardo
che il simbolo dispiega senza nessun orizzonte.

Non c’è circolazione tra simbolo e ragione,
non c’è adiacenza,
aggiustamento naturale,
non c’è invisibile armonia.

L’umanità non è protetta da un dio,
non ha alle spalle un ordine,
non c’è astuzia segreta che porta a naturale composizione
pensieri e passioni, uomini e dèi.

L'intuizione platonica,
che fa dell'uomo un "lacerato",
che non riesce a togliere gli occhi dall'orrenda ferita che gli dèi un giorno gli inflissero,
non è un'immagine mitica che il lavoro dell'interpretazione può tradurre,
riformulare, risolvere, in una prospettiva conciliante.

La conciliazione,
la ricongiunzione dei due,
non appartiene al passato,
all'ignoranza di Adamo prima della colpa,
all'opacità dell'androgino descritta nel Simposio da Platone.

La conciliazione non appartiene neppure al futuro.
Anche se la storia sembra essere esistita per questo tentativo.

 
Psiche e techne/Il totalitarismo della tecnica e l'implosione del senso/L'insensatezza della ricerca di senso/La grande lacerazione

Umberto Galimberti 

« Ultima modifica: Gennaio 19, 2013, 13:30:30 pm da Animus »
Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

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Re:La grande lacerazione
« Risposta #1 il: Gennaio 19, 2013, 13:18:25 pm »
Quando avrete capito (e metabolizzato) questo testo, avrete capito tutto quello che c'è da capire sulla qm.
Altro che Uriel e il suo manifesto sulla storia (per dummies).. :doh:
Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

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Re:La grande lacerazione
« Risposta #2 il: Gennaio 19, 2013, 14:56:03 pm »
In estrema sintesi
penso intenda la fallibilità dell' Uomo che è da accettare se vuoi vivere.................in quanto uomo
Ale
...la donna che celò in un sorriso
il disagio di darci memoria
ritrovi ogni notte sul viso
un insulto del Tempo ed una scoria....

(Ballata degli impiccati) - Fabrizio De Andrè

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Re:La grande lacerazione
« Risposta #3 il: Gennaio 19, 2013, 21:04:26 pm »
L'intuizione platonica, che fa dell'uomo un "lacerato", che non riesce a togliere gli occhi dall'orrenda ferita che gli dèi un giorno gli inflissero, non è un'immagine mitica che il lavoro dell'interpretazione può tradurre,  riformulare, risolvere, in una prospettiva conciliante.

La conciliazione, la ricongiunzione dei due,non appartiene al passato,all'ignoranza di Adamo prima della colpa, all'opacità dell'androgino descritta nel Simposio da Platone.
La conciliazione non appartiene neppure al futuro.
Anche se la storia sembra essere esistita per questo tentativo.

Discorso di Aristofane  - la differenza, l'Etero-sessuale come rottura dell'unità originaria e come castigo
[…]
Infatti mi sembra che gli uomini non si rendano assolutamente conto della potenza dell'Eros.
Se se ne rendessero conto, certamente avrebbero elevato templi e altari a questo dio, e dei più magnifici, e gli offrirebbero i più splendidi sacrifici.
Non sarebbe affatto come è oggi, quando nessuno di questi omaggi gli viene reso.
E invece niente sarebbe più importante, perché è il dio più amico degli uomini: viene in loro soccorso, porta rimedio ai mali la cui guarigione è forse per gli uomini la più grande felicità.
Dunque cercherò di mostrarvi la sua potenza ... ma innanzitutto bisogna che conosciate la natura della specie umana e quali prove essa ha dovuto attraversare.


Nei tempi andati, infatti, la nostra natura non era quella che è oggi, ma molto differente.
[…]
Esisteva … l 'ermafrodito, un essere che per la forma e il nome aveva caratteristiche sia del maschio che della femmina.
Oggi non ci sono più persone di questo genere.
Questi ermafroditi erano molto compatti a vedersi, e il dorso e i fianchi formavano un insieme molto arrotondato.
Avevano quattro mani, quattro gambe, due volti su un collo perfettamente rotondo, ai due lati dell'unica testa.
Si muovevano camminando in posizione eretta, come noi, nel senso che volevano.
[…]
La loro forma e il loro modo di muoversi era circolare, proprio perché somigliavano ai loro genitori.
Per questo finivano con l'essere terribilmente forti e vigorosi e il loro orgoglio era immenso.
Così attaccarono gli dèi e quel che narra Omero di Efialte e di Oto, riguarda gli uomini di quei tempi: tentarono di dar la scalata al cielo, per combattere gli dèi.


