Autore Topic: Parigi : passaggiava con una felpa con l'immagine di una famiglia . Multato .  (Letto 3291 volte)

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Offline Stendardo

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Vi invito a vedere la foto dove si può vedere il signor Talleu , con la sua felpa , mentre viene portato in caserma da un poliziotto perchè il suo abbigliamento è "contrario al buon costume" .

http://www.ilgiornaleditalia.org/news/esteri/845928/Francia--no-alla-felpa-anti.html


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Esteri
 


Addio a Liberté, Égalité, Fraternité


Francia: no alla felpa anti nozze-gay

I gendarmi multano un uomo ai jardins du Luxembourg per il "logo" pro-famiglia







Frank Talleu, direttore di alcune scuole cattoliche di un quartiere parigino, è stato portato al posto di Polizia perchè il suo abbigliamento era "contrario al buon costume"


Liberté, Égalité, Fraternité. Sono praticamente 300 anni che il motto della Rivoluzione francese, divenuto oramai quello ufficiale della nazione d’oltralpe, riempie la bocca ed i libri di scuola di tutto il mondo occidentale. Peccato che, nel Paese della baguette e della Tour Eiffel, del Moulin Rouge e di una nazionale di calcio che non riesce mai a vincere i mondiali, la libertà proprio non ci sia più. O, meglio, esista solo per alcune categorie di cittadini. Non parliamo dell’uguaglianza, tantomeno della fraternità.
 
Il fatto avvenuto lo scorso lunedì a Parigi, ha dell’incredibile. Anzi, dell’inverosimile. Peggio ancora, del vergognoso. È il primo di aprile (no, no, non si tratta di uno scherzo, la storia è verissima), un signore di mezza età passeggia per i centralissimi jardins du Luxembourg con la felpa che caratterizza la “protesta” contro i matrimoni gay. Nulla di sconvolgente. Si tratta semplicemente del disegno stilizzato di una famiglia, propriamente detta, composta da mamma, papà e due bimbi. Niente di omofobo, tutt’altro che offensivo. Eppure, alcuni zelanti gendarmi bloccano –verbalmente e fisicamente- il povero malcapitato, che viene precipitosamente portato al posto di polizia più vicino. L’intenzione è quella di multarlo per “tenuta contraria al buon costume”. Insomma, un’infrazione che ha a dir poco del ridicolo. Franck Talleu, questo il nome del francese protagonista dell’incommentabile , era ai giardini insieme ad altre famiglie, non certo per mettere su un picchetto di protesta, ma solo per far trascorrere una piacevole giornata ai bambini, in vista delle feste di Pasqua.
 
La felpa di Talleu, però, a detta degli agenti francesi, avrebbe potuto -in astratto- turbare la quiete del luogo e creare un qualche tipo di controversia con gli altri frequentatori dei giardini.
 
Dopo le, sacrosante, proteste del signore, il responsabile del presidio di Polizia cambia la contravvenzione che per “tenuta contraria al buon costume” , diventa per “organizzazione di una manifestazione ludica nei giardini senza una speciale organizzazione”.
 
Le Figaro, ha riportato le dichiarazioni indignate di Talleu per quella che definisce “un’enorme farsa”, fonte di un “sentimento di esasperazione che cresce” di fronte all’”impedimento sempre più marcato alla libertà d’espressione: se il semplice disegno di una famiglia su una t-shirt è considerato contrario ai buoni costumi, cosa capiterà a una coppia che se ne va per strada tenendosi per mano con un paio di figli? Faranno un verbale anche a loro?”.
 
Franck Talleu, direttore delle scuole cattoliche di Soissons, Laon e Sant-Quentin nel dipartimento di Aisne, attacca duramente la gendarmeria parigina per l’accaduto e, sempre su Le Figaro, scrive senza mezzi termini: “Cari padri di famiglia, una nuova resistenza si annuncia: non quella dei combattimenti interminabili nelle trincee per difendere qualche metro di una patria da trasmettere ai figli, e nemmeno quella dei maquis (i partigiani antitedeschi della Seconda guerra mondiale, ndr) da cui si tornava qualche notte scura per abbracciare i nostri cari. No, la resistenza dei mesi a venire è quella dei parchi e dei luoghi pubblici, in famiglia, sotto braccio alla propria moglie, ostentando fieramente la nostra gioia (e le nostre magliette) di vivere un matrimonio felice”.
 
