Autore Topic: Maschile Critico  (Letto 5828 volte)

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Re: Maschile Critico
« Risposta #15 il: Agosto 06, 2010, 22:16:52 pm »
Psicanalisi del pensiero oggettivo - Il lato oscuro

L'emersione della concezione oggettiva del mondo, non soggettiva, non vuol forse dire che esso puo' esistere indipendentemente dal soggetto?
Da ogni soggetto?

E non e´ forse questo il pensiero al maschile per eccellenza, la tanto proclamata oggettivita´maschile?

Non sembra, in ultima istanza, l´ultima modalita´di pensiero di un aspirante suicida?

Ecco la ragione per cui M. Fini, e non solo lui, afferma giustamente l'uomo sembra animato da un istinto di morte.

Animus

Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

Ha crocifissi falci in pugno e bla bla bla fratelli (Roberto Vecchioni)

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Re: Maschile Critico
« Risposta #16 il: Ottobre 12, 2010, 14:26:42 pm »
Alienazione e incoscienza

Nonostante il livello d’alienazione degli uomini d’oggi raggiunga ormai livelli stratosferici (1), la loro consapevolezza, la coscienza della massa maschile, continua a rimanere ai livelli di un infante.
E' qualcosa di stupefacente, che da la reale misura del ruolo della moltidudine maschile all’interno del "gioco della vita".

Una volta messi i cannoni in cantina, di tutti ‘sti uomini, non si sa proprio cosa farne.

Che valore attribuirgli?
Come "valorizzare" le lore vite, e soprattutto ... come valorizzare la loro morte?




1-Quasi 40.000 suicidi all’anno in Giappone.


Ieri, Benedetto XVI ha detto Il “sangue dei martiri trasforma il mondo.Allora come oggi  ... l'unico Figlio di Dio deve nascere per il mondo con (per n.d.r) la caduta degli dei, con il dolore, il martirio dei testimoni”

Non è una novità.
Già Tertulliano diceva che, Il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani.


Dunque, miei cari maschi incoscienti, preparatevi al martirio.
Il Santo Padre ha stabilito che il momento per valorizzare le vostre vite, e soprattutto ... la vostra morte è arrivato.

Sia chiaro, non è questa una critica al Santo Padre.
Del resto, questo è il solo, l'unico, e il giusto prezzo, che l'incoscienza (maschile) deve pagare alla coscienza.


Animus


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Re: Maschile Critico
« Risposta #17 il: Novembre 10, 2010, 22:25:42 pm »
L'ultimo uomo

Parlerò loro della cosa più, spregevole di tutte: che è l'ultimo uomo.
E così parlò Zarathustra al popolo:
"È tempo che l'uomo definisca la sua mèta. E tempo che l'uomo pianti il seme della sua più alta speranza.
A ciò il suo terreno è ancora abbastanza ricco. Ma esso diverrà un giorno povero e debole e nessun albero di alto fusto vi crescerà più.
Guai! Viene il tempo nel quale l'uomo non scaglierà pii la freccia della sua nostalgia al di là dell'uomo; in cui il crine del suo arco non saprà più vibrare.
Io vi dico che bisogna avere ancora in se stessi il caos, per poter generare una stella danzante. Io vi dico che avete ancora il caos in voi.
Ma guai! Viene il tempo in cui l'uomo non avrà più stelle da generare. Guai! Viene il tempo dell'uomo giunto all'estremo limite della sua spregevolezza, che non saprà più neanche disprezzarsi.
Ecco! Io vi mostro l'ultimo uomo.
Che cosa è amore? Che cosa è creazione? Che cosa è nostalgia? Che cosa è stella? Così chiedé l'ultimo uomo e ammicca.
La terra allora sarà divenuta piccola, e su di lei andrà saltellando l'ultimo uomo, che renderà tutto piccino. La sua schiatta è indistruttibile come la pulce di terra; l'ultimo uomo è quello che vive più a lungo di tutti.
Noi abbiamo inventato la felicità, dicono gli ultimi uomini, e ammiccano.
Hanno abbandonato le regioni dove era duro vivere: perché c'è bisogno di calore. Si ama ancora il prossimo e ci si strofina a lui: perché c'è bisogno di calore.
Ammalarsi e diffidare è per essi peccato: e si va avanti guardinghi. Pazzo chi ancora incespica sulle pietre o sugli uomini!
Ogni tanto un po' di veleno: esso fa sognare gradevolmente. E alla fine molto veleno, per gradevolmente morire.
Si lavora ancora, poiché il lavoro è un modo di passare il tempo. Ma si cerca di fare in maniera che questo divertimento non danneggi.
Non si è più poveri o ricchi: entrambe le situazioni sono troppo impegnative. Chi vuole ancora dominare? Chi vuole ancora obbedire? L'una e l'altra cosa sono troppo impegnative.
Non un pastore e il suo gregge! Ognuno vuole la medesima cosa, ognuno è uguale; chi sente altrimenti, va diritto al manicomio.
In altri tempi tutti erano pazzi, dicono i più raffinati e ammiccano.
Si è saggi e si sa tutto ciò che è accaduto: così non si finisce mai di sorridere. C'è ancora chi s'arrabbia; ma ci si rappacifica presto per non sciuparsi lo stomaco.
Si possiede la piccola gioiuzza per il giorno e il piccolo piaceruzzo per la notte: ma si rispetta la salute.
Abbiamo inventato la felicità, dicono gli ultimi uomini e ammiccano."

