Il telegiornale ha riportato la notizia di una giovane donna afflitta da depressione che ha ucciso la
sua figlioletta e poi si è suicidata. "Ovviamente" non solo non vi è stata una sola parola, non dico di
condanna, ma nemmeno di critica per il suo gesto, ma ha avuto persino un commento improntato alla pietà e alla comprensione: ADESSO HA TROVATO LA PACE. Superfluo aggiungere, ma lo faccio
per sottolineare l'abisso di cretineria nel quale ci ha precipitato la ginolatria imperante che nel caso
in cui l'omicida- suicida appartenesse al genere maschile il commento sarebbe stato ben diverso:
per lui non sarebbe valsa, a mò non dico di giustificazione, ma nemmeno di attenuante, nessuna
fottutissima depressione (trasformata in "crisi di identità") ma i commenti di condanna o di scherno
si sarebbero sprecati. Il massimo della benevolenza sarebbe consistito nel seguente commento:
" Ma non poteva suicidarsi lui e basta?". Per la donna che ammazza suo figlio non si chiede oggi neppure il carcere. Figuriamoci se si pretende il suicidio. Tanto, è già "oppressa" a sufficienza.