Fonte :
http://www.centrostudilaruna.it/solanas.htmlLa questione maschile
Nel variegato repertorio di malattie mentali che forma il corpus delle ideologie progressiste, il femminismo occupa un posto di straordinario rilievo. Il testo di riferimento di questo filone di pensiero è: S.C.U.M. Manifesto per l’eliminazione dei maschi, di Valerie Solanas, che si può considerare come un vero e proprio libro liturgico che viene letto come un Vangelo e scandito come un mantra dalla classe dirigente democratica. Il pamphlet della Solanas è la fonte ideologica di tutto quell’insieme di leggi che mirano alla distruzione della famiglia e alla progressiva restrizione dei diritti civili cui è sottoposta la popolazione di sesso maschile nel mondo occidentale, dove il diritto di famiglia e le norme che regolano i rapporti fra uomo e donna sono ormai diventate una trappola femminista: leggi sulle molestie sessuali, sulle discriminazioni sessiste, penalizzazione dei padri separati ecc…
La sigla S.C.U.M. sta per Society for Cutting Up Men (associazione per l’eliminazione degli uomini). Bisogna riconoscere che questo libro è caratterizzato da una vena polemica, e profetica allo stesso tempo, che gli conferiscono una qualche dignità letteraria. L’opuscolo della Solanas è stato scritto nel 1967 e comincia a essere diffuso nel 1968 (casualmente? È più che lecito supporre che il libro sia stato commissionato dalle forze occulte che hanno architettato la grande cospirazione sessantottina!).
La Solanas comincia il libro esponendo il suo programma ambizioso: le donne devono «rovesciare il governo, eliminare il sistema monetario, istituire l’automazione globale e distruggere il sesso maschile». L’ultimo punto del programma si può realizzare con l’aiuto dell’ingegneria genetica: «oggi è tecnicamente possibile riprodursi senza l’intervento dei maschi (o persino senza le femmine) e produrre soltanto femmine». Come si vede la fanciulla rivoluzionaria era ben informata sulle possibilità di generare la vita in laboratorio (e siamo nel 1967!). La superiorità della femmina è dimostrata dal fatto che il gene maschio è un gene femmina incompleto: «il maschio è una femmina mancata, un aborto ambulante, abortito a livello genetico… Il maschio è intrappolato in una zona d’ombra a metà strada tra l’essere umano e la scimmia… Definire l’uomo una bestia è adularlo: il maschio è una macchina, un vibratore ambulante».
La Solanas prosegue elencando le responsabilità dei maschi in quelli che secondo lei sono i mali del mondo. Da buona “pacifista”, la Solanas mette al primo posto la guerra: «poiché la sua vita non ha alcun valore il maschio preferisce dissolversi in una vampata di gloria». Seguono poi cortesia, buone maniere e dignità: «ogni uomo, nel profondo, sa di essere un indegno pezzo di merda… desidera solo nascondersi e camuffare di fronte agli altri la propria totale fisicità, il proprio totale egocentrismo, l’odio e il disprezzo che nutre verso gli altri maschi e che sospetta gli altri maschi nutrano verso di lui… il maschio cerca di imporre un codice “sociale” perfettamente insipido». In materia di economia la Solanas ha le idee molto chiare: «in una società senza denaro ognuno potrebbe realizzare tutto ciò che maggiormente desidera». Dopo aver enunciato questa perla di saggezza, l’autrice afferma: «poiché il maschio disprezza il suo Io totalmente inadeguato, viene sopraffatto da un’intensa inquietudine e da una profonda, infinita solitudine non appena si trova a tu per tu con il suo Io vacuo, e allora si aggrappa ad una femmina qualsiasi nella vaga speranza di completare se stesso… Ma le femmine, a meno che non siano molto giovani o molto malate, devono essere costrette con la violenza o con la corruzione ad accettare la compagnia maschile… A liberare le donne dall’egemonia maschile sarà quindi la totale eliminazione del sistema basato sul lavoro e sul denaro e non il raggiungimento della parità economica con l’uomo dentro a questo sistema».