Così parlò Zarathustra, Nietzsche 1883

« Ultima modifica: Novembre 11, 2010, 00:50:04 am da Animus »
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Re: Maschile Critico
« Risposta #18 il: Dicembre 19, 2010, 12:29:03 pm »
Sul movimento maschile

- Il verme calpestato si rattrappisce.
E questo è intelligente.
Diminuisce infatti le probabilità di venir calpestato un'altra volta.
Nel linguaggio della morale: umiltà.

- Come appariva [...] un tale Germano «migliorato», sedotto al chiostro?
Come una caricatura d'uomo, come un aborto: era diventato «peccatore», stava in una gabbia, lo si era rinserrato tra idee semplicemente terribili... Ora se ne stava lì, malato, meschino, incattivito contro se stesso: pieno di odio verso gli impulsi alla vita, pieno di sospetto per tutto quanto fosse ancora forte e felice.
Insomma, un «cristiano»...

- Il mondo vero lo abbiamo eliminato: quale mondo è rimasto? quello apparente, forse?

– Cercavo grandi uomini, e ho trovato sempre e soltanto le scimmie del loro ideale.

F. Nietzsche - Il crepuscolo degli idoli, 1888
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Re: Maschile Critico
« Risposta #19 il: Gennaio 03, 2011, 00:07:06 am »
Dinamica maschile
Si supponga l’esistenza di una ragione, diciamo di genere, per cui a tutti gli uomini convenga allearsi per conseguire quell’interesse comune.
Gli uomini iniziano a formare un gruppo che cresce, mentre ancora la maggioranza maschile rimane neutrale.
Il gruppo continua a crescere fino a formare una massa critica, e in linea teorica , se continuasse a crescere, riuscirebbe a perseguire l’obiettivo.

D’altra parte il femminile , visto che nella parte antagonista – si suppone antagonista l’interesse dei due - si è formata “una massa critica” inizia a sentire la pressione, e si sente minacciata nei propri interessi, dovendoli così contrastare.

A questo punto accade una cosa interessante.
Ad una parte di quella massa maschile, si presenta un'opportunità che non aveva prima, schierarsi contro i propri interessi, di genere, per ottenere i favori femminili.

Si creano così due gruppi maschili in contrasto, in una situazione di equilibrio instabile, determinata da una richiesta femminile di difesa.

In senso più generale, e di fatto meno vincolante, su questo principio si può formulare una congettura: Ogni necessità femminile, non necessariamente omogenea all’interno del genere, ma anzi di solito eterogenea, crea una partizione maschile.


