Un caro saluto a tutti, e piacere di fare la vostra conoscenza.
Anche se ovvio in via preliminare meglio precisare e specificare, non si sa mai, a caratteri cubitali che:
1) ABORRO LA VIOLENZA SULLE DONNE (e naturalmente anche sugli uomini, sugli omosessuali e sui bambini, sugli animali e su qualsiasi essere vivente).
2) Nella mia vita non ho mai compiuto neppure il gesto di colpire una donna e nemmeno mi sogno di farlo in futuro.
3) Non odio le donne, che francamente penso molte volte siano meramente oggetto di strumentalizzazione per raggiungere scopi e fini diversi da quelli che appaiono (peraltro, penso che ad eccezione di una minoranza repressa che da sfogo sposando alcuni concetti femministi alle proprie frustrazioni per scappare dai propri fantasmi, alla maggior parte delle donne non piaccia neppure questa immagine di wonder woman che le viene affibiata).
4) Spero che quando dirò non venga etichettato, come “istigazione alla violenza”. Penso che oggigiorno ci sia un aumento di aggressività nei confronti della donna, ma la crescita del fenomeno penso sia dovuta a tutt’altro e che forum come questo siano al contrario proprio utili a stemperare la tensione e non ad incrementarla come ho letto da qualche parte.
Premetto infine che per il momento evito di addentrami negli orientamenti giurisprudenziali in tema di separazioni e divorzi, secondo me non degni di un paese civile ed in questa presentazione dei miei pensieri poserò l’attenzione su altri argomenti.
Precisato questo, ad avermi condotto su questo sito è stata una domanda; ma procediamo con ordine.
“
Lascia stare che la donna sia nettamente più brava ed intelligente dell’uomo, questo è un dato scientifico; lei a differenza tua ragiona con due emisferi e quindi riesce a fare più cose contemporaneamente. Ma a parte ciò, tu devi lasciarti guidare dalla donna e starla a sentire, perché lei ti vuole bene, ti ama, e lei sa cosa è meglio per te”.. se lasciaste il governo alle donne saremmo tutti più felici.. guarda in Svezia come stanno tutti bene e come tutto funziona alla perfezione”.
Esplicita o implicita che sia, la divulgazione di questi concetti da parte dei media è palesemente all’ordine del giorno ormai da anni. Difficile non accorgersi che bisogna faticare non poco per scovare una pellicola nella quale se vi è rappresentato un confronto uomo – donna l’immagine maschile non venga sminuita, ridicolizzata ed a volte persino umiliata dalla superiorità dei modelli femminile proposti e l’uomo non ne esca immancabilmente come una sorta di cerebroleso. Cosa analoga succede in moltissime pubblicità e programmi televisivi. Forse qualche dolce fanciulla leggendo quanto scritto penserà: “Jesus, come sono caduti in basso gli uomini se danno peso a queste sciocchezze”. Pensiero tutto sommato condivisibile. Tuttavia mi viene anche da pensare di come si inferocivano le signore alla visione dei c.d. spot “tette e culi”: “MERCIFICAZIONE DEL CORPO FEMMINILE!!!!!. Quindi a me invece verrebbe da pensare: ma se sbagliano gli uomini a darci peso, sbagliano dunque anche le donne quando danno un estrema importanza all’immagine dei modelli femminili che vengono proposti? oppure le donne non sbagliavano a lamentarsi, però in tal caso non sbaglierebbero nemmeno oggi gli uomini se si lamentassero della continua ridicolizzazione della maschilità? Lancio la domanda nell’etere e procedo oltre altrimenti ne vien fuori un poema.
Il gentil sesso una volta considerava l’addio al celibato una “usanza barbarica”. Proviamo a toccare oggi l’addio al nubilato… (a me personalmente fa “ribrezzo” vedere una donna “avvamparsi” alla vista del muscoletto di uno spogliarellista, comunque contente loro, contenti tutti..).
Sarebbe fin troppo volgare scrivere le parole che pervadevano la mente della mogliettina / compagna quando il lui una sera usciva per passare una serata tra amici. Proviamo oggi alle nostre signore a negare una uscita tra amiche.
E non credo sia certo possibile negare che l’immagine della donna che domina l’uomo sia presentata dai media come un modello da imitare e seguire o comunque sicuramente come un modello positivo. Dio ne scampi se qualche volta dovessero mostrare una donna che impara qualcosa da una relazione con un uomo. In un film di fantascienza forse! Le donne hanno l’infallibilità papale!.
