una volta erano cechi, adesso sono slovacchi
i vescovi slovacchi attaccano l'ideologia gender
di fatto colgono la situazione tragica, neppure loro però, mi sembra, vedono la soluzione
Lettera pastorale della Conferenza Episcopale Slovacca per la prima Domenica di Avvento 2013
Cari fratelli e sorelle!
Il tempo di Avvento nel quale siamo appena entrati è un tempo di preparazione al Natale. Questo
periodo richiama alle nostre menti la venuta del Figlio di Dio in questo mondo. Come Gesù stesso
dice, Egli è venuto perché possiamo avere vita e l’abbiamo in abbondanza (cfr. Gv 10,10). La cosa
più preziosa che Dio ha dato a questo mondo e all’uomo è la vita. Dio ha predisposto delle
condizioni e determinato delle leggi che difendono la vita. Quando le rispettiamo, la vita sboccia e
fiorisce. Ma quando qualcuno agisce contro queste leggi divine, la cultura della morte emette nuovi
germogli.
Sull’uomo si concentra la particolare sollecitudine da parte di Dio. Prima che Dio creasse l’uomo,
aveva preparato per lui una natura bellissima e fruttuosa – come fonte per il vigore del suo corpo.
E per renderlo felice, insieme alla natura, Dio ha donato all’uomo una famiglia. Dio desidera che
ogni essere umano entri in questo mondo in una comunione familiare affettuosa e ordinata. Se ciò
non accade, è dovuto a tragiche circostanze o a fallimenti umani. Nel corso di tutta la propria vita
l’essere umano sperimenterà varie forme di felicità all'interno della famiglia. Si comincia con la
felicità dal bambino che si sente sicuro ed è privo di preoccupazioni tra la braccia di suo padre e
sua madre. Quando il bambino cresce, questa felicità si trasforma e diventa la felicità di un
amorevole marito o moglie, e poi la felicità del padre e della madre solleciti. Vi è infine la felicità dei
nonni, quando è data loro l'opportunità di guardare con gioia i propri discendenti ben cresciuti e di
vedere con quanta responsabilità continuano la buona opera. Ogni fase della felicità umana è
custodita da una famiglia bene ordinata.
La famiglia è un'istituzione fondata da Dio. Per questo l'uomo non può mai distruggerla
completamente. Una delle preghiere della Chiesa nell'accompagnare il Sacramento del matrimonio
recita: “O Dio, in te, la donna e l'uomo si uniscono, e la prima comunità umana, la famiglia, riceve
in dono quella benedizione che nulla poté cancellare, né il peccato originale, né le acque del
diluvio”. Attraverso questa preghiera la Chiesa esprime la propria fede nella famiglia come
istituzione di Dio che perdurerà sulla Terra. Tuttavia non è scontato che la famiglia sopravviverà in
Europa. Anche se l'uomo non può distruggere completamente la famiglia, egli la può deturpare – e
questo già accade nel mondo attuale. Danneggiando la famiglia l'uomo sminuisce la felicità
umana, che proprio nella famiglia trova la propria perfezione. Egli mette in pericolo la vita e
produce una cultura di morte. I fautori della cultura di morte usano metodi molto sofisticati per
avanzare. Nelle parole nobili che utilizzano essi inseriscono significati completamente opposti, cioè
ne cambiano il senso e lo rendono ignominioso. Essi parlano di “diritti umani” e di “diritti dei
bambini”, ma vogliono imporre concetti che, in realtà, ledono le persone e i bambini. Sotto la
parvenza di diritti dei bambini, così come essi li proclamano, i padri e le madri perdono qualsiasi
possibilità di educare i propri figli in modo responsabile: viene così invalidato il diritto ad essere
educato donato da Dio ad ogni bambino.
I fautori della cultura della morte promuovono la nuova “ideologia di genere”. In nome di questa
vogliono fare rispettare la cosiddetta “parità di genere”. Quando qualcuno sente questa
espressione per la prima volta, potrebbe pensare che favorisca i pari diritti e la pari dignità attribuiti
a tutti gli uomini e donne. Questi gruppi tuttavia, utilizzando l'espressione “parità di genere”
intendono qualcosa di completamente diverso. Essi cercano di convincerci che nessuno esiste in
natura come uomo o come donna, cioè vogliono privare l'uomo della sua identità di uomo, la
donna della sua identità di donna, la famiglia della sua identità di famiglia, cosicché l'uomo non
possa più sentirsi uomo, la donna non possa più sentirsi donna e il matrimonio non sia più la
comunione esclusiva tra un uomo e una donna: essi cercano di parificare l'alleanza tra due uomini
o due donne con il matrimonio. In questo modo essi introducono una sorta di messinscena
sodomitica che contraddice il volere di Dio e richiama la punizione divina.