Seguono alcune considerazioni sulla figura paterna: «la Mamma desidera ciò che è bene per i suoi bambini; il Papà vuole solo ciò che è bene per Papà… per di più desidera sessualmente sua figlia» (sorge spontanea una domanda: in che famiglia è cresciuta la Solanas?). Lapidaria la conclusione di questo punto: «il maschio ha un tocco da Re Mida, al negativo: tutto ciò che tocca si trasforma in merda». Poi l’ispirata scrittrice rincara la dose: «il maschio è un fascio di riflessi condizionati, incapace di libere risposte intellettuali… ha un enorme bisogno di essere guidato, protetto, difeso, ammirato dalla Mamma». Molto riduttivo è anche il concetto che la Solanas ha della figura materna: «borsa d’acqua calda provvista di tette».
La maîtresse à penser del femminismo, inoltre, considera l’interesse dei maschi per le donne come una violazione dell’intimità femminile e come un atteggiamento morboso: «il maschio, volendo essere donna, non fa altro che girare attorno alle femmine». Proseguendo in questa galleria dell’assurdo, l’autrice approfondisce la sua visione della psicologia maschile: «il maschio aborrisce la vita civile, la gente, le città, qualsiasi situazione che richieda capacità di comprendere e comunicare con gli altri». Non si salvano dalla furia della Solanas nemmeno gli “hippies”, che pure erano molto popolari all’epoca in cui è stato scritto il libro: «per i tradizionalisti l’unità di base della società è la famiglia, per gli hippies è la tribù; ma per nessuno è l’individuo». L’eroina femminista non è tenera nemmeno con gli omosessuali: «il maschio che si è spinto più lontano è la checca, ma costui, per quanto sia diverso dalla maggior parte degli uomini, è pur sempre uguale a tutte le altre checche; da buon funzionalista, ha un’identità – è una femmina – ma non ancora un’individualità: cerca solo di sbarazzarsi dei suoi problemi». Poi la nostra scrittrice torna ad occuparsi degli uomini eterosessuali: «il maschio non ha il senso del bene e del male, non ha la coscienza morale… vuole che la femmina (la Mamma) lo guidi, ma non riesce ad accettare questo fatto».
Segue poi l’abituale tormentone delle ideologie progressiste, cioè le stantie argomentazioni contro la religione. Ecco tutto quello che la filosofessa femminista riesce a dire sul rapporto tra l’uomo e il sacro: «il maschio ha inventato la filosofia e la religione. Non vedendo che vuoto in se stesso, egli guarda fuori di sé, cercando non solo una guida e un controllo, ma anche la salvezza e il significato della propria esistenza… la religione non solo assicura al maschio una meta (il Cielo), e lo aiuta a tenere le donne assoggettate agli uomini, ma gli fornisce anche i rituali per esorcizzare il senso di colpa e la vergogna originati dall’incapacità di difendersi dai suoi impulsi sessuali; in sostanza, la colpa e la vergogna di essere maschio». Non può mancare nel Solanas-pensiero un riferimento ai pregiudizi razziali, etnici, religiosi, il solito spauracchio della cultura democratica: «il maschio ha bisogno di capri espiatori su cui proiettare i suoi fallimenti e la sua inadeguatezza, su cui scaricare la frustrazione di non essere femmina». La Solanas ha perfino l’ambizione di pronunciare parole sull’arte e la cultura: «il progetto “artistico” del maschio non è quello di comunicare (non avendo nulla dentro di sé, non ha niente da dire ), ma di camuffare la sua bestialità, ricorrendo al simbolismo e all’oscurità (la vecchia solfa della “profondità”)».
Ovviamente le donne che apprezzano la compagnia maschile sono viste come delle pericolose “collaborazioniste”: « la figlia di papà, passiva, arrendevole, rispettosa, piena di reverenziale timore per il maschio gli consente di imporre il suo chiacchiericcio orrendamente ottuso». La profetessa della superiorità femminile pronuncia poi un severo giudizio sulle donne che traggono piacere dalla sessualità: «il maschio eccita certe femmine, quelle ad alta tensione sessuale, ad una lussuria parossistica che le fa piombare nella buia sacca del sesso, da cui poche riescono a fuggire… il sesso è il rifugio dei poveri di mente». Dopo questa breve divagazione la Solanas torna a infierire sulla vittima preferita: «il maschio è un animale subumano». Inoltre l’amazzone femminista afferma: «molti dati biologici e psicologici, che dimostrano la flagrante inferiorità del maschio rispetto alla femmina, vengono pertanto soppressi». In realtà la moderna società di massa è letteralmente sommersa da un apparato di propaganda che afferma la superiorità del sesso femminile su quello maschile, ma ovviamente le sacerdotesse femministe sanno recitare la salmodia del progresso: i pianti rituali e l’atteggiamento vittimista sono il brodo primordiale di tutte le ideologie egualitarie.