Per non parlare poi della rappresentazione del tradimento femminile quasi addirittura concepito come un simbolo dell’emancipazione. Anzi a riguardo, secondo il modello maschile proposto se sei “cornuto” devi chiedere perdono alla signora che ti ha “cornificato” perché è solo colpa tua che l’hai trascurata. E sei anche tenuto a consolarla e rincuorarla perché lei mentre trombava l’altro stava soffrendo per te! Lasciamo perdere come viene presentato il tradimento di un uomo e le sue conseguenze.. potrebbero accedere sul sito minorenni e la descrizione richiederebbe una eccessiva cruenza.
Insomma per i media, da un paio di decenni a questa parte la donna è l’incarnazione del bene e l’uomo del male, certo, a meno che l’uomo non si conformi ai modelli maschili proposti dalle ideologie femministe, in tal caso ovviamente sarebbe un “vero uomo”.. un vero uomo un “
par di maroni” mi viene da rispondere. A volte ho l’impressione che non riescano proprio a rendersi conto che alcune cose che secondo i loro canoni per un uomo non sono affatto umilianti, per la natura dell’uomo, per la sua essenza, per la sua storia, invece lo sono. Io non so se lo facciano coscientemente o meno, ma vedo una notevole mancanza di rispetto proprio verso la maschilità; il fatto che la donna vada rispettata è un tormentone. Però mi sembra che non riescano a rendersi conto che loro non rispettano più la maschilità da anni ormai. (ah piccola parentesi anche a quella scrittrice che scrive “gli abbiamo fatti diventare sempre più simili a noi e noi siamo diventate sempre più simili a loro ed ora ci mancano alcune cose”. Anche per il concetto in questione la mia risposta è: “
un par di maroni”. Forse sta parlando degli uomini che frequenta lei, sicuramente non del sottoscritto. Io sono e sono sempre stato fiero di essere uomo, sono fiero della mia natura e se questo comporta addossarmi l’etichetta di bastardo Maschilista allora sono fiero di essere un bastardo Maschilista. Io ho sempre ritenuto che se quello che cercavano le donne era un ibrido per metà maschio e per metà femmina, cosa dire, ce ne saranno due miliardi e forse più sul pianeta, sceglietevene uno e siate felici. Io ho sempre preferito l’esilio alla castrazione).
Quanto alla “carneficina” verso le donne illustrata dai media, francamente non so se sia vero o non. I dati statistici riportati spesso vengono smentiti e nonostante ciò non mi pare di aver mai assistito ad una rettifica da parte dei mezzi di informazione anche nei casi in cui la notizia si sia rivelata palesemente falsa. Comunque per il momento non mi interessa la veridicità o meno delle informazioni.
Quello che mi interessa capire è se sia vero, come dicono i politici / politiche ed i mezzi di comunicazione in generale (all’unanimità), che il fenomeno della crescita di aggressività nei confronti delle donne, ove ciò sia vero naturalmente, sia dovuta alla presunta divulgazione di immagini di tette e culi. A me personalmente tale tesi sembra un piuttosto ridicola.
In primo luogo quindi, per dar risposta alle mie domande, prendo le mosse dall’analizzare il fine della divulgazione di tali modelli e le ragioni che permettano ciò, ossia le ragioni per le quali sia consentito che il sesso femminile possa oltraggiare in tutti i modi la figura maschile, mentre Dio ne scampi se una figura maschile si permetta di esprimere un opinione contenente lo 0000,0000001% delle quotidiane offese che gli vengono riservate, nei confronti di una donna. Ometto di descrivere cosa accadrebbe al malcapitato di turno perché come prima rientreremmo in un film dell’Horror!. Ora mi è venuta in mente l’esclusione di Fabri dal concerto del1° Maggio, è pazzesco. Ma lasciamo stare.
Tali messaggi “presumibilmente” non vengono inoltrati allo scopo di arrivare alla sottomissione dell’uomo alla donna (almeno spero), ma cercare di far acquisire al sesso femminile una maggiore sicurezza di se e del proprio valore, cercando di bilanciare secoli di discriminazioni ed aiutandole in tal modo, a raggiungere una parità anche effettiva di diritti e di possibilità di realizzare le proprie ambizioni. In buona sostanza la divulgazione di tali concetti, così anche come il riconoscimento di tutti i privilegi legislativi ed i vantaggi di cui gode il gentil sesso, le diversità di trattamento, non vengono considerate discriminazioni razziali e quindi consentite, in quanto rientrerebbero nel novero del secondo comma dell’art. 3 della costituzione, che recita: “
è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
In tale disposto, così come nella LEGGE 10 aprile 1991 n 125 con cui lo Stato Italiano recependo i principi del Trattato di Amsterdam introduce il concetto di azione positiva, trovano giustificazione e legittimità costituzionale tutta una serie di leggi di per se manifestamente discriminatorie in quanto in contrasto con il principio di uguaglianza.
