Autore Topic: Hollande : In Francia l'aborto diventerà un "diritto delle donne".  (Letto 627 volte)

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Offline Stendardo

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Fonte : http://www.tempi.it/dove-ha-fallito-il-rapporto-estrela-arriva-hollande-in-francia-l-aborto-diventera-un-diritto-delle-donne#.Utf9aWSwa0c


Dove ha fallito il rapporto Estrela, arriva Hollande. In Francia l’aborto diventerà un «diritto delle donne»










dicembre 20, 2013Leone Grotti
 

A lanciare l’allarme è la Fondazione Jerome Lejeune, che ha fatto il punto sugli emendamenti inerenti all’interruzione di gravidanza che saranno discussi a partire dal 20 gennaio all’Assemblea Nazionale
 





In Francia l’aborto sta per diventare a tutti gli effetti un diritto. A lanciare l’allarme è la Fondazione Jerome Lejeune, che ha fatto il punto sugli emendamenti inerenti all’interruzione di gravidanza che saranno discussi a partire dal 20 gennaio all’Assemblea Nazionale all’interno di una legge sull’uguaglianza tra uomini e donne.
 
«DA ECCEZIONE A DIRITTO».  Dopo che il Senato, lo scorso 17 settembre, ha votato «l’estensione all’informazione del reato di intralcio all’aborto» obbligando così «i centri di ascolto delle donne incinte e i siti internet a informare sulla possibilità dell’interruzione di gravidanza», all’Assemblea Nazionale saranno votati altri emendamenti.
Tra questi c’è il «cambio di statuto dell’aborto», per trasformarlo «da eccezione a diritto» facendolo diventare «un atto come un altro». Un altro emendamento, per rafforzare questo concetto, propone di modificare il Codice della sanità pubblica. Là dove si dice che l’aborto è permesso «a tutte le donne incinte che si trovano a causa del loro stato in una situazione di sofferenza», si leggerà «a tutte le donne incinte che non vogliono una gravidanza».
 
SALUTE RIPRODUTTIVA. Un altro emendamento propone di modificare il titolo «desueto e inadatto» della seconda parte del Codice di salute pubblica, che era “Salute della famiglia, della madre e del bambino”, in “Salute riproduttiva, diritti della donna e protezione della salute del bambino”.
La Fondazione Jerome Lejeune ha «denunciato l’assenza di dibattito davanti a un cambiamento profondo della legge sull’aborto» e invitato i responsabili politici a considerare che l’aborto «piaccia o no, consiste nell’uccidere un essere umano prima che nasca. La natura di questo atto comporta conseguenze che non possono essere passate sotto silenzio».
 
DOPO ESTRELA, HOLLANDE. Se al Parlamento Europeo è stato appena bocciato il rapporto Estrela, che voleva definire l’aborto come «diritto umano», il governo socialista di Francois Hollande, soprattutto nella persona della ministra Najat Vallaud-Belkacem, sembra aver già vinto la battaglia per «rendere l’aborto un diritto un po’ più come tutti gli altri». Prima ha creato un sito governativo per «sponsorizzare l’interruzione di gravidanza», poi ha chiesto un parere all’Alto consiglio per l’uguaglianza tra uomini e donne (Hcefh), ottenendo come risposta che bisogna abolire il diritto all’obiezione di coscienza per i medici e trasformare «l’aborto in un vero e proprio diritto della donna». Detto, fatto.


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Offline Stendardo

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Re:Hollande : In Francia l'aborto diventerà un "diritto delle donne".
« Risposta #1 il: Gennaio 16, 2014, 21:50:21 pm »
Fonte : http://www.tempi.it/francia-per-rendere-aborto-un-diritto-vero-e-proprio-delle-donne-si-cancelli-obiezione-di-coscienza-per-i-medici#.UrMXuWTuKEc


Francia. Per rendere l’aborto «un diritto vero e proprio delle donne, si cancelli l’obiezione di coscienza per i medici»
 









novembre 8, 2013Leone Grotti
 

È uno dei consigli che l’Alto consiglio per l’uguaglianza tra uomini e donne ha dato al ministro Vallaud-Belkacem del governo Hollande
 





«Sopprimere nell’articolo 2212-8 del Codice della sanità pubblica la menzione esplicita dell’obiezione di coscienza formulata così: “Un medico non è mai tenuto a praticare un’interruzione volontaria di gravidanza”». È una delle iniziative che l’Alto consiglio per l’uguaglianza tra uomini e donne (Hcefh) ha indicato al ministro francese Najat Vallaud-Belkacem per rendere «quello all’aborto un diritto un po’ più come tutti gli altri».
 
220 MILA ABORTI. Il rapporto che ieri Hcefh ha presentato al ministro dei Diritti delle donne in Francia ha carattere consultivo ma contiene indicazioni che membri stessi del governo socialista di Francois Hollande hanno ritenuto eccessivi.
In Francia l’aborto viene rimborsato al 100 per cento, vengono praticati 220 mila aborti all’anno e secondo un’indagine di Drees il 35 per cento delle donne francesi sono ricorse all’interruzione di gravidanza almeno una volta nella loro vita. Il governo Hollande ha anche creato un sito per «sponsorizzare l’aborto» ma vuole fare ancora di più.
 
«DIRITTO VERO E PROPRIO». Per questo, secondo Hcefh, poiché le donne «si sentono ancora colpevoli» e «non ritengono l’aborto come qualcosa di legittimo» bisogna cancellare il termine «sofferenza» nel punto in cui la legge dice che l’aborto è permesso «a tutte le donne incinte che si trovano a causa del loro stato in una situazione di sofferenza». Pur comprendendo che questa clausola è stata inserita per impedire che «l’aborto diventasse un modo per regolare le nascite», il Hcefh afferma che se rimane così la legge «l’aborto non sarà mai un vero e proprio diritto della donna, ma solo una concessione dello Stato».
Inoltre, secondo la legge, è obbligatorio aspettare una settimana tra la consultazione di un medico e un altro. La nuova indicazione è che la settimana venga ridotta al massimo a due giorni perché «non è necessaria visto che molte donne hanno già deciso da tempo di ricorrere all’interruzione di gravidanza».
 
ELIMINARE OBIEZIONE DI COSCIENZA. Infine, bisogna anche abolire il diritto all’obiezione di coscienza per medici, ostetriche o infermieri dal momento che «la clausola di coscienza è già riconosciuta in maniera generale a tutti coloro che lavorano in ambito medico». Molte associazioni si sono spaventate leggendo quest’ultimo “consiglio”, ritenendolo il primo passo per l’abolizione dell’obiezione di coscienza nel campo dell’aborto dopo che è stata abolita per i sindaci in materia di celebrazione di matrimoni gay.


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