Insomma, una cosa sola è chiara, i francesi, da oggi, non posso davvero più impartire lezioni sulla libertà. Di alcun tipo. A nessuno.
 Liberté, Égalité, Fraternité. Sono praticamente 300 anni che il motto della Rivoluzione francese, divenuto oramai quello ufficiale della nazione d’oltralpe, riempie la bocca ed i libri di scuola di tutto il mondo occidentale. Peccato che, nel Paese della baguette e della Tour Eiffel, del Moulin Rouge e di una nazionale di calcio che non riesce mai a vincere i mondiali, la libertà proprio non ci sia più. O, meglio, esista solo per alcune categorie di cittadini. Non parliamo dell’uguaglianza, tantomeno della fraternità.Il fatto avvenuto lo scorso lunedì a Parigi, ha dell’incredibile. Anzi, dell’inverosimile. Peggio ancora, del vergognoso. È il primo di aprile (no, no, non si tratta di uno scherzo, la storia è verissima), un signore di mezza età passeggia per i centralissimi jardins du Luxembourg con la felpa che caratterizza la “protesta” contro i matrimoni gay. Nulla di sconvolgente. Si tratta semplicemente del disegno stilizzato di una famiglia, propriamente detta, composta da mamma, papà e due bimbi. Niente di omofobo, tutt’altro che offensivo. Eppure, alcuni zelanti gendarmi bloccano –verbalmente e fisicamente- il povero malcapitato, che viene precipitosamente portato al posto di polizia più vicino. L’intenzione è quella di multarlo per “tenuta contraria al buon costume”. Insomma, un’infrazione che ha a dir poco del ridicolo. Franck Talleu, questo il nome del francese protagonista dell’incommentabile , era ai giardini insieme ad altre famiglie, non certo per mettere su un picchetto di protesta, ma solo per far trascorrere una piacevole giornata ai bambini, in vista delle feste di Pasqua. La felpa di Talleu, però, a detta degli agenti francesi, avrebbe potuto -in astratto- turbare la quiete del luogo e creare un qualche tipo di controversia con gli altri frequentatori dei giardini. Dopo le, sacrosante, proteste del signore, il responsabile del presidio di Polizia cambia la contravvenzione che per “tenuta contraria al buon costume” , diventa per “organizzazione di una manifestazione ludica nei giardini senza una speciale organizzazione”. Le Figaro, ha riportato le dichiarazioni indignate di Talleu per quella che definisce “un’enorme farsa”, fonte di un “sentimento di esasperazione che cresce” di fronte all’”impedimento sempre più marcato alla libertà d’espressione: se il semplice disegno di una famiglia su una t-shirt è considerato contrario ai buoni costumi, cosa capiterà a una coppia che se ne va per strada tenendosi per mano con un paio di figli? Faranno un verbale anche a loro?”.Franck Talleu, direttore delle scuole cattoliche di Soissons, Laon e Sant-Quentin nel dipartimento di Aisne, attacca duramente la gendarmeria parigina per l’accaduto e, sempre su Le Figaro, scrive senza mezzi termini: “Cari padri di famiglia, una nuova resistenza si annuncia: non quella dei combattimenti interminabili nelle trincee per difendere qualche metro di una patria da trasmettere ai figli, e nemmeno quella dei maquis (i partigiani antitedeschi della Seconda guerra mondiale, ndr) da cui si tornava qualche notte scura per abbracciare i nostri cari. No, la resistenza dei mesi a venire è quella dei parchi e dei luoghi pubblici, in famiglia, sotto braccio alla propria moglie, ostentando fieramente la nostra gioia (e le nostre magliette) di vivere un matrimonio felice”.Insomma, una cosa sola è chiara, i francesi, da oggi, non posso davvero più impartire lezioni sulla libertà. Di alcun tipo. A nessuno.
Micol Paglia
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

Offline vnd

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http://www.tempi.it/al-parco-con-la-felpa-pro-famiglia-e-anti-nozze-gay-fermato-tenuta-contraria-ai-buoni-costumi#.UV_SBlfvtds