Del resto sarebbe da internare una donna che negasse l’esistenza nell’ordinamento italiano di una pluralità di leggi emanate in suo favore, ma al contempo fortemente discriminative per gli uomini; e non mi sembra neppure che lo neghino; ma ciò oggi è legittimo in ossequio del principio contenuto nella norma costituzionale sopra indicata e giustificato per far si che la donna si possa mettere “in pari” con l’uomo.
Questo fino a poco tempo fa è stato considerato anche da chi scrive un fine nobile e quindi meritevole di essere sostenuto: pertanto non mi reputo un ex “
vagina dipendente”, definizione simpatica che mi ha fatto sorridere
, ne maschio/zerbino: i pantaloni a casa mia li porto e li ho sempre portati io. Semplicemente fino a qualche tempo fa lo ritenevo corretto. Se ho sempre appoggiato il principio di conferire privilegi alle signore, è perchè in base ai miei principi trovavo giusto aiutare la donna a raggiungere quella che viene definita la parità anche sostanziale. Tuttavia ritengo che oggi l’esistenza di questi “vantaggi” nell’ordinamento abbiano perso la propria legittimità.
La concessione dei privilegi deve essere subordinata ad una meticolosa ed attentissima disamina volta ad accertare l’effettiva esistenza dei presupposti necessari che di fatto ne legittimano la loro presenza, in quanto il privilegio per sua natura è fortemente discriminatorio in quanto in contrasto con il principio dell’uguaglianza che è elemento quantificatore cardine dell’idea di giustizia.
La concessione di privilegi, per essere accettata dall’animo umano, deve essere supportata da dati di fatto certi e provati. Orbene, basta guardarsi intorno per vedere donne magistrato, medici, direttori di carceri anche maschili peraltro in Italia in maggioranza donne - politiche, giornaliste, imprenditrici, dirigenti, manager, professoresse universitarie ecc.. In qualsiasi ufficio pubblico o privato che sia, presso cui ci rechiamo, la presenza femminile appare pressoché uguale a quella maschile se non addirittura superiore e se molte donne non riescono a trovare lavoro non credo sia perché “siano donne”.. non mi pare nel nostro bel paese tutti gli uomini siano occupati. Il ché, come dicevo, qualche dubbio sulla legittimità della presenza ancora oggi nell’ordinamento di alcuni privilegi mi vengono.
Tornando al punto, per quanto evidenziato mi sembrano quindi piuttosto risibili le ultime tesi mediatiche che imputano alla presenza della presunta visione di tette e culi in spot pubblicitari la crescita dell’aggressività maschile verso le donne. Insomma non è che ci vogliano le doti neurotiche di Einstein per comprendere che l’aggressività nei confronti della donna, qualora sia effettivamente in crescita, nasca dalla concessione di privilegi e dalla disparità di trattamento che oggi non viene più percepita come giustificata come invece lo era qualche decennio fa; Non credo occorra la mente di Newton per comprendere che l’aggressività verosimilmente possa svilupparsi nel fatto che nonostante anche un idiota capirebbe che oggi sono le donne ad essere effettivamente sessiste, vengano invece continuamente accusati gli uomini di essere sessisti. E neppure ci vuole Galileo per capire che l’aggressività si sviluppi nella circostanza che nonostante siano le donne a ritenersi “superiori” agli uomini, o per lo meno è quanto traspare dai loro assunti, siano gli uomini ad essere dipinti come maschilisti (che a differenza del femminismo, oggi traducibile in “orgoglio femminile” è una cosa riprovevole). In definitiva l’effetto che fa la politica, a me sembra sia quello di un arbitro palesemente di parte che trucca una partita e per lo più facendolo in maniera odiosamente sfacciata. Beh, secondo me, la c.d istigazione alla violenza, è in questo che va ricercata, in quanto ripeto, qualora la diversità di trattamento non sia percepita dalla collettività come giustificata, genera inevitabilmente risentimento. Ed oggi non vi sono più i presupposti che giustifichino la disparità di trattamento o almeno se ancora sussistenti non vengono dimostrati.
