Il finale di "Essi vivono" è bellissimo e l'unico davvero percorribile, in purissimo, radicalismo nichilista carpenteriano al quadrato. Con i buoni "eroi-antieroi" proletari che muoiono, se ti ricordi proprio per mano del tradimento di una donna cioè Meg Foster, che almeno Nada/Piper riesce ad uccidere subito. Sberleffo finale anche questo carpenteriano ed anarcoide come da lui al quadrato, con gli alieni dalla faccia di teschio che vengono smascherati per sempre agli occhi degli umani sottomessi. Ti ricordi lo yuppie-teschio che si sta facendo scopare sotto dalla solita bionda edonista donna di piacere da yuppie, che nel mentre lo vede per le sue reali fattezze e si blocca inorridita. Al che lui le chiede:;- "Che c'è?". Nero, titoli di coda con lo splendido tema ovviamente composto dallo stesso Carpenter. Strepitoso, da urlo, uno dei finali più belli dell'intera Magnus Opera carpenteriana, quasi al pari con il lento e disilluso allontanamento di Jena che strappa il nastro della cassetta gettandola via, e il tema che sale, in "Escape from New York". O l'accensione della sigaretta "Spirits of America" con l'ultimo fiammifero rimasto, e sguardo in macchina di un vissuto e rugato Jena nel mondo ormai spento dell'energia elettrica, in "Escape from L.A."
"Starman" bellissimo, opera con cui Carpenter dimostrò di saper fare un film ben diverso dal suo solito su di un film su di un alieno disceso sulla terra, di tono intimista e profondamente romantico, triste e malinconico, amaro, con uno stile e una consapevolezza ben più toccante le corde più profonde,e adulta, di quella spielberghiana di "E.T." Un film d'impianto e storia come detto diversi per Carpenter ma al solito con la sua mano riconoscibile ad ogni fotogramma, con il suo fido collaboratore alla fotografia Dean Cundey. Grande Jeff Bridges giustamente candidato all'Oscar per Miglior Attore, ma bravissima anche la dimenticata Karen Allen. Colonna sonora tra le più belle e struggenti degli anni '80, di Jack Nitzsche. Purtroppo per la Columbia non fu un pieno successo, e dopo il celeberrimo flop di "La Cosa" con la Universal, capolavoro, e successivamente l'altro flop di "Grosso guaio a Chinatown" con la 20th Century Fox nell'86, film largamente incompreso e troppo spiazzante e avanti sui tempi, la carriera di Carpenter con i grossi budget e le compagnie Major praticamente terminò lì. Dopo progetti distributivi e produttivi quasi interamente low-budget e indipendenti, a cominciare appunto da "Il Signore del male"(Prince of Darkness)(1987), splendido e sottovalutato per anni thriller satanico-metafisico-visionario, ed "Essi vivono" nell'88.