Allora Zeus e gli altri dèi si domandarono quale partito prendere.
Erano infatti in grave imbarazzo: non potevano certo ucciderli tutti e distruggerne la specie con i fulmini come avevano fatto con i Giganti, … ma neppure potevano tollerare oltre la loro arroganza.
Dopo aver laboriosamente riflettuto, Zeus ebbe un'idea.
"lo credo - disse - che abbiamo un mezzo per far sì che la specie umana sopravviva e allo stesso tempo che rinunci alla propria arroganza: dobbiamo renderli più deboli.
Adesso - disse - io taglierò ciascuno di essi in due, così ciascuna delle due parti sarà più debole."

 Detto questo, si mise a tagliare gli uomini in due, come si tagliano le sorbe per conservarle, o come si taglia un uovo con un filo.


Quando ne aveva tagliato uno, chiedeva ad Apollo di voltargli il viso e la metà del collo dalla parte del taglio, in modo che gli uomini, avendo sempre sotto gli occhi la ferita che avevano dovuto subire, fossero più tranquilli, e gli chiedeva anche di guarire il resto. Apollo voltava allora il viso e, raccogliendo d'ogni parte la pelle verso quello che oggi chiamiamo ventre, come si fa con i cordoni delle borse, faceva un nodo al centro del ventre non lasciando che un'apertura - quella che adesso chiamiamo ombelico. Quanto alle pieghe che si formavano, il dio modellava con esattezza il petto con uno strumento simile a quello che usano i sellai per spianare le grinze del cuoio. Lasciava però qualche piega, soprattutto nella regione del ventre e dell'ombelico, come ricordo della punizione subìta.


Quando dunque gli uomini primitivi furono così tagliati in due, ciascuna delle due parti desiderava ricongiungersi all'altra. Si abbracciavano, si stringevano l'un l'altra, desiderando null'altro che di formare un solo essere. E così morivano di fame e d'inazione, perché ciascuna parte non voleva far nulla senza l'altra. E quando una delle due metà moriva, e l'altra sopravviveva, quest'ultima ne cercava un'altra e le si stringeva addosso - sia che incontrasse l'altra metà di genere femminile, cioè quella che noi oggi chiamiamo una donna, sia che ne incontrasse una di genere maschile.E così la specie si stava estinguendo.

Ma Zeus, mosso da pietà, ricorse a un nuovo espediente.
Spostò sul davanti gli organi della generazione.
Fino ad allora infatti gli uomini li avevano sulla parte esterna, e generavano e si riproducevano non unendosi tra loro, ma con la terra, come le cicale.
Zeus trasportò dunque questi organi nel posto in cui noi li vediamo, sul davanti, e fece in modo che gli uomini potessero generare accoppiandosi tra loro, l'uomo con la donna.
Il suo scopo era il seguente: nel formare la coppia, se un uomo avesse incontrato una donna, essi avrebbero avuto un bambino e la specie si sarebbe così riprodotta; ma se un maschio avesse incontrato un maschio, essi avrebbero raggiunto presto la sazietà nel loro rapporto, si sarebbero calmati e sarebbero tornati alle loro occupazioni, provvedendo così ai bisogni della loro esistenza.

E così evidentemente sin da quei tempi lontani in noi uomini è innato il desiderio d'amore gli uni per gli altri, per riformare l'unità della nostra antica natura, facendo di due esseri uno solo: così potrà guarire la natura dell'uomo.
Dunque ciascuno di noi è una frazione dell'essere umano completo originario.
Per ciascuna persona ne esiste dunque un'altra che le è complementare, perché quell'unico essere è stato tagliato in due, come le sogliole. E' per questo che ciascuno è alla ricerca continua della sua parte complementare.

Queste persone - ma lo stesso, per la verità, possiamo dire di chiunque - quando incontrano l'altra metà di se stesse da cui sono state separate,  sono prese da una straordinaria emozione, dall'affinità con l'altra persona, se ne innamorano e non sanno più vivere senza di lei - per così dire - nemmeno un istante.
E queste persone che passano la loro vita gli uni accanto agli altri non saprebbero nemmeno dirti cosa s'aspettano l'uno dall'altro. Non è possibile pensare che si tratti solo delle gioie dell'amore: non possiamo immaginare che l'attrazione sessuale sia la sola ragione della loro felicità e la sola forza che li spinge a vivere fianco a fianco.