Cerco di spiegarmi meglio, usando una metafora. Io vedo questo: la donna è oggi in competizione con l’uomo in tutti i settori, commerciali, politici etc. Immagino quindi una gara, una corsa di 100 metri. Se ad una donna le consenti di partire con un vantaggio sull’uomo di 90 metri, devi far comprendere e mostrare all’atleta maschio gli elementi oggettivi che giustificano il vantaggio concesso, altrimenti credo non ci sia da meravigliarsi tanto se poi l’altro atleta si incazza. Invece la politica o i media, cosa fanno: invece di mostrare la presenza dei dati oggettivi che giustificano e rendono necessaria la concessione del vantaggio come agisce?: Se l’uomo recupera i novanta metri di svantaggio e vince la gara, lo Stato annulla la gara e fa ricominciare d’accapo. Però per sicurezza azzoppa anche l’uomo, non si sa mai. E dopo che vince la donna esalta la superiorità della donna sull’uomo. Senza dare peraltro alcuna spiegazione plausibile del comportamento. E poi si chiede: ma come mai il fenomeno dell’aggressività verso le donne è in crescita? Chissà, risponderei!!! Ah già, la colpa e dalla divulgazione di spot tette e culi o come dice qualche aquila femminista “gli uomini si incazzano perché non accettano che la donna si autodetermini, o che possa battere un uomo in una competizione… Beh cara mia, secondo me non è proprio così. Io credo che se allo START si parta insieme sulla stessa linea e dopo una gara “leale” una donna ne uscisse vincitrice, ho la vaga impressione che l’uomo si incazzerebbe un pò meno. Ed allo stesso modo, sempre a mio modestissimo avviso eh, si incazzerebbe meno anche se lo Stato gli mostrasse gli elementi concreti ed oggettivi che giustificano la concessione del vantaggio, anziché prenderlo per culo con notizie la cui mendacità e pretestuosità è rilevabile anche da un cerebroleso… D’altra parte non credo neppure che i dotti delle comunicazioni siano talmente stupidi da non sapere queste cose. Ma allora mi chiedo: se effettivamente sussiste il fenomeno della crescita di violenza nei confronti delle donne, perché non cominciano a fare davvero qualcosa, anziché fomentare ancor di più il risentimento con la diffusione di concetti e messaggi che sono sostanzialmente benzina sul fuoco? Perché non cercano di fare una cosa saggia facendo comprendere agli uomini le ragioni per le quali ancora oggi sono necessarie le disparità di trattamento o qualora non sussistano più gli elementi giustificavi non li aboliscono? Bah!! Certe cose non le comprenderò mai.
Ad ogni modo credo che ormai si sia giunti ad un abuso di un fine nobile, alla degenerazione di un principio giusto, e per questo motivo ho ritenuto sia giunto per me il momento di invertire la rotta.
Comunque, tornando al tema iniziale, ossia ai bombardamenti mediatici inerenti una presunta superiorità femminile, sicuramente non è che la maggior parte degli uomini italiani siano degli idioti che bevono tutto ciò che gli viene raccontano: non credo siano molti gli uomini che realmente pensano di valere meno della donna, anche se effettivamente qualcuno comincia davvero a crederlo. E non è che abbia tutto questo timore di potermi riscoprire molestato da una donna o si uscire dalla disputa dialettica con una fanciulla uno zimbelletto ovvero essere manipolato dalla mia compagna a suo piacimento. Queste cose mi fanno solo ridere. Il problema è un altro. Noi siamo adulti e vaccinati, e finché sul divano ci siamo io e mia moglie posso sempre divertirmi a smentire gli artefizi costruiti
ad hoc.
E qui veniamo al punto. La mia dolce metà è in dolce attesa
. Forse la mia sarà solo ansia da paternità, ma mi chiedo: E’ fondato il timore che un giorno mio figlio, nella sua età infantile, dopo aver guardato un programma televisivo possa pensare che le femminucce siano migliori dei maschietti? E se non me ne parlasse e si portasse dentro questo pensiero, quale ripercussione potrebbe avere nel suo processo di crescita? A sentir parlare continuamente della carneficina degli uomini nei confronti delle donne, vi è la possibilità che mi cresca con dei sensi di colpa? Il problema è presto risolto perché quando nascerà il televisore finirà nella spazzatura. Tuttavia mi inquietano molto anche alcune dichiarazioni rese da donne politicamente influenti “i nuovi maschi dovranno essere formati dall’età infantile”, o qualcosa del genere. Dovrò fare andare mio figlio all’asilo o alla scuola elementare con delle telecamere nascoste? O dovrò assumere degli insegnanti privati e le lezioni dovranno avvenire solo in mia presenza? Mah!!
E queste domande mi hanno portato a cercare in rete se questo fosse un problema diffuso e già rilevato ed in fine mi ha condotto su questo forum che per mancanza di tempo non ho ancora potuto appurare se sia o meno il luogo giusto per queste discussioni.
Beh, mi fermo in quanto mi rendo conto di essere stato eccessivamente prolisso. Nella speranza di trovare il tempo per capirci qualcosa di più della questione, vi saluto.