Ciò che si introduce nella nostra società attraverso tali nobili slogan è una sovversione della vita
familiare, che deve essere sacra. È una ribellione blasfema dell'uomo contro il suo Creatore. Dio
stesso ci ha creati a Sua immagine. Il Creatore ha donato all'uomo la dignità dell'uomo, alla donna
la dignità di donna e alla famiglia la dignità della famiglia. La dignità di ogni nazione deriva da
questo dono. Usando dei nobili slogan i fautori della cultura della morte e i promotori dell'ideologia
di genere mirano a distruggere tutto questo. Concetti come uomo, marito, padre, cavaliere,
gentiluomo, non sono per loro più accettabili. Lo stesso vale per concetti come donna, moglie o
madre. Laddove questa ideologia si afferma, essa fa perdere alle nazioni la propria dignitosa
posizione davanti a Dio e davanti al mondo.
Per motivi inconcepibili i rappresentanti di diversi Paesi si pongono in un degradante
atteggiamento servile nei confronti dei fautori della cultura della morte e varano leggi che
contraddicono a volte il buon senso. Questi rappresentanti hanno perso tutta la propria stima
morale di sé e non solo fanno perdere dignità alle proprie nazioni, ma le espongono anche alla
distruzione. Tale comportamento è una chiara perdita del fondamentale senso della vita e del
senso di autoconservazione. E possiamo già vederne apparire alcuni segni nel nostro Paese.
Desideriamo esprimere la nostra grande stima e gratitudine a tutte le istituzioni e persone che
comprendono questo pericolo e, promuovendo la famiglia e la cultura della vita, hanno organizzato
la Marcia per la Vita a Košice (22 settembre 2013). Desideriamo esprimere il nostro rispetto e
apprezzamento per tutte le persone che hanno sostenuto questa marcia, dimostrando quanto
abbiano a cuore la protezione dell'istituto familiare.
La Marcia per la Vita voleva essere un appello, un incoraggiamento e un supporto morale per i
nostri rappresentanti dello Stato, incoraggiandoli a proteggere la dignità e la vivacità della nostra
nazione. La realtà tuttavia sembra mostrare che essi l'hanno ignorata, il che indica che hanno già
adottato la cultura della morte, in considerazione del fatto che continuano ad offrire ai suoi
promotori ampio spazio e considerevole supporto. I sostenitori della “parità di genere” non cedono;
stanno attendendo l'occasione propizia per soggiogare il processo educativo attraverso nuove
legislazioni ed imporre questa “ideologia sodomita” su tutta l'educazione scolastica e pre-
scolastica. Questo avrebbe per conseguenza processi educativi tali non solo da privare i bambini
della propria dignità , ma anche da danneggiarli moralmente e psicologicamente. Impedirebbe ai
bambini di crescere diventando uomini e donne pienamente maturi. Si abuserebbe inoltre anche
degli insegnanti per questa terribile devastazione. In passato si abusò degli insegnanti per imporre
l'ateismo ai bambini, contro la volontà dei genitori;oggi incombe su di loro una minaccia ancora
peggiore. I fautori della cultura della morte sono fortemente sostenuti dai media: non diamo loro la
possibilità di ingannarci o manipolarci.
La cultura della morte minaccia veramente l'esistenza della nostra nazione. In tempi di pericolo le
generazioni passate non hanno esitato ad offrire la propria vita per proteggere la nostra
madrepatria. Non è necessario che noi affrontiamo sacrifici così grandi, ancora, ma dobbiamo
essere vigili. Sollecitiamo alla vigilanza i rappresentanti statali a tutti i livelli, anche i genitori, le
amministrazioni scolastiche, e tutte le persone di buona volontà. Dovremmo rifiutare tutte le
manifestazioni della cultura della morte sin dall'inizio. Alle elezioni possiamo votare solo quei
candidati che rifiutano la cultura della morte . Se agissimo in modo diverso, avremmo in disistima
l'eroismo dei nostri antenati che hanno donato le proprie vite per il bene del loro Paese.
In questo tempo di Avvento e Natale Dio ci mostra molto chiaramente cosa significa per Lui la
famiglia. Quando mandò Suo Figlio in questo mondo, non gli assicurò né un palazzo lussuoso né
pranzi fastosi. Ma gli assicurò una famiglia ordinata in cui nascere. La Santa Famiglia di Nazareth
dovrebbe ispirarci a fare tutto il possibile per difendere e preservare le nostre famiglie. Così come
la famiglia di Nazareth ha protetto il bambino neonato fuggendo in Egitto, anche noi dobbiamo
tutelare ad ogni costo il sano sviluppo di tutti i bambini e proteggerli dalla pericolosa “ideologia di
genere”.
Sperando che assumiate la giusta posizione su queste questioni serie che riguardano la vita e la
famiglia, impartiamo la nostra benedizione.
I Vescovi slovacchi