Citazione
A Parigi ci si può baciare in pubblico per strada, come nella famosa foto di Robert Doisneau, si può passeggiare in minigonna ostentando generose scollature, si possono indossare le t-shirt con sopra stampate le più aggressive strofe dei rapper americani o francesi. Ma una cosa proprio non si può fare: passeggiare con la famiglia nei giardini del Lussemburgo indossando una felpa recante il simbolo della manifestazione di protesta contro la legge che istituisce in Francia il matrimonio fra persone dello stesso sesso (ieri in Senato è cominciata la discussione). Cioè i profili stilizzati e rosa di un uomo, una donna e due bambini che si tengono tutti per mano. I gendarmi vi fermeranno e vi porteranno al posto di polizia con l’intenzione di verbalizzare l’infrazione che avete commesso: «Tenuta contraria ai buoni costumi».

È quello che è successo a Parigi il 1° aprile scorso, ma nonostante la data non è uno scherzo, stando a quel che racconta il signor Franck Talleu. Si era recato sul posto con altre famiglie per far divertire i loro bambini con un nascondino a base di uova di Pasqua. Ma prima che potessero iniziare due poliziotti si sarebbero avvicinati e avrebbero intimato all’uomo di rimuovere o coprire la sua felpa, recante uno dei simboli della Manif pour tous, perché «contraria ai buoni costumi» e perché suscettibile di creare controversie e quindi disturbare la quiete del luogo.


La manifestazione parigina contro il matrimonio gay


Alle proteste del signore i due poliziotti lo invitano a chiarirsi le idee col responsabile del presidio di polizia permanente presente in loco. Lì il capoposto dà vita a un interrogatorio della durata di un’ora che si conclude con la redazione di un verbale dove l’accusa iniziale viene trasformata in un più sostenibile illecito (in sede di processo) di «organizzazione di una manifestazione ludica nei giardini di Luxembourg senza autorizzazione speciale». Seguirà un processo amministrativo e, in caso di condanna, un’ammenda di importo imprecisato da pagare. Comunque il signor Franck viene rilasciato solo dopo che ha accettato di togliersi la felpa incriminata.

Le Figaro riporta le sue dichiarazioni indignate per quella che definisce «un’enorme farsa», fonte di un «sentimento di esasperazione che cresce» di fronte all’«impedimento sempre più marcato alla libertà d’espressione»: «Se il semplice disegno di una famiglia su una t-shirt è considerato contrario ai buoni costumi, cosa capiterà a una coppia che se ne va per strada tenendosi per mano con un paio di figli? Faranno un verbale anche a loro?».
Franck Talleu, che è direttore delle scuole cattoliche di Soissons, Laon e Sant-Quentin nel dipartimento di Aisne, non lesina sull’enfasi nel suo commento alla vicenda pubblicato su Le Figaro: «Cari padri di famiglia, una nuova resistenza si annuncia: non quella dei combattimenti interminabili nelle trincee per difendere qualche metro di una patria da trasmettere ai figli, e nemmeno quella dei maquis (i partigiani antitedeschi della Seconda guerra mondiale, ndr) da cui si tornava qualche notte scura per abbracciare i nostri cari. No, la resistenza dei mesi a venire è quella dei parchi e dei luoghi pubblici, in famiglia, sotto braccio alla propria moglie, ostentando fieramente la nostra gioia (e le nostre magliette) di vivere un matrimonio felice».

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http://www.tempi.it/grazie-a-nome-degli-omosessuali-per-essere-qui-a-difendere-il-reale#.UV_S8Ffvtdv

«Grazie, a nome degli omosessuali, per essere qui a difendere il reale»

Citazione



Il momento più commovente della grande manifestazione di Parigi è stato quando Jean-Pierre di Homovox, indosso la t-shirt dell’evento, ha preso il microfono sul palco e si è rivolto alla folla: «Sono omosessuale e ho una vita di coppia in regime di Pacs (l’unione civile che in Francia esiste dal 1999, ndr). Sono qui perché ogni bambino ha diritto ad avere un padre e una madre. Perché non voglio che le donne siano ridotte a macchine per produrre figli per coppie di uomini. Perché non voglio che i figli dell’eterologa passino la vita alla disperata ricerca delle loro radici. Non ogni amore è fatto per il matrimonio. È l’amore incarnato nella differenza dei sessi che fa il matrimonio. Grazie, a nome degli omosessuali, per essere qui a difendere il reale!». Un’ovazione è salita dalle 800 mila anime sul prato del Champs de Mars, in faccia alla Tour Eiffel, e ha spazzato via per sempre le accuse di omofobia e di negazione dei diritti altrui. Se le è portate via l’acqua della Senna, verde e increspatissima sotto il Pont d’Iena.

