Al presidente del Consiglio dei Ministri, On. Enrico Letta.: Chiediamo al governo di modificare il decreto sul c.d. “femminicidio”. Solo un approccio plurale di tutta la società può portare ad una attenuazione degli episodi di violenza.
Esprimiamo forte preoccupazione per le conseguenze negative che le norme annunciate nel c.d. Decreto Legge sul “femminicidio” (DL n.93 del 14 agosto 2013), ora già in vigore, rischiano di aggiungere alla delicata materia della Giustizia Familiare, e cioè:
aumento della conflittualità tra i generi,
maggiore ricorso al reato di calunnia (c.d. false accuse),
sostanziale inefficacia contro gli episodi di violenza familiare,
totale assenza di prevenzione e di studio sistematico del fenomeno.
Nonostante, sulla carta, sia una legge per tutti (uomini e donne), il testo è stato salutato dal Governo come “una legge a difesa delle donne” contro “l’uomo violento”, e le presentazioni che ne vengono fatte ad ogni livello – sia ufficiale che ufficioso – sono costantemente orientate alla tutela delle sole vittime femminili.
Tutto ciò appare come una indebita pressione su coloro che dovranno applicare la norma, magistratura e FF.OO., condizionando gli operatori di vario livello verso un favor per le segnalazioni provenienti dall’utenza femminile e, di contro, negando uguale attenzione ad altre segnalazioni.
Ogni inutile perdita di una vita umana è una perdita per tutti, ma se si vuole efficacemente combattere il fenomeno della violenza, esistono molte altre strade, e noi dissentiamo da quelle prospettate dal Governo.
Il termine “femminicidio”, nelle intenzioni di chi lo ha alimentato con impegno certosino ed enorme copertura mediatica, è stato continuamente propinato come l’omicidio di “donna in quanto donna”, ovvero come un comportamento violento dell’uomo in cui è il “genere” della vittima a determinare il crimine.
Questo è uno degli atti di deliberata disinformazione che ha ammantato il processo di comunicazione sull’argomento. L’omicida, infatti, uccide sempre una “particolare” donna, e non una qualunque, incontrata per strada e senza alcun legame con lui.
Non esistono gruppi di uomini che vorrebbero uccidere tutte le donne.
Non esiste un generale attacco al genere femminile da parte del genere maschile, come i sostenitori del termine “femminicidio” vorrebbero far credere.
La violenza non ha sesso né genere, su questo i cittadini sono d’accordo. E allora perché identiche aggravanti non vengono previste anche per la violenza su:
su un/una omosessuale in quanto omosessuale,
su un/una ebreo/a in quanto ebreo/a,
su un/una disabile in quanto disabile,
su un/una immigrato/a in quanto immigrato/a,
su un/una meridionale in quanto meridionale…?
Anche il presidente dell’Unione delle Camere Penali, attraverso un comunicato, ha definito i provvedimenti annunciati come dettati da una logica emergenziale e inefficace.
I possibili riflessi del Decreto sui casi di separazione conflittuale (circa 20000 all’anno) potrebbero essere devastanti. Le false denunce di maltrattamento e la relativa carcerazione preventiva del coniuge falsamente accusato provocherebbe:
a) perdita della possibilità di avvicinarsi ai figli;
b) perdita della libertà ;
c) depressione e sfiducia, con rischi suicidiari, o aggressivi verso l’esterno, all’uscita del carcere.
Le soluzioni prospettate dal Decreto sono affrettate, dettate dai media e mosse sulla base di aspetti emotivi piuttosto che scientifici. Per mesi numerose perplessità, ad ogni livello, sono state sollevate in merito al movimento d’opinione sviluppatosi attorno al cosiddetto fenomeno del “femminicidio” e alle nefaste conseguenze che esso potrebbe avere nei rapporti tra genitori, nelle azioni a tutela dei minori e, non ultimo, sui futuri rapporti tra i sessi.
La strategia denigratoria del maschile ha artatamente dipinto ogni uomo come un carnefice ed ogni donna come una vittima.
Lui geneticamente portato a delinquere.
Non alcuni uomini, tutti.
Lei geneticamente incline a subire.
Non alcune donne, tutte.
