http://www.giornalettismo.com/?p=745909Nel Belpaese il tasso di occupazione femminile è del 46,5%: il terzo più basso dei paesi dell’OCSE. Peggio di noi solo Grecia, Messico e Turchia e, in ambito europeo, siamo sotto di 12 punti percentuali rispetto alla media degli altri paesi dell’Unione. “L’Italia – scrive il Guardian – ha un problema nel far entrare le donne nel mercato del lavoro e farcele restare”.
SCEGLI: IL LAVORO O LA FAMIGLIA - Ed è proprio da questa considerazione che il quotidiano britannico analizza la “questione femminile” in Italia: un tema che, anche alla luce dell’alto tasso di disoccupazione generale e in vista delle prossime elezioni ha suscitato una grande attenzione da parte di istituzioni e politici. Il Guardian ha preso ad esempio la storia di Enza Miceli, 44 anni, madre di famiglia e lavoratrice in un call center: il mese scorso la donna ha ricevuto una chiamata da parte dell’insegnante di suo figlio, che le chiedeva un appuntamento. Così ha chiesto al suo capo un paio di ore libere. Il suo superiore, una donna, le ha detto “di scegliere tra il lavoro e la famiglia” e che se avesse scelto la famiglia “non avrebbe mai avuto successo nel lavoro”. Enza ha scelto, e ha lasciato il suo lavoro. “Ora sono una casalinga, una madre, una factotum e intimamente femminista”.
L’ITALIA DEL BUNGA BUNGA - Ma, con le elezioni a meno di un mese, non sono soltanto le femministe a chiedere che questo problema venga preso sul serio: “L’Italia non sta usando al meglio una parte molto significativa delle sue risorse umane: le donne. È una colossale perdita per la nostra economia – scrivono sul Corriere della Sera gli economisti Alberto Alesina e Francesco Giavazzi – Il prossimo governo dovrà mettere la questione dell’occupazione femminile al centro del suo programma”. E, continua il Guardian, “per le persone che hanno guardato per anni Silvio Berlusconi mentre faceva il pagliaccio sessista e il primo ministro questa mossa sarebbe una ventata di novità” Eppure pare che quello del “Bunga Bunga” e delle Veline sarà un modello difficile da superare. Secondo gli analisti, il problema della disoccupazione femminile in Italia è sopratutto un fatto culturale. Specialmente nel Meridione, dove il problema è ancora più complesso. Per Maddalena Vianello, ricercatrice e attivista, è necessaria una “rivoluzione della mentalità” per ridistribuire il carico dei lavori domestici, dalle faccende alla cura dei bambini o degli anziani.
DIMISSIONI IN BIANCO - Il Guardian racconta ai lettori britannici anche il tristemente noto fenomeno delle “dimissioni in bianco”, che molte aziende, per decenni, hanno richiesto alle proprie dipendenti di firmare, condannandole a un licenziamento imprevisto e improvviso molto spesso nel caso di un’annunciata gravidanza. Nel 2011, l’Istat ha diffuso alcuni dati: sarebbero 800.000 le donne che, nel corso della propria carriera, sono state costrette a dimettersi durante e dopo una gravidanza. “È sconvolgente – ha dichiarato Daniela Del Boca, docente di Economia all’Università di Torino – È completamente illegale, ma lo fanno in ogni caso perché tu vuoi un lavoro”. Nel pacchetto di riforme approvate l’anno scorso dal ministro Fornero è stato dichiarato che le dimissioni in bianco “rappresentano una violazione delle libertà civili, con un impatto negativo sulle condizioni di lavoro e sulla dignità delle donne”. Nonostante la riforma, il problema sembra ben lungi dall’essere risolto. E per le donne italiane il cammino sembra essere ancora lungo e irto di ostacoli.L' Italia ha problemi con il lavoro, in primis che non c'è e poi che è sempre più strangolato da leggi di mercato e tassazioni impossibili, ma questi problemi non fanno distinzioni di sesso a mio avviso.
E' come andare a sbattere in un muro tutte le volte, vogliono far passare il problema lavoro solo per le donne come se gli uomini non debbano mai sottostare ad infiniti ricatti per mantenere il posto di lavoro. Inoltre gli uomini spesso rischiano anche la vita per un misero sipendio.
Il lavoro nel settore privato è ormai in estinzione per la semplice questione che si è dovuto accollare costi ed inefficienze mostruose del lavoro (inutile) pubblico .... fatto nella maggior parte da donne assunte per raccomandazioni e... diciamo altro.
Ogni lavoratore privato deve rompersi la schiena e pagare tasse per un suo equivalente fancazzista donna nel settore pubblico, questo perchè non lo ammettono ?!
Il discorso della maternità come già detto altre volte è un esempio di "effetto boomerang" innescato dalle femministe e dai sindacati ottusi che hanno trasformato un normale diritto in privilegio assurdo che nessun datore di lavoro si può più permettere, in quale altro stato del mondo puoi assentarti per anni dal lavoro perchè hai un figlio !? Provate a trovarlo.