...seconda domanda (ma forse sarebbe la prima) ...è possibile combattere efficacemente le neofemministe e le loro argomentazioni muovendosi sul terreno della teoria queer?
Secondo me no, e cmq, sarebbe sbagliato per principio.
Ricordo sermpre uno dei concetti chiave di "Logica della scoperta scientifica" (il capolavoro epistemologico di Popper) dove dice, sostanzialmente, che una teoria è come una rete, se pesca qualcosa, pesca quello per cui è stata progettata (larghezza delle masglie, forma, profondità,etc).
E' ovvio che la teoria queer, è stata progettata per un certo scopo, quello di negare la differenza sessuale.
E tanto basta, identificare il fine (i pesci che vuole prendere).
Non bisogna chiedersi se sia giusta o sbagliata, voi cristiani state sempre a porvi 'sto caxxxo di problema, il problema della verità, come se fosse una cosa così importante...
Quardate al fine, la verità gliela attribuite voi!
Aristotele, che non era cristiano, era greco, diceva che "l'argomentazione che vince sull'altra, quella è ciò che chiamiamo verità".
Non vince perchè è vera!
Qui sta l'inversione cristiana, dove la verità è per dono divino e antecedente agli uomini che devono solo cercare di raggiungerla, ma non dipende da loro (è vera indipendentemente da loro), per il pensiero antico pre-cristiano (credo che valga come generalizzazione) sono gli uomini, le loro argomentazioni, il loro genio, la loro "retorica" che se vince su quella dell'avversario, allora diventa vera!
La verità è un'etichetta che si mette sul vincitore di uno scontro dialettico.
Questa è la grande differenza tra le due ottiche.
Tutto questo per dire, quindi, che la confutazione, non va fatta all'interno di quella teoria (che nasce viziata per ottenere il suo scopo), ma opponendogliene, con forza, un'altra.
Se vince, la teoria queer è automaticamente screditata.
E' sempre una questione ... di forza insomma.