La manifestazione contro il progetto di legge Taubira per il matrimonio e l’adozione (e presto anche la fecondazione assistita) aperti a tutti è stata un capolavoro politico e culturale. Il presidente François Hollande e il governo di Jean-Marc Ayrault sicuramente non indietreggeranno di un passo nei loro progetti, ma è indubbio che nel giro di quattro mesi il clima sociale intorno al dibattito è completamente cambiato, e anche i media hanno dovuto prenderne atto. Gli oppositori al matrimonio omosex sono riusciti a scuotersi di dosso tutte le etichette denigratorie che erano state loro cucite addosso, e ad accreditarsi come una grande forza popolare, intergenerazionale, pluralista, repubblicana, sinceramente preoccupata del pericolo di collasso delle istituzioni della vita civile che la nuova legge fa correre alla patria dei diritti umani. Senso critico, discorso razionale e tolleranza oggi sono i contrassegni caratteristici del movimento che si oppone al “matrimonio per tutti”, mentre l’immagine dell’intolleranza verso le idee altrui, dell’arroganza che rende sordi ai ragionamenti assennati e della sopraffazione dei diritti dei più deboli ha cominciato a incollarsi su promotori e difensori della legge. Infatti un altro momento drammatico e struggente della kermesse è stato quando un ragazzo dai tratti asiatici, ai limiti della perdita del controllo di sé, ha urlato nel microfono del palco: «Noi figli adottati non siamo una medicina per la sterilità degli adulti! Non siamo la cura per il loro dolore! Siamo bambini, non siamo diritti!».



La Manif pour tous è riuscita a produrre una sintesi che sembrava impossibile: un movimento che non perde spessore intellettuale nel mentre che pratica i tempi e i modi dell’azione di piazza, che difende i valori tradizionali con una padronanza perfetta dei meccanismi della comunicazione audiovisuale e delle regole della società dello spettacolo, che consente alla Chiesa cattolica di testimoniare la dignità pubblica delle sue preoccupazioni morali al servizio del bene comune senza che atei e non credenti aderenti all’iniziativa (fra loro psicanalisti e psichiatri) provino il minimo disagio o la minima subalternità. Il merito dell’impresa spetta soprattutto a due persone: il cardinale arcivescovo di Parigi, monsignor André Vingt-Trois, e l’umorista cattolica convertita Frigide Barjot, nome d’arte di Virginie Tellenne. Il primo ha saputo riaccendere e mantenere vivo un dibattito che sembrava già chiuso, con una serie di interventi a partire dall’estate scorsa che gli sono costati molte invettive; la seconda ha il merito del crescendo mediatico del movimento, ottenuto con una regia sapiente delle apparizioni televisive, quasi tutte in trasmissioni di intrattenimento, e con uno stile disinvolto e alla moda capace di far apparire la posizione anti-matrimonio omosessuale perfettamente progressista e aggiornata ai tempi.

