La realtà è che il regime femminista lo stiamo vivendo già ora, quotidianamente, il femminismo non sono le proteste e i cortei di 40 o 50 anni fa o le esternazione di qualche rara femminista dichiarata.La legge sullo stalking(qualche sms di troppo e si va in galera), la legge sulla violenza privata, la micidiale legge sulla violenza sessuale(toccare una donna costa anni di galera) la stessa ingiustissima legge sul divorzio e tutta la cultura antimaschile sono la prova tangibile che il regime femminista lo stiamo già vivendo e gli artefici di tale regime sono gli stessi uomini che si condannano e si puniscono a vicenda.
Senza nessuna resistenza e con la maschera della parità e di una falsa giustizia tra i sessi il femminismo, cioè una dottrina espressione di un risentimento profondo verso gli uomini e sostenuto da una parte di donne, ha imposto a tutti il suo dominio, sia culturale che legislativo. Il regime femminista lo stiamo già vivendo e l’autopunizione maschile ne è la parte esecutiva.
Quando parliamo di femminismo quindi non pensiamo al diritto di voto delle donne o a fantomatici diritti che pretendono e che sono nei fatti dei privilegi ancora una volta mascherati da parità, quando parliamo di femminismo pensiamo che è quello che quotidianamente dobbiamo temere quando siamo a lavoro o in treno o in autobus o in qualsiasi altro posto dove osare un gesto o una parola fuori da quelle strettissime possibilità che ci sono state concesse significa le ingiurie della “molestata”di turno, degli altri che assitevano alla scena , da chi ci conosce e la condanna alla galera sicura da parte di una giustizia che ha solo l’obbiettivo di punire l’uomo.
Quando parliamo di femminismo pensiamo alla cappa oppressiva che viviamo quotidianamente dove la donna può far quello che vuole mentre l’uomo è sempre sotto accusa, sotto una costante condanna pendente, una martellante descrizione come la sola origine del male, che ci viene impressa fin da adolescenti.
Il femminismo lo viviamo ogni giorno nella permalosità costante nei comportamenti femminili, dietro ai quei falsi e amichevoli sorrisi dove basta poco per farle tirare fuori tutta la rabbia che hanno dentro, una rabbia compressa mascherata di giustizia e vittimismo ma sempre pronta ad esplodere.
Quando parliamo di femminismo pensiamo agli uomini come sono ridotti: completamente immersi nella condivisione della rabbia e del giudizio femminile, costantemente impegnati nell’ autopunizione , nella violenza reciproca, nella condanna giuridica su se stessi, sperando così nella assoluzione morale femminile, perchè nel regime femminista di oggi tutto è rimandato al giudizio ed alla assoluzione femminile.La cosa più sconcertante è che tale realtà viene bollata come normalità.
L’orgoglio e la stoltezza maschile impedisce agli uomini di ammettere la verità che loro stessi sono i responsabili maggiori della situazione oppressiva che viviamo , perchè essere complici del femminismo significa promuovere quotidianamente il regime della paura, dell’accusa, della intimidazione della rabbia e della auto-punizione maschile.
Quando parliamo di femminismo pensiamo a tutto questo e come uomini impariamo a vergognarci della condizione in cui siamo, ma tale condizione può essere un inizio per uscire dalla totale sottomissione che abbiamo scelto di vivere.
Una tale affermazione, quella di Rino, potrebbe far ridere molti.
Ma in fondo, non resta altro che meditare sulle sue parole e non andare in fretta con le conclusioni…
La legge in gran parte oggi è antimaschile, è un dato di fatto!
Hai scritto una grandissima, anche se sgradita, verità : noi uominio dobbiamo vergognarci della nostra attuale situazione.
Il bello invece è che molti pensano di essere in un una società maschilista.
Ciechi e stolti