Secondo questa strategia mediatica ben orchestrata, è l’intero genere maschile a sapersi rapportare con l’altro sesso solo attraverso violenza, aggressività e prevaricazione sistematica.
Il decreto a cui si è giunti di recente è quindi nato da un lungo ed accurato condizionamento della pubblica opinione, È nato da una scelta strategica, finalizzata a nascondere alcuni fatti e a esaltarne altri: l’occultamento sistematico delle notizie sulle vittime maschili di violenza, abbinato all’enfatizzazione altrettanto sistematica delle notizie sulle vittime femminili.
In Italia esistono professionisti, esperti, associazioni forensi, psicologiche e psichiatriche, associazioni di volontariato che fanno da anni lavoro sul campo e conoscono i problemi in dettaglio. Il Governo ha il dovere di varare una effettiva task force, con tutti gli esperti del campo.
La lotta alla violenza domestica e allo stalking è una lotta comune di tutti, uomini e donne, come lo è la lotta alla sua degenerazione omicida.
In tutti i paesi occidentali, la campagna di educazione di base contro la violenza domestica e la violenza in generale vengono condotte con ottica pluralistica, e non, come sta accadendo in Italia, esplicitamente orientata alla criminalizzazione di un solo genere rispetto ad un altro.
Pertanto, riteniamo inaccettabile l’impianto del decreto del Governo – per il quale auspichiamo e sollecitiamo l’adozione di opportuni emendamenti – e soprattutto l’impostazione ideologica e incostituzionale secondo la quale si faccia, per ben due volte, esplicito riferimento solo alla violenza contro le donne.
Se si volesse davvero mantenere l’impianto “delatorio” del decreto, il Governo ha il dovere di introdurre anche un’aggravante, nel reato di calunnia, per chi indirizza false accuse nei confronti del coniuge o del convivente, falsamente accusati di violenza.
Giacomo Rotoli
Presidente ADIANTUM
Alessio Cardinale
Portavoce ADIANTUM
Fabio Nestola
Delegato ADIANTUM alle politiche di genere.
Sembra che le donne non facciano nulla di male agli uomini, cos’è questa storia?
Mica saranno angeli le donne?
Da qualche parte ho letto invece che le donne sono diaboliche quasi da starne alla larga…
Noto che i problemi maggiori ce li hanno gli uomini italiani con le donne italiane.
Beh io sono fidanzato con una ragazza straniera, finora davvero un angelo come mai incontrato nella mia vita.
Quindi perché cercare guai con le italiane?
hmmmm…. in USA e UK sono messi parecchio peggio di noi da quel punto di vista, e quanto alle straniere, se sono angeli, non pensi che gli stranieri se le dovrebbero tenere ben care?
Fermo restando che vi auguro il massimo della felicità… sicuro che non ci sia un pacco nascosto?
gran parte dei connazionali di queste gnocche le accusano di essere delle puttane perché si fidanzano con noi italiani, invece il problema è che quei buzzurri di loro connazionali molti sono alcolizzati, violenti, gelosi all’inverosimile da rendere la vita alle donne molto difficile spesso e volentieri altro che gli italiani violenti e che ammazzano le donne (vedi femminicidio)
Noi italiani siamo fin troppo buoni visto che dicono che troppi italiani sono zerbini allora come la mettiamo? se gli italiani sono zerbini significa che sono le donne italiane delle gran stronze e non il contrario ma i media manipolano le informazioni al contrario.
C’è il pacco? beh provate a lasciare banconote da 50 € in giro per la casa, fate finta di esserveli dimenticati, se spariscono vuol dire che avete una ladra in casa altrimenti vuol dire che la persona è corretta.
Lei si arrangia, va a fare le pulizie dove hanno bisogno e quando ha qualche soldino in tasca va al mercato e si compera vestiti da 5/10 € perché i genitori le hanno insegnato a risparmiare… CHE LE STRONZE E VIZIATE ITALIANE IMPARINO DA QUESTA TIPOLOGIA DI DONNE DELL’EST !!
Condivido questo articolo per di più donna al volante pericolo costante… ahahah!
bell’articolo !!
Sottoscrivo pienamente la petizione