Per non sprofondare in basso
Il 13 gennaio di Parigi è cominciato in certo qual modo durante le Messe mattutine, mentre le 800 corriere e i 6 Tgv prenotati dai comitati locali cominciavano a riversare manifestanti da tutta la Francia. La parrocchia di Saint Ferdinand des Ternes è a poche centinaia di metri da Place de la Porte Maillot, da dove parte uno dei tre cortei che convergeranno sul Campo di Marte, la grande spianata fra la Torre Eiffel e l’Accademia militare. Il celebrante si accorge subito che i fedeli sono più numerosi del solito: «Sono lieto di vedere più facce delle altre domeniche, questo vuol dire che la manifestazione sarà molto partecipata. Anche alcuni parrocchiani si ritrovano dopo la Messa per andare». Al momento dell’omelia, dopo la lettura di Isaia sulla consolazione di Gerusalemme e quella da Luca sul Battesimo di Gesù, il sacerdote torna sull’argomento: «Poiché non ci si lascia sollevare in alto, si sprofonda in basso. In questi giorni chi distribuiva volantini ai nostri fratelli africani e asiatici incontrava volti sbalorditi: non riescono a comprendere che nella nostra società non c’è più consenso intorno a cosa sia una famiglia. È giusto marciare oggi, ma la cura della famiglia deve vedersi nella vita quotidiana. Chi vive in provincia non lo sa, ma in questa città le famiglie faticano a ritrovarsi insieme a tavola: i ritmi di vita ormai isolano le persone». All’uscita il diacono François Déprez sfida apertamente la laicità alla francese: «Ai battezzati a livello politico viene consigliato di non fare riferimento alla loro fede cristiana se vogliono intervenire in ambito pubblico. Ci si suggerisce di essere schizofrenici, di separare la sfera privata dalla vita pubblica. I luoghi dove potremmo praticare la nostra fede dovrebbero limitarsi alla chiesa e alla casa. Ma se agissimo così, rinnegheremmo Cristo. Lui non ha mai nascosto la verità all’uomo peccatore, senza smettere di manifestargli il suo amore».

A Porte Maillot il corteo si muove alle 13 in punto, in un tripudio di rosa, azzurro e bianco, i tre colori della manifestazione. Nessuno sa dare una spiegazione univoca della simbologia cromatica, ma sembra soprattutto un affronto calcolato alla teoria del gender, che vede come il fumo negli occhi l’associazione di determinati oggetti o comportamenti con la differenza sessuale. Tanto più la tradizionale identificazione azzurro=maschio, rosa=femmina. «Il bianco è il matrimonio, il rosa le figlie femmine e l’azzurro i figli maschi», spiega convinta una signora. L’assortimento dei manifestanti è stupefacente: sembrano la riproduzione esatta della piramide demografica “a campana” della Francia d’oggi: tot bambini, tot adolescenti, tot adulti, tot anziani. Forse i sessantenni sono leggermente sovrarappresentati rispetto ai quarantenni, ma di poco. Si avanza a suon di musica rock francese e di fischietti scatenati. Non ci sono simboli di partito o sigle delle associazioni organizzatrici, ma solo stendardi delle 22 regioni della Francia e palloncini e bandiere con i colori e il logo della manifestazione. Che moltissimi portano dipinto sulle guance: uomo e donna stilizzati che tengono per mano due figli maschio e femmina. L’atmosfera è “bon enfant”, come dicono i francesi, i poliziotti in nero della gendarmeria sorridono: raramente a Parigi sfilano cortei così tranquilli e rilassati. Ma il messaggio politico è martellante, fatto di cartelli e slogan ritmati. Fra i primi i più popolari sono: “Papa Maman y’a pas mieux pour un enfant” (“Papà, mamma, non c’è niente di meglio per un figlio”), “Je suis un enfant, pas un droit!” (“Sono un bambino, non sono un diritto!”), “La différence est la clé de l’existence” (“La differenza è la chiave dell’esistenza”), “Tous nés d’un homme et d’une femme” (“Tutti nati da un uomo e da una donna”). Quanto agli slogan urlati, a parte il divertente “Pa-pa-Mére: Enfant! Enfant!”, qui i manifestanti hanno chiaramente rotto le consegne. Che erano di evitare «qualsiasi slogan di natura politica o che metta in causa delle persone». Slogan politici antigovernativi in senso stretto effettivamente non ce ne sono stati, ma l’occasione era troppo ghiotta per non bersagliare personalmente François Hollande, e così la gente s’è divertita un mondo a scandire in coro “Hollande, Hollande, va t’marier, va t’marier!”. Cioè “vatti a sposare”: il paradosso infatti vuole che il presidente che intende istituire il “matrimonio per tutti” sia anche l’unico non sposato di tutta la Quinta Repubblica. Il volto del presidente e quello del ministro della Giustizia Christiane Taubira autrice del progetto di legge apparivano poi su giganteschi manifesti contraffatti del film La gloire de mon père, versione cinematografica del romanzo autobiografico di Marcel Pagnol. Il titolo però è stato adattato ai nuovi tempi: “La gloire de mon parent 1”. Quando poi la folla partita da Porte Maillot, da Place d’Italie e da Denfert Rochereau si è ritrovata unita sull’erba del Campo di Marte, il presidente ha avuto l’onore di sentire il suo nome scandito come un tuono da 800 mila bocche: “Hollande, Hollande, ta loi on n’en veut pas!” (“Hollande, Hollande, non vogliamo la tua legge”).

