Palazzo Chigi.
Disoccupato, separato e disperato... un folle spara a due carabinieri.
Prima di tutto, mi preme esprimere solidarietà ai Carabinieri colpiti dall'ennesimo attacco di follia. Nel contempo è doveroso compiacersi della tempestività e della professioanlità con le quali il pazzo è stato neutralizzato. Per quel che vale, considerato che io sono un semplice cittadino e contribuente.
Disoccupato, separato, giocatore e disperato.
Tutti, bene attenti a definirlo folle.
A me, uno che spara contro la gente, tanto normale non sembra.
Questa è la descrizione fatta dai media dell'individuo che era partito, con l'intimo desiderio di farla finita, e che voleva fare un ultimo estremo gesto contro chi considerava colpevole del suo stato l'ignavia dei politici.
Salvo poi far fuoco contro i carabinieri.
In particolare contro un un uomo di cinquant'anni, vedovo, con una figlia, lavoratore dipendente, tassato, stratassato, con un salario che certo non può compensare ciò che sta pagando per via della sua giovanile passione.
Disoccupato.
Triste campanello d'allarme. Un problema che sarà sempre più diffuso.
Un problema che non solo metterà a confronto chi ha poco con chi non ha più nulla. Il pericolo, lo abbiamo visto ieri. Uno scontro tra chi non ha nulla e chi ha poco.
La colpa? Dell'inerzia politica. Che l'uomo ha percepito come lo Stato.
Separato.
Le sentenze di separazione calpestano la dignità maschile. D'abitudine. Per prassi. La violenza, anche se istituzionale, genera sempre violenza. Attenzione.
La colpa. Ancora una volta, quell'uomo l'ha intravista nello Stato.
Giocatore.
Il gioco.... Le slot machine... i gratta e vinci.
La dipendenza dal gioco.
La volontà debole del giocatore.
La colpa? Ancora una volta, lo Stato.
Quando cominciamo a dimenticare che lo Stato siamo noi. Eelettori e contribuenti, allora c'è qualcosa che non va.
Quando lo Stato diventa un altro... ed è percepito come un nemico che multa, tassa, ruba e spreca, allora il problema diventa pericoloso.
Stringiamoci forte.