Per osservare l'aberrante principio delle "discriminazioni positive", Renzi ha riempito il governo di schiaquette il cui curriculum è a dir poco inadeguato
Tra i casi più eclatanti, troviamo una tale Giovanna Madia, di soli 33 anni, messa a capo di un Ministero imho importantissimo, quello della Pubblica Amministrazione. Importantissimo perché migliorare l'efficienza e l'efficacia della PA è una necessità vitale per l'Italia se non vuole soccombere di fronte alla concorrenza degli altri paesi dell'Eurozona.
Bene, questa Madia, oltre ad essere incompetente per il ruolo, è una raccomandata di ferro, e a dircelo ci pensa l'ateista sinistrorso Odifreddi, sul blog che tiene nell'organi di stampa di De Benedetti e che quindi, come tale, dovrebbe essere favorevole al governo Renzi.
E invece Odifreddi ci va giù pesante, anzi pesantissimo:
http://odifreddi.blogautore.repubblica.it/2014/02/22/la-madia-ministro-vergogna/
La Madia ministro? Vergogna!Alle elezioni del 2008, Walter Veltroni usa le prerogative del porcellum per candidare capolista alla Camera per il Pd nella XV circoscrizione del Lazio la sconosciuta ventisettenne Marianna Madia. Alla conferenza stampa di presentazione, agli attoniti giornalisti la signorina dichiara gigionescamente di “portare in dote la propria inesperienza”.
In realtà è una raccomandata di ferro, con un pedigree lungo come il catalogo del Don Giovanni. E’ pronipote di Titta Madia, deputato del Regno con Mussolini, e della Repubblica con Almirante.
E’ figlia di un amico di Veltroni, giornalista Rai e attore. E’ fidanzata del figlio di Giorgio Napolitano. E’ stagista al centro studi Ariel di Enrico Letta. La sua candidatura è dunque espressione del più antico e squallido nepotismo, mascherato da novità giovanilista e femminista. E fa scandalo per il favoristismo, come dovrebbe.
In parlamento la Madia brilla come una delle 22 stelle del Pd che non partecipano, con assenze ingiustificate, al voto sullo scudo fiscale proposto da Berlusconi, che passa per 20 voti: dunque, è direttamente responsabile per la mancata caduta del governo, che aveva posto la fiducia sul decreto legge. Di nuovo
fa scandalo, questa volta per l’assenteismo. La sua scusa: stava andando in Brasile per una visita medica, come una qualunque figlia di papà.
Invece di essere cacciata a pedate, viene ripresentata col porcellum anche alle elezioni del 2013. Ma poi arriva il grande Rottamatore, e la sua sorte dovrebbe essere segnata. Invece, entra nella segreteria del partito dopo l’elezione a segretario di Renzi, e ora viene addirittura catapultata da lui nel suo governo: ministra della Semplificazione, ovviamente, visto che più semplice la vita per lei non avrebbe potuto essere. Altro che rottamazione: l’era Renzi inizia all’insegna del riciclo dei rottami, nella miglior tradizione democristiana.
La riciclata ora rispolvererà l’argomento che aveva già usato fin dalla sua prima discesa paracadutata in campo: “Non preoccupatevi di come sono arrivata qui, giudicatemi per cosa farò”. Ottimo argomento, lo stesso usato dal riciclatore che dice: “Non preoccupatevi di come ho ottenuto i miei capitali, giudicatemi per come li investo”. Se qualcuno ancora sperava di liberarsi dai rottami e dai riciclatori, è servito. L’Italia, nel frattempo, continui ad arrangiarsi.
chi è che aveva sempre sostenuto che le quote rosa servono solo per garantire poltrone a cortigiane e raccomandate dei politici maschi?
noi, e guardacaso avevano ragione...