Gangnam Style collettivo
Lungo il percorso da finestre e balconi pendevano striscioni – non molti, per la verità – che riprendevano gli slogan dei cortei. A quanti salutavano solidali dai piani alti i marciatori rispondevano, da veri animali da manifestazione quali sono i francesi, “dans la rue! Dans la rue!”. Cioè: scendete in strada. I volontari del servizio d’ordine – mille giovani vestiti di arancione (security), di verde (logistica) e di giallo (accoglienza) – vegliavano fra le altre cose a impedire che la gente avanzasse sui marciapiedi anziché in mezzo alla strada. «Solo chi marcia sul pavé viene contabilizzato dalle autorità», spiega un volontario vestito di giallo. Ma la precauzione non ha impedito che le stime di polizia e organizzatori sul numero dei manifestanti divergessero seriamente: 350 mila per i primi, più di 800 mila ad avviso dei secondi. A occhio, sono sembrati più vicini alla verità i secondi. O almeno è l’impressione che ha avuto chi ha assistito al più grande Oppah Gangnam Style della storia sull’erba del Campo di Marte: un popolo di bambini piccoli e settantenni imbacuccati che si dimenavano come invasati all’irresistibile ritmo rap di Psy. A dimostrazione che la linea di confine fra il possibile e l’impossibile la si può spostare sempre un po’ più in là.


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Offline vnd

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Sto cercando immagini del logo, per chi volesse realizzarsi in proprio la maglietta.
Io penso che l'adatterò e.... realizzerò il papà in nero....

Perché i gravi problemi della famiglia, ma soprattutto dei bambini, sono due.
- Il diritto dei bambini ad avere un papà ed una mamma, maschio e femmina;
- Il diritto di avere un padre, che spesso è negato a causa dell'estromissione di quest'ultimo e  dell' alienazione genitoriale. Disturbo che tanto spaventa le femministe, e le avvocatesse specializzate in false accuse.

Inoltre, secondo me il logo è troppo schematico, con i maschi da una parte e le femmine dall'altra.
Nelle famiglie non femministe, non sessiste, sane (ed etero) i figli sono amati a prescindere dal loro sesso.
Metterò i figli in mezzo, con la femminuccia che dà la mano al papà.
Il papà, chiuderà la fila, perché il suo ruolo è quello di coprire le spalle e vegliare sulla famiglia che va avanti.
In questo modo, il nero della sua assenza risulterà più evidente ed il messaggio risulterà maggiormente efficace.
[anche per evitare problemi di copyright]



la francia è il paese del nazi-femminismo della differenza.
Confesso che mi sorprende un po' che sia riuscita a mobilitarsi in modo così efficace.
Quello che non mi stupisce affatto, è il silenzio dei media e la persecuzione che questi uomini e queste donne responsabili sono costretti a subire da in laicismo fanatico e violento.
« Ultima modifica: Aprile 06, 2013, 10:11:34 am da vnd »
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Offline Mercimonio

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mamma mia che schifo, robe degne dei giacobini in Vandea !

ormai i satanisti non si nasconodo manco piu' e operano alla luce del sole !


Offline Mercimonio

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comunque in parte me la rido anche, perche' i francesi han sempre fatto di tutto per arrivare fino al merdume attuale e mo' sguazzeranno nella merda pure loro come gli americani, olandesi, e scandinavi.

e a che serve poi se i francesi non fanno piu' figli ?

presto l'islam fara' piazza pulito di tutto ma senza neppure sbattersi tanto, bastera' solo la loro maggioranza numerica, non ci saranno ne' guerre ne' battaglie, pezzo per pezzo controlleranno tutta l'europa, prima il nord e poi il sud.