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Re: Maschile Critico
« Risposta #20 il: Gennaio 03, 2011, 13:36:10 pm »
Urbi et Orbi
Il risultato della proliferazione mondiale del modello occidentale è stata la sottomissione dell'intero globo ad un solo sistema, l'estensione su scala mondiale di un unico dogma; solo accidentalmente politico, o religioso, dato che tutti appoggiano lo stesso pregiudizio pseudo-illuministico della crescita e dello sviluppo, tutti confidano nello stesso paradigma economico, tutti vivono per produrre ciò che non avranno né il tempo né i soldi per comprare; il mondo è, davvero, uno solo: da un estremo all’altro la felicità è quantità, è acquistare e catalogare le cose possedute, i bisogni indotti, comprati, soddisfatti, placati fino a nuovo ordine. Forse non è nemmeno un fatto economico, o non più, poiché tutto è intrecciato e i confini si confondono: il denaro, dio, le nazioni e la cultura corrono insieme e si scambiano le maschere. È un treno lanciato e senza freni, ha detto Massimo Fini, un treno che nessuno può davvero governare, che nessuno può fermare.
Il nostro dio non ci conforta, la nostra religione da quattro soldi non si oppone, non può opporsi, non c’è motivo per cui si opponga perché è parte del tutto, è marcia come il resto e fa affidamento sulle stesse idiozie che guidano l’occidente; la nostra fede da quattro soldi s’è fatta sedurre dal progresso, dal denaro, vive di conti e bilanci - soccomberebbe se facesse altrimenti - e sparla di lavoro e distribuzione delle ricchezze, quando il lavoro e la ricchezza non sono che i mezzi con i quali è ratificata, controllata e legalizzata la nostra sottomissione. La fede di Stato è scesa a patti con l'occidente, benedicendone il progresso e appoggiandone l'imperialismo, imperialismo che peraltro essa stessa condivide, che è parte della propria storia, che fa parte del suo codice genetico, che è caratteristica di tutte le religioni dalle aspirazioni universali. Cattolico vuol dire universale, e l’universale, che non esiste, non può che essere imposto, inflitto, ficcato a forza di pugni nella testa degli uomini. Il nostro dio mette le mani dappertutto, vuole tutto, saccheggia tutto. L’occidente gli è grato, deve molto a Lui e alla religione, all’esperienza bi-millenaria di questa setta di sonnambuli, di questa oligarchia di illusi che blatera per conto del Cielo.
Il mondo intero è stato infettato dal modello unico di sviluppo matematico ed illimitato, dappertutto la moneta ha partorito debito. Il comunismo si è trasformato nel suo opposto: ha conservato, del suo passato, corruzione e violenza, aggiungendo al suo repertorio di nefandezze le nefandezze del mercato, del capitale, del furto perpetuo e dell’incantesimo monetario. Le masse indottrinate, educate al mito occidentale, si fanno guidare dalla propria o dall’altrui idiozia. Si occupano ancora di storia, di fare o cambiare la storia, il pensiero di abbandonare il tavolo e di ritirarsi nella solitudine non le sfiora nemmeno.
Qualche governo periferico, guidato da altri dèi, si oppone all’avanzata dell’occidente rinchiudendosi in una brutalità più arcaica, rifiutando gli orrori esterni per ripiegare sui propri, o sulle favole della religione tradizionale. Il loro è protezionismo culturale e morale, non c’è altra strada per tenere a distanza l’occidente che arriva. E non è detto che funzioni. Intanto, chiusi nel loro guscio antimoderno, vivono dei propri miti, delle proprie menzogne. Non sono nemici e nemmeno modelli da seguire, sono solo uomini come gli altri, miseri come gli altri, incoscienti e annebbiati come gli altri. Ma già mostrano i segni del contagio occidentale: la loro propaganda è la stessa, le loro armi sono le stesse.
Il sogno della prosperità esponenziale e senza fine si è scontrata con un mondo finito. La miseria, rara fra i semplici poveri, ha fatto la sua comparsa su scala mondiale. Lo straccione è un prodotto moderno. Non possedendo altro che il denaro e non dipendendo che da esso, milioni di pezzenti al guinzaglio lavorano per quasi nulla, e spendono quel quasi nulla per comprare quasi niente. E devono comprare, sono obbligati a farlo per sopravvivere, poiché non hanno nulla se non il denaro. Milioni di pezzenti non hanno nulla perché non possono più procurarsi nulla; mangiano ciò che comprano, non ciò che producono, e avendo rinunciato a tutto fuorché alla moneta rimarranno sui marciapiedi a divorare cartaccia. Noi e loro perderemo tutto, morendo con la nostalgia della terra e col disgusto per il denaro.
Un unico sistema di sviluppo nutre la quasi totalità degli uomini, un unico sistema monetario decide il valore delle cose in base a pezzi di carta generati dal nulla, la ricchezza è debito infinito in un mondo limitato. Quando tutti saranno in miseria, anche ai rapinatori non resterà che carta. Se non vogliono soccombere insieme agli altri devono prepararsi a prendere il potere con la forza, con tutta la forza necessaria per dominare 7 miliardi di schiavi. Una massa ingovernabile di miliardi di miserabili non può essere calmata, né ammansita: puoi solo schiacciarla o farti schiacciare. Ma i rapinatori non aspirano al martirio


Dal blog catastrofeverticale
« Ultima modifica: Gennaio 03, 2011, 13:49:35 pm da Animus »
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Re: Maschile Critico
« Risposta #21 il: Gennaio 03, 2011, 15:09:15 pm »
Dinamica maschile 2
Prima essi attaccarono l’opposizione, ma io non ero l’opposizione, così non li difesi.
Poi essi attaccarono gli ebrei, ma io non ero un ebreo, così non li difesi.
Poi essi attaccarono gli studenti militanti, ma io non ero uno studente militante, così non li difesi.
Poi essi attaccarono i sindacati, ma io non ero un attivista sindacale, così non li difesi.
Poi essi attaccarono gli insegnanti e gli intellettuali, ma io non ero uno di loro, così non li difesi.
E quando essi attaccarono me, non era rimasto più nessuno a difendermi

Bertold Brecht
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