Critiche come queste sono più credibili quando vengono mosse da persone con famiglie stabili e soddisfatte almeno quanto quelle che si vuole condannare.
La nostra giornalista per esempio, è sposata, ha figli? La sua famiglia è ancora unita o ha già divorzi alle spalle? Credo che qualsiasi critica del genere dovrebbe partire da un'autocritica.
Mentre l'emancipata cronista impegna la nostra attenzione con i misfatti delle donne velate, queste ultime fanno un numero di figli pro capite ben superiore a quello della suddetta.
Il risultato è più evidente in altri paesi, dove peraltro vigono generosi sussidi per le mamme, proposti in Italia come panacea salvafamiglia: gli europei, bonus o no, non si sposano più, tutti presi dalla 'carriera', magari in un'azienda sull'orlo del fallimento. I non europei, molto spesso disoccupati, con gli 'incentivi' statali riescono ad allevare 4-5 figli.
No, non critico queste culture millenarie che sono una ricchezza per l'umanità; ma se sia opportuno che rimpiazzino le nostre, con tutto l'indesiderabile contorno di tensioni sociali, per giunta sfruttate da partiti autoritari, rimane una questione aperta.