C'è qualcos'altro: evidentemente la loro anima cerca nell'altro qualcosa che non sa esprimere, ma che intuisce con immediatezza.
Se, mentre sono insieme, Efesto si presentasse davanti a loro con i suoi strumenti di lavoro e chiedesse: "Che cosa volete l'uno dalI'altro?", e se, vedendoli in imbarazzo, domandasse ancora: "Il vostro desiderio non è forse di essere una sola persona, tanto quanto è possibile, in modo da non essere costretti a separarvi né di giorno né di notte? Se questo è il vostro desiderio, io posso ben unirvi e fondervi in un solo essere, in modo che da due non siate che uno solo e viviate entrambi come una persona sola.
Anche dopo la vostra morte, laggiù nell'Ade, voi non sarete più due, ma uno, e la morte sarà comune.
Ecco: è questo che desiderate? è questo che può rendervi felici?" A queste parole nessuno di loro - noi lo sappiamo - dirà di no e nessuno mostrerà di volere qualcos'altro.
Ciascuno pensa semplicemente che il dio ha espresso ciò che da lungo tempo senza dubbio desiderava: riunirsi e fondersi con l'altra anima.
Non più due, ma un'anima sola.
[…]
Allora, come ho detto, eravamo una persona sola; ma adesso, per la nostra colpa, il dio ci ha separati in due persone, come gli Arcadi lo sono stati dagli Spartani.
Dobbiamo dunque temere, se non rispettiamo i nostri doveri verso gli dèi, di essere ancora una volta dimezzati, e costretti poi a camminare come i personaggi che si vedono raffigurati nei bassorilievi delle steli, tagliati in due lungo la linea del naso, ridotti come dadi a metà.
Ecco perché dobbiamo sempre esortare gli uomini al rispetto degli dèi: non solo per fuggire quest'ultimo male, ma anche per ottenere le gioie dell'amore che ci promette Eros, nostra guida e nostro capo.
A lui nessuno resista - perché chi resiste all'amore è inviso agli dèi.

Simposio
« Ultima modifica: Gennaio 20, 2013, 14:44:09 pm da Animus »
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Re:La grande lacerazione
« Risposta #4 il: Gennaio 20, 2013, 14:40:03 pm »
Discorso di Aristofane 2 - l'uguale, l'omo-sessuale come integrità e completezza

Nei tempi andati, infatti, la nostra natura non era quella che è oggi, ma molto differente.
Allora c'erano tra gli uomini tre generi, e non due come adesso.
Ne esisteva un terzo ... l'ermafrodito.

La ragione per cui c'erano tre generi è questa:
- il maschio aveva la sua origine dal Sole.
- la femmina dalla Terra
- e ermafrodito, che aveva i caratteri d'entrambi, dalla Luna, visto che la Luna ha i caratteri sia del Sole che della Terra.

[...]
Per ciascuna persona ne esiste dunque un'altra che le è complementare, perché quell'unico essere è stato tagliato in due, come le sogliole.
E' per questo che ciascuno è alla ricerca continua della sua parte complementare.

Stando così le cose, tutti quei maschi che derivano da quel composto dei sessi che abbiamo chiamato ermafrodito si innamorano delle donne, e tra loro ci sono la maggior parte degl adulteri.
Nello stesso modo, le donne che si innamorano dei maschi e le adultere provengono da questa specie.

Ma le donne che derivano dall'essere completo di sesso femminile (quello che già esisteva come tale n.d.r), ebbene queste non si interessano affatto dei maschi: la loro inclinazione le porta piuttosto verso le altre donne ed è da questa specie che derivano le lesbiche.

I maschi, infine, che provengono da un uomo di sesso soltanto maschile cercano i maschi.
Sin da giovani, poiché sono una frazione del maschio primitivo, si innamorano degli uomini e prendono piacere a stare con loro, tra le loro braccia.
Si tratta dei migliori tra i bambini e i ragazzi, perché per natura sono più virili.

Alcuni dicono, certo, che sono degli spudorati, ma è falso.
Non si tratta infatti per niente di mancanza di pudore: no, è i loro ardore, la loro virilità, il loro valore che li spinge a cercare i loro simili.
Ed eccone una prova: una volta cresciuti, i ragazzi di questo tipo sono i soli a mostrarsi veri uomini e a occuparsi di politica.

Da adulti, amano i ragazzi: il matrimonio e la paternità non li interessano affatto - è la loro natura; solo che le consuetudini li costringono a sposarsi ma, quanto a loro, sarebbero bel lieti di passare la loro vita fianco a fianco, da celibi. In una parola, l'uomo cosiffatto desidera ragazzi e li ama teneramente, perché è attratto sempre dalla specie di cui è parte.

Simposio - Platone

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Re:La grande lacerazione
« Risposta #5 il: Gennaio 20, 2013, 15:02:22 pm »
Ora si dirà: embè, ma Platone e i suoi amichetti, una combriccola di froci, lo sappiamio bene che la filosofia è nata nell'arcigay ateniese.