Offline ilmarmocchio

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http://www.legnostorto.com/index.php?option=com_content&task=view&id=36526

l'occidente ha iniziato la parabola discendente. si tratta solo di vedere quale sarà la velocità del declino.

Offline Mercimonio

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e' dal 1989 che l'occidente e' passato in secondo piano.

questo sara' ed e' gia' il secolo cinese, ma l'europa ci mette pure molto del suo anche a farsi fare i tortellini in testa da tutti.

Offline Mercimonio

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banca dei Brics ? non servirebbe neppure, ci sono gia' la ICBC e la Bank of China, le due piu' grosse al mondo per capitalizzazione.

casomai vedo di buon occhio una sorta di "world bank" sud americana gestita da sudamericani incazzosi e antiamericani, il sud america e' stato spennato per decenni da IMF e World Bank.


Offline JAROD72

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Inserisco questo altro fatto qui pur non trattando questo argomento, ma sempre una storia di come si mette in croce chi solo tocca anche solo involontariamente certi argomenti.

La gaffe sessista di Obama

06/04/2013  - Il presidente si scusa con Kamala Harris, procuratore generale della California


http://www.giornalettismo.com/archives/864199/la-gaffe-sessista-di-obama/



Per avere detto cosa poi?

Questa è stata interpretata come cafoneria maschilista?

 

Offline ilmarmocchio

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Inserisco questo altro fatto qui pur non trattando questo argomento, ma sempre una storia di come si mette in croce chi solo tocca anche solo involontariamente certi argomenti.

La gaffe sessista di Obama

06/04/2013  - Il presidente si scusa con Kamala Harris, procuratore generale della California


http://www.giornalettismo.com/archives/864199/la-gaffe-sessista-di-obama/



Per avere detto cosa poi?

Questa è stata interpretata come cafoneria maschilista?

ne parliamo qui

http://www.questionemaschile.org/forum/index.php?topic=7363.0#msg87276

Alberto86

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Mi sà che gli è capitato il poliziotto femminista-finocchio.

Assurdo veramente.  Femministe e gay liberi di fare quello che vogliono in giro per le città e un brav'uomo con una maglietta pro-famiglia portato via come un delinquente.

Assurdo, a dir poco assurdo.  :mad: :mad: :mad:

Offline Vicus

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comunque in parte me la rido anche, perche' i francesi han sempre fatto di tutto per arrivare fino al merdume attuale e mo' sguazzeranno nella merda pure loro come gli americani, olandesi, e scandinavi.

e a che serve poi se i francesi non fanno piu' figli ?

presto l'islam fara' piazza pulito di tutto ma senza neppure sbattersi tanto, bastera' solo la loro maggioranza numerica, non ci saranno ne' guerre ne' battaglie, pezzo per pezzo controlleranno tutta l'europa, prima il nord e poi il sud.
Vero, con tutti quegli intellettualoidi che sfornano ogni settimana, senza dimenticare che il '68 è nato lì.
Il tasso di natalità è 1,8, non eccezionale ma tra i più alti d'Europa e quasi doppio rispetto all'Italia.
Quella della elevata demografia tra i musulmani è una  questione ben conosciuta e che inquieta non poco i francesi.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Vicus

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mamma mia che schifo, robe degne dei giacobini in Vandea !

ormai i satanisti non si nasconodo manco piu' e operano alla luce del sole !
Eh, ma in Francia per legge non puoi portare un crocifisso al collo (o un velo) nelle scuole! Sicuramente è tra i Paesi con le leggi più laiche in Europa, senza dimenticare però che Benelux, Scandinavia e forse Inghilterra sono molto più secolarizzati, certe leggi neanche servirebbero lì.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Vicus

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e' dal 1989 che l'occidente e' passato in secondo piano.

questo sara' ed e' gia' il secolo cinese, ma l'europa ci mette pure molto del suo anche a farsi fare i tortellini in testa da tutti.
L'economia cinese dipende dai consumi occidentali, e presta ad un occidente spiantato ed incapace di rimborsare, per alimentare  questi consumi.
Per quel che ne so, i media cinesi E occidentali sono come la Pravda, tacciono sul fatto che l'economia cinese scricchiola, come si può desumere da elementi quali il crollo a picco del Baltic Dry Index (traffico mercantile/container).
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.