Se la Questione Maschile non è cambiata, sono queste le cose che dovremmo combattere. Ragazzi dipendenti dalla prepotenza femminile, che si fanno grande solo perché munite di fica. A generi invertiti, le femministe ci avrebbero fatto un documentario.
http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2011/05/14/news/vuoi-fare-sesso-per-dieci-euro-dice-no-e-deve-cambiare-scuola-1.57903Il ragazzo deriso e additato come “finocchio” perché rifiutava le prestazioni offerte dalle compagne La madre l’ha tolto dall’Istituto superiore che frequentava per mandarlo in un collegio fuori città
di Laura Tonero
Sesso orale, fugaci giochi erotici in cambio di 5 o 10 euro o di una ricarica telefonica. È quanto accade secondo la denuncia della madre di un giovane studente triestino che fino a poco tempo fa frequentava uno storico istituto superiore cittadino, di cui omettiamo il nome per non rendere identificabili i protagonisti di questa storiaccia.
Preoccupata per le confessioni e il conseguente malessere del figlio, la donna si è rivolta all’avvocato Paolo Volli. «È successo tempo fa e il fatto mi ha lasciato senza parole», spiega il legale. «Il ragazzo allora quindicenne dimostrava un evidente stato di disagio, il suo rendimento scolastico - racconta - era improvvisamente peggiorato come pure il suo umore e i suoi rapporti con i compagni».
L’avvocato ha deciso di rendere pubblica questa circostanza dopo aver letto sul nostro quotidiano la recensione dello sconvolgente libro inchiesta di Marida Lombardo Pijola “Facciamolo a skuola”. Nel libro, edito da Bompiani, la giornalista racconta di una realtà ancora sommersa: quella della prostituzione minorile dentro le mura della scuola. «Leggere quelle testimonianze mi ha fatto riflettere - dice Paolo Volli - e posso testimoniare che questa sconvolgente situazione è vicina a noi più di quanto possiamo immaginare».
Quando la madre del giovane studente triestino si era presentata nello studio legale di via San Nicolò, il ragazzo aveva 15 anni e frequentava il terzo anno dell’istituto superiore. È un appassionato di sport, di musica e il suo percorso scolastico non aveva mai evidenziato problemi. Dopo lunghe chiacchierate, dopo un supporto psicologico e grazie a un solido rapporto con la madre il giovane alla fine aveva vuotato il sacco. «Il ragazzo - spiega il legale - ha raccontato di rapporti sessuali consumati nei bagni dell’istituto scolastico e di insistenti proposte da parte delle studentesse dai 14 ai 16 anni disposte ad offrire rapporti orali in cambio di una piccola ricompensa in danaro che spesso serviva per ricaricare il cellulare».
A differenza di altri compagni non ha mai accettato lo “scambio”. E dopo i suoi ripetuti rifiuti si è sentito prendere in giro e deridere sia dalle ragazze che frequentano l’istituto sia dagli stessi compagni maschi dalla sua classe. «Non sarai mica finocchio?», lo deridevano davanti ai suoi dinieghi. Non solo: le disinibite ragazze facevano a gara per convincerlo, per metterlo in imbarazzo davanti ai compagni maschi. Per lungo tempo, per mesi il giovane ha taciuto ma il suo malessere, il suo disagio non è passato inosservato agli occhi della madre. Il giovane vive solo con lei, i genitori sono separati. «La scuola era cominciata da pochi mesi - ricorda Volli - e la madre ha riferito delle circostanze anche ad un’insegnante. Ma invece di trovare un’alleata, un conforto, ha trovato un muro. E da quel momento per il giovane andare a scuola era diventato un incubo». A fine quadrimestre il ragazzo è stato trasferito in un collegio del Veneto. La madre per evitare ulteriori stress al figlio e temendo ritorsioni da parte dei compagni e del personale della scuola, dopo essersi consultata ripetutamente con il legale ha preferito non denunciare il fatto alle autorità giudiziarie. «Mi risulta che ora il giovane stia concludendo l’anno scolastico con ottimi risultati - precisa l’avvocato - e che continui a fare sport. Ha ritrovato la sua serenità».[/color]