Essì, e la religione cristiana invece?

Quando Gesù dice "In verità vi dico, tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni", non sta forse dicendo, che potrebbero esistere chi non nasce dalla donna, ed è migliore?

Non è un anch'esso un concetto omo-sessuale?

Certo che lo è.
E' ancora l'uguale (l'omo) che sta al bene come il diverso al male.

Infatti, nel vangelo di tommaso , Gesù ci dice:"Quando vedrete uno che non è nato da una donna, prostratevi e adoratelo.
Quello è il vostro Padre."


Ecco perchè Galimberti conclude, "anche se la storia sembra essere esistita per questo tentativo [di superare la lacerazione,la rottura originaria], la conciliazione (tra i sessi) non appartiene al futuro".

O vince uno...o vince altro.
L'arma scelta e usata ...si chiama techne.


 ;)
« Ultima modifica: Gennaio 20, 2013, 15:24:43 pm da Animus »
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Re:La grande lacerazione
« Risposta #6 il: Gennaio 20, 2013, 15:26:09 pm »
Rainman, t'ho messo qualche nota.
Vedi se riesci a raccapezzarti. :wacko:
Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

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Re:La grande lacerazione
« Risposta #7 il: Gennaio 20, 2013, 18:03:26 pm »
Vangelo di Tommaso come altri compreso quello di Maria sono apocrifi per il cattolicesimo...
ahimè ergo studi sopra pochi
Animus mi piace Nietzsche
La lacerazione è a mio avviso insanabile
porterà a catastrofi sociali nel prossimo futuro...
ALe
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Re:La grande lacerazione
« Risposta #8 il: Gennaio 20, 2013, 18:16:57 pm »
 (!) Il rapporto sessuale fisico tra uomini nella Grecia antica era NORMALE, (la Grecia non dimentichiamolo è stata la culla di una delle migliori civiltà) come il rapporto con certi animali e con altro.....
Ora, dobbiamo prendere COSCIENZA di un passato che ha forgiato civiltà da cui deriviamo.
Il Passato ha forgiato VALORI CIVILI adeguati a ciascun periodo successivo (in quanto l'Uomo non si è estinto), nel senso che noi siamo fatti di quello.
Animus parli molto il greco, io arrivo fino a qui...
ALe

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Re:La grande lacerazione
« Risposta #9 il: Gennaio 20, 2013, 18:19:10 pm »
Sottolineo che non era omosessualità...glielo metteva in quel posto MA per Dominazione vs. l'inferiore...infatti il dominante poi passava al bottino di guerra o al riconoscimento in seno alla tribù/gruppo:  si faceva schiere di pulzelle.
ALe
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Re:La grande lacerazione
« Risposta #10 il: Gennaio 20, 2013, 21:07:43 pm »

Ecco perchè Galimberti conclude, "anche se la storia sembra essere esistita per questo tentativo [di superare la lacerazione,la rottura originaria], la conciliazione (tra i sessi) non appartiene al futuro".

O vince uno...o vince altro.

 (lo dice anche il bellissimo mito di Platone che ) Giove vuole che sia cosi

perché quando l'uomo e la donna si amano fanno concorrenza agli Dei quindi o bisogna impedirgli o punirli.

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Re:La grande lacerazione
« Risposta #11 il: Gennaio 20, 2013, 21:13:41 pm »
Sottolineo che non era omosessualità...glielo metteva in quel posto MA per Dominazione vs. l'inferiore...infatti il dominante poi passava al bottino di guerra o al riconoscimento in seno alla tribù/gruppo:  si faceva schiere di pulzelle.
ALe

Poche palle... noi siamo abituati a  ridere di chi lo prende ma, per sodomizzare qualcuno, bisogna avere un'erezione.
Chi riesce ad averne una, di fronte ad un culo peloso deve avere una componente omosessuale decisamente alta.
Io, ad esempio, non potrei.

Di contro... per assurdo, una buona dose di vasellina e luan e, soprattutto,  una valigetta piena di soldi da contare, con la quale tenersi impegnato, potrebbero convincere molti a sopportare il ruolo passivo.

Ma... è quello attivo il vero gay.

Vnd [nick collettivo].

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Re:La grande lacerazione
« Risposta #12 il: Gennaio 21, 2013, 06:34:55 am »
Vangelo di Tommaso come altri compreso quello di Maria sono apocrifi per il cattolicesimo...


Il vangelo di Tommaso, tuttavia, è oggetto di studi molto seri.

A proposito, notizie del Vangelo di Giuda?
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