Tuttavia nel sacro testo della Solanas è dato anche trovare una profezia clamorosamente fallita: «l’introduzione dei computers verrà ritardata all’infinito nel sistema dominato dal maschio, giacchè il maschio ha il terrore di essere rimpiazzato dalle macchine» (questo errore di valutazione è davvero clamoroso, e potrebbe indurre i “fedeli” a dubitare del dogma dell’infallibilità femminile!). La Solanas è più esatta nel delineare lo stato di degrado in cui versa la popolazione maschile nelle moderne società occidentali: «sempre più uomini diventano froci oppure si annullano nella droga».
Il futuro per la Solanas sarà dominato dalle biotecnologie e, poiché l’uomo è un essere banale e inutile, soltanto le donne saranno riprodotte in laboratorio. La Solanas riesce anche ad ammantare di pretese morali i suoi progetti di “eugenetica”: «la produzione deliberata di ciechi sarebbe immorale, come lo sarebbe la produzione deliberata di esseri emotivamente storpi». L’autrice torna poi a ribadire un concetto già ampiamente espresso in precedenza: «il maschio è una merda volgare ed abietta», e descrive lo scenario messianico che attende il mondo delle donne finalmente liberate dai maschi: «sarà l’inizio di una nuova era fantastica e un’atmosfera festosa ne accompagnerà la costruzione». Oltre a godersi questo nuovo Paradiso Terrestre, le donne metteranno in atto la soluzione finale della questione maschile: «i pochi uomini rimasti finiranno i loro miserabili giorni istupiditi dalla droga… rivolgendosi al più vicino e accogliente centro suicidi: qui, con dolcezza, verranno asfissiati col gas, rapidamente e senza soffrire… gli uomini irragionevoli, malati, che tentano di difendersi dalla loro ignominia, alla vista di SCUM che gli rotola addosso si aggrapperanno terrorizzati alla Grande Mamma con le Grandi Tette di Gommapiuma, ma le Tette non li salveranno da SCUM; la Grande Mamma si aggrapperà al Grande Papà, che se ne starà rintanato in un angolo a cacarsi sotto nelle sue brache da Superman. Gli uomini ragionevoli, invece, non scalceranno, non lotteranno, non solleveranno penose proteste, ma se ne staranno seduti col cuore in pace, rilassati, e si godranno lo spettacolo abbandonandosi alla deriva verso la loro fine».
Ce ne sarebbe abbastanza per condannare questo libello infame per ingiuria, diffamazione, istigazione al genocidio e, soprattutto, si potrebbero chiamare in causa le severissime leggi che puniscono le “discriminazioni sessiste”. Ma naturalmente gli oligarchi democratici sanno attaccare l’asino dove vuole il padrone (anzi, in questo caso la padrona): le leggi contro le “discriminazioni sessiste” servono solo a colpire i maschi. Il femminismo, infatti, è un ingranaggio di primaria importanza nella macchina demoniaca del capitalismo postindustriale: la famiglia è per eccellenza il luogo del risparmio e della ottimizzazione delle risorse, mentre la società individualista, con la frammentazione dei nuclei famigliari e la cancellazione di ogni senso della comunità, è funzionale alla moltiplicazione dei consumi. Per questo i parlamenti democratici si impegnano con pervicace ostinazione nell’annientamento della famiglia naturale, e hanno anche la sfrontatezza di farlo in nome del diritto alla libertà individuale, quello stesso diritto che viene calpestato con disinvoltura quando si tratta di reprimere la libertà d’opinione.
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Valerie Solanas, Manifesto per l’eliminazione dei maschi, ES, Milano, 1998, pp.78, euro 5,16. (IBS) (BOL) (LU)
Posted by Michele Fabbri on 1 gennaio 2000.
Tags: donne, femminismo, sesso, Solanas